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Conte Inter Napoli HDGOAL

La storia di Conte all'Inter: una finale europea persa, lo Scudetto e la rottura

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Antonio Conte è così. Tutto e subito, prendere o lasciare. Non ci sono mezze misure per chi vive con un solo pensiero in testa: vincere.

Lo sanno bene alla Juventus, dove ha trascorso gran parte della sua vita calcistica tra campo e panchina. Ma lo hanno capito presto anche all'Inter.

In nerazzurro Conte è rimasto poco, forse meno di quanto i tifosi nerazzurri avrebbero voluto. Ma se l'Inter di Inzaghi oggi è tra le grandi d'Europa, una parte del merito è anche sua.

Ecco perché Inter-Napoli di questa sera non potrà essere una partita come le altre.

  • IL COLPO DI ZHANG

    L'Inter è reduce da due quarti posti consecutivi, quando il 31 maggio 2019 annuncia il nome dell'allenatore che prenderà il posto di Luciano Spalletti.

    La scelta ricade su uno degli uomini più discussi dal tifo nerazzurro ma anche uno dei tecnici più quotati in assoluto, Antonio Conte.

    Simbolo per anni della juventinità, Conte è stato un grande rivale dell'Inter. Storica resta in tal senso la frase pronunciata negli spogliatoi di Udine il 5 maggio 2002, quando i nerazzurri persero uno Scudetto già vinto e Conte festeggiò davanti alle telecamere: "C'è poco da parlare, stiamo godendo".

    Nel video di presentazione come nuovo allenatore dell'Inter, è lo stesso Conte a spiegare il motivo del suo arrivo: "Condividiamo la stessa ambizione, il coraggio, la fame e la determinazione. Ora tocca a me, ci sono Inter”. 

    Zhang insomma non ha dubbi e seguendo le indicazioni di Marotta sceglie Conte, individuato come l'uomo giusto per riportare l'Inter alla vittoria.

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  • TAGLIO NETTO COL PASSATO

    Appena sbarcato sul pianeta Inter il nuovo tecnico taglia in modo netto col passato del club. A partire dalla famosa 'pazzia' che contraddistingue da sempre la storia nerazzurra.

    "Se sono pronto per la pazza Inter? No, basta pazzie", chiarisce subito Conte che detta la linea anche sul mercato mettendo alla porta l'ex capitano Mauro Icardi.

    L'argentino prova a convincerlo, ma Conte è irremovibile anche perché ha già individuato il suo nuovo numero 9. L'uomo intorno al quale costruire la nuova Inter, meno pazza e più solida. Anche se per averlo dovrà attendere parecchie settimane.

    L'8 agosto 2019 finalmente a Milano sbarca Romelu Lukaku, il colpo più costoso della storia del club viene pagato 75 milioni di euro. Insieme a lui arrivano anche Barella, Sanchez, Sensi, Godin, Lazaro e Biraghi.

    Mentre insieme a Icardi lasciano la Pinetina altri due big dello spogliatoio, ovvero Radja Nainggolan e Ivan Perisic.

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  • POLEMICHE E TENSIONI

    La prima stagione di Conte sulla panchina dell'Inter, in realtà, non è tutta in discesa. Anzi.

    I nerazzurri ad esempio salutano la Champions già a dicembre e, dopo la sconfitta contro il Borussia Dortmund, Conte lancia un chiaro messaggio alla società: "Spero che queste partite facciano capire certe cose a chi di dovere.Venisse qualche dirigente a dire qualcosa, a inizio stagione potevamo programmare molto meglio. Sono stati fatti errori importanti, non possiamo fare campionato e Champions in queste condizioni, siamo l'Inter. Si arriva fino ad un certo punto, oltre non si può andare".

    Marotta conosce bene il suo allenatore e abbozza, la nuova Inter è in costruzione. Un processo ulteriormente rallentato dalla pandemia, che ferma il calcio per qualche mese.

    Quando si torna in campo a vincere lo Scudetto è ancora la Juventus, l'Inter chiude seconda a -1. Conte non la prende bene ed esplode di nuovo davanti ai microfoni: "A bocce ferme faremo le giuste valutazioni. Io e i giocatori abbiamo preso palate di cacca e ho visto pochissima protezione da parte del club.Si deve essere forti dentro e anche fuori dal campo. Io ci metto la faccia fino a un certo punto, ma nessuno è scemo: il parafulmine si fa il primo anno, ma perseverare è diabolico”.

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  • UNA FINALE PERSA E LO SCUDETTO

    In realtà Conte sfiora un successo prestigioso già al termine della prima stagione, quando la sua Inter si gioca la finale di Europa League.

    I nerazzurri eliminano Getafe, Bayer Leverkusen e Shakhtar ma il 21 agosto 2020 devono inchinarsi al Siviglia. Una doccia fredda ma anche uno stimolo da cui ripartire. E che ripartenza.

    Prima però le parti devono chiarirsi e lo fanno a Villa Bellini dove nasce il 'patto per la vittoria'. Conte resta, ottenendo gli acquisti di Hakimi, Vidal, Darmian e Kolarov. In nerazzurro tornano inoltre sia Nainggolan che Perisic, col secondo che si rivelerà particolarmente utile alla causa. L'inizio di stagione è ancora travagliato e le polemiche non mancano.

    "Quando la barca è in tempesta bisogna starci tutti sopra, senza lasciare l'allenatore o qualche calciatore affondare. Mi auguro che ora siamo tutti sulla stessa barca", tuona Conte a novembre lanciando una nuova frecciata alla società.

    L'Inter esce di nuovo prematuramente dalla Champions ma a febbraio 2021 è finalmente prima in classifica, dove rimarrà di fatto fino al termine del campionato. I nerazzurri festeggiano così uno Scudetto che mancava da undici anni mettendo fine alla serie della Juventus.

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  • LA ROTTURA

    Poche settimane prima però Conte aveva già lanciato messaggi preoccupanti sul futuro: "Ritengo inutile nasconderci dietro a un dito. Sappiamo benissimo le vicissitudini societarie che ci sono state quest'anno, e i programmi che comunque sono cambiati, per tanti motivi. Ora è inevitabile che alla fine della stagione si dovrà fare chiarezza. Penso che i tifosi lo meritino".

    E ancora: "Mi piacerebbe continuare questo percorso e a bocce ferme capiremo insieme ai dirigenti cosa si può fare".

    In realtà la rottura tra le parti è ormai sancita, rottura ufficializzata il 26 maggio 2021 dall'Inter: "Tutto il Club desidera ringraziare Antonio per lo straordinario lavoro svolto, culminato con la conquista del diciannovesimo Scudetto. Antonio Conte rimarrà per sempre nella storia del nostro Club". 

  • IL RITORNO A SAN SIRO

    Più di tre anni dopo Conte adesso è pronto a tornare a San Siro da avversario ed in uno stadio pieno su cui di fatto, da allenatore dell'Inter, non ha mai potuto contare causa pandemia.

    Forse anche per questo l'amore tra l'attuale tecnico del Napoli ed il tifo nerazzurro non è mai scoppiato del tutto.

    Di certo però nessuno può dimenticare come la grande Inter attuale, capace di giocarsi una finale di Champions League alla pari col Manchester City e conquistare il ventesimo Scudetto della sua storia solo qualche mese fa, sia nata anche grazie a Conte.

    Conte che oggi prova a fare lo stesso sulla panchina del Napoli. Ma prima c'è da superare l'esame San Siro.

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