Fino alle ultime settimane del mercato estivo, Domenico Berardi era un calciatore in cerca di futuro. Ovvero, possibilmente, di una nuova squadra. Non è un mistero che volesse lasciare il Sassuolo, non è un mistero nemmeno che volesse andare alla Juventus. Ma alla fine è rimasto. Diversamente da altri anni, contro la sua volontà.
Eppure, guardandolo scorrazzare per il campo partendo dalla zona di destra, la sua preferita, non si direbbe. Non si direbbe che, appena un mese fa, Berardi era un uomo con la valigia. Non si direbbe che i suoi propositi di addio fossero reali, come svelato da lui stesso in anteprima alla presentazione della rosa del Sassuolo, con quel "non so se sarò qui" che qualche dubbio concreto sui suoi propositi, in effetti, lo aveva fatto venire.
Poi, clic. Berardi ha resettato la mente. Ha capito che rivangare il passato non sarebbe servito a nulla. Ha ricucito col Sassuolo dopo il caso estivo, si è rimesso a disposizione di Alessio Dionisi e naturalmente si è riconquistato in fretta il posto, perché come fai a rinunciare a un giocatore così? E pure la Juventus, nel proprio sabato da incubo, se n'è resa conto.