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Dusan Vlahovic JuventusGetty Images

Vlahovic non è Zirkzee: la sua astinenza da goal non è l’unico problema per Thiago Motta e la Juve

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Parlare di caso è probabilmente prematuro, ma un campanello d’allarme è inevitabilmente scattato: la Juventus fa una fatica terribile a trovare la via della rete in campionato.

Se contro il PSV in Champions League i bianconeri sono riusciti ad esultare per ben tre volte, la cosa è tornata a farsi decisamente più complicata tra i confini nazionali dove le avversarie si chiudono di più e ti lasciano meno spazio per respirare.

La squadra guidata da Thiago Motta, impattando 0-0 contro il Napoli, per la terza volta consecutiva nel torneo chiude una partita a reti inviolate e se la cosa si traduce in una difesa ermetica, racconta anche di un attacco dalle polveri bagnate.

A finire sul banco degli imputati dopo la sfida di sabato è stato soprattutto Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo è incappato in un’altra prova incolore, una prestazione così deludente da convincere il suo allenatore a lasciarlo negli spogliatoi dopo i primi 45’ di gioco.

  • DUE SOLI GOAL IN STAGIONE

    Se si considerano tutte le partite ufficiali sin qui giocate dalla Juventus in stagione, viene fuori un dato che non può far contento nessuno in casa bianconera: Dusan Vlahovicha trovato la via della rete in due sole occasioni e tra l’altro nella stessa partita.

    L’attaccante serbo è partito forte proponendo prestazioni convincenti prima contro il Como (è stato fermato dai legni) e poi contro il Verona (doppietta e unici due goal sin qui siglati in stagione), da lì però in campionato ha smesso di incidere.

    I numeri dicono che non segna da 315’ e che dunque il suo nome non è finito sul tabellino dei marcatori in cinque occasioni su sei. Quello che però più fa riflettere è il fatto che non solo non riesca ad essere il terminale offensivo che tutti si aspettano, ma che faccia proprio fatica ad entrare in partita.

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  • Vlahovic JuventusGetty Images

    VLAHOVIC NON E’ ZIRKZEE

    Quando lo scorso 12 giugno la Juventus ha annunciato la decisione di affidare la guida della prima squadra a Thiago Motta, sono stati in molti a vedere in questa scelta una notizia buona anche e soprattutto per Dusan Vlahovic.

    L’attaccante serbo, dopo le stagioni vissute con Allegri, avrebbe avuto l’occasione di essere guidato da un tecnico dal calcio più offensivo e da un’idea di gioco più simile a quella della Fiorentina di Vincenzo Italiano, ovvero la squadra che meglio in assoluto gli ha permesso di esprimersi.

    In realtà in questo primissimo scorcio di stagione si sta evidenziando un qualcosa che che in un certo senso era prevedibile: Vlahovic deve lavorare molto per diventare il centravanti ideale per Thiago Motta.

    L’attuale tecnico bianconero, nella scorsa stagione, ha convinto tutti con lo straordinario lavoro fatto a Bologna, ma la punta di diamante della sua squadra era Zirkzee, ovvero una punta che non avrà forse le statistiche del grande bomber, ma che riesce a far girare la squadra come pochi.

    L’olandese è bravissimo nell’indietreggiare, andare incontro ai centrocampisti, difendere palla e favorire gli inserimenti di chi arriva da dietro. Una vera a propria boa, un ‘pianeta’ attorno al quale ruotano tutti i ’satelliti’ della squadra.

    Ebbene Vlahovic è un giocatore diverso e non ha mai avuto nella difesa della palla spalle alla porta la sua qualità migliore. E’ più un rapace capace si segnare nei modi più svariati, ma non il tipo di attaccante che rende più fluido il gioco dell’intera squadra.

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  • LA DECISIONE FORTE DI THIAGO MOTTA

    La partita di Dusan Vlahovic contro il Napoli è durata appena 45’.

    Una sola frazione di gioco scandita da tanto nervosismo e da poco altro, così come certificato dai numeri: appena sei i palloni toccati.

    Tuttavia nessuno probabilmente si aspettava la sua sostituzione al termine del primo tempo e questo anche vedendo ciò che offriva la panchina. Thiago Motta ha invece deciso di lasciarlo negli spogliatoi per puntare su un giocatore come Weah che, a differenza del papà, centravanti non è.

    Una mossa alla ricerca di quella profondità che con Vlahovic, costantemente inghiottito dalla difesa avversaria, era stato impossibile trovare.

    Il gioiello serbo non solo non è riuscito a far salire la squadra o a difendere palloni, ma non ha creato nessuna occasione.

    Troppo poco ovviamente per il centravanti di una squadra che punta ad obiettivi importanti.

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  • MANCA IL VICE VLAHOVIC

    In questa fase della stagione la Juventus ha un problema: se manca Vlahovic non c’è un vero centravanti che possa sostituirlo.

    Thiago Motta ha già fatto capire di credere in Nico Gonzalez e Weah e di vedere in loro due giocatori che potenzialmente possono adattarsi a giocare al centro dell’attacco, ma di fatto i loro ruoli sono alti.

    Anche a Firenze, nelle scorse stagioni, a fronte dei problemi offensivi della Fiorentina, in molti hanno avanzato l’ipotesi di un Nico Gonzalez schierato da ‘falso nove’, ma di fatto Italiano non ha mai approfondito il discorso.

    L’argentino è forte di testa e sa inserirsi in area, ma fare il centravanti è un’altra cosa. Lo ha dimostrato anche Weah che con il suo ingresso contro il Napoli ha garantito alla Juve più dinamicità, ma non quella concretezza che un bomber dovrebbe avere.

    Il vero vice Vlahovic è insomma Milik, che però è fermo ai box da quasi quattro mesi e non tornera a disposizione prima della sosta per gli impegni delle Nazionali di ottobre.

    Un problema in più di non facile risoluzione.

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  • Thiago Motta Juventus PSVGetty Images

    LA JUVE E’ LENTA

    Se è vero che sin qui Vlahovic ha deluso le aspettative, è altrettanto chiaro che la Juventus non ha brillato in velocità nelle ultime uscite.

    E’ parsa spesso compassata e ancora lontana dall’aver acquisito tutte le idee del suo allenatore. La ‘fluidità’ tanto attesa per ora è solo un miraggio, così come la capacità di tenere alti i ritmi per tutti i 90’.

    E’ vero che Vlahovic non è per caratteristiche quel giocatore che fa girare in maniera armoniosa la squadra dal centrocampo in su, ma la soluzione al problema non è ancora stata trovata.

    I tre 0-0 consecutivi in campionato rappresentano un qualcosa di storico, visto che un filotto del genere in casa bianconera non si vedeva dal maggio del 1992 quando c’era Giovanni Trapattoni in panchina, e tale ‘impresa’ non è giustificabile solo con le difficoltà riscontrate dall’unico centravanti a disposizione.

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