Si può vincere e non essere contenti lo stesso? Certo che si può. Soprattutto se sei il Milan, uno dei club più titolati della storia del calcio, e torni a casa da Bratislava con un 3-2 allo Slovan che, in pratica, ha fatto storcere il naso un po' a tutti.
Nel mirino c'è un gioco tutt'altro che entusiasmante, specialmente dopo l'1-1 trovato dagli slovacchi già nel primo tempo. Ma nel mirino c'è anche la solita, annosa, perenne questione del rendimento difensivo: di basso livello così come lo era quello della scorsa stagione. Come a dire che la transizione da Stefano Pioli a Paulo Fonseca, in questo senso, ha spostato poco.

Il Milan non ha la peggior difesa del campionato, ma è ben lontano dall'avere la migliore: sono 14 i goal subiti in 13 giornate, più di uno a partita. Come l'Inter, vero. E meno di un'Atalanta che qualcosa concede sempre. Ma se si pensa che la Juventus, miglior difesa del torneo, ne ha presi la metà, i conti ancora una volta non tornano. In Champions League, invece, i rossoneri non hanno tenuto la porta inviolata neppure una volta su cinque.
Come uscirne? Magari modificando qualcosina nell'impostazione tattica generale, nel tentativo di trovare finalmente e in maniera costante un equilibrio che anche quest'anno si sta notando soltanto a tratti.