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Buongiorno ConteGetty Images

Come Conte ha convinto Buongiorno ad andare al Napoli: "Ci siamo incontrati una sera per caso in un ristorante"

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Alessandro Buongiorno non lo ha mai nascosto: il Napoli non era l'unica pretendente ai suoi servizi. Com'è del resto logico, pensando alle ottime cose mostrate dall'ex difensore del Torino nei suoi anni con la maglia granata.

Il Milan ha più volte provato a bussare alla porta del Toro, ma senza successo. Si è parlato anche di Inter. E lo stesso Buongiorno ha rivelato di aver rifiutato la Juventus, in quanto, per uno con il sangue granata come lui, sarebbe stato davvero troppo.

Le avances del Napoli no, Buongiorno non le ha rifiutate. E il motivo ha soprattutto un nome e un cognome: Antonio Conte. Con tanto di retroscena sul modo in cui l'allenatore azzurro è riuscito a convincerlo.

  • L'INCONTRO CASUALE AL RISTORANTE

    Buongiorno lo ha svelato a Cronache di Spogliatoio: tutto è nato da un incontro casuale in un ristorante di Torino, la città in cui sia lui che Conte hanno vissuto fino a pochi mesi fa prima di trasferirsi entrambi a Napoli.

    "Ci siamo incontrati una sera per caso in un ristorante. Ci siamo parlati 10-15 minuti, dopodiché ci siamo sentiti qualche volta e alla fine ho detto sì".

    Il matrimonio tra Buongiorno e il Napoli si è concretizzato attorno alla metà di luglio: nelle casse del Torino è piovuta una quarantina di milioni complessiva, tra parte fissa e bonus, con il giocatore che ha firmato un quinquennale.

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  • LE PAROLE ALLA PRESENTAZIONE

    Buongiorno, del resto, aveva già fatto capire il giorno della presentazione a stampa e tifosi come la scelta di andare al Napoli fosse legata anche alla presenza di Conte. Così come all'insistenza dell'allenatore nel volerlo a tutti i costi nella propria squadra.

    "Mi volevano tante squadre - diceva a luglio - io sono legato al Torino, ma era arrivato il momento di fare questo passo per la mia crescita. Il Napoli mi ha fatto sentire le dimostrazioni di affetto dopo che sono uscite le prime voci, poi con Conte e Manna ci siamo sentiti durante gli Europei.

    Con Conte ci siamo sentiti un paio di volte, parlare con lui mi ha gasato molto. Mi ha fatto sentire importante, mi ha dato fiducia. Non vedo l'ora di ripagarla in campo".

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  • SEMPRE IN CAMPO

    Conte aveva individuato da tempo Buongiorno come il pilastro difensivo che il Napoli aveva perso dopo l'addio di Kim. E le sue convinzioni si sono tramutate in un minutaggio da insostituibile nell'undici di partenza azzurro.

    L'ex torinista, fino a questo momento, è sempre sceso in campo dal primo all'ultimo minuto quando è stato a disposizione: 12 volte su 12 in campionato. Ha saltato solo una partita, quella persa nettamente all'esordio in casa del Verona, ma solo per un fastidio fisico.

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  • UN RUOLO CENTRALE

    Il ruolo di Buongiorno è centrale a tutto tondo. Sia dal punto di vista prettamente difensivo, che da quello dell'organizzazione del gioco. Il che, per un difensore, nel calcio di oggi è tutt'altro che un paradosso.

    Al Napoli, per dire, Buongiorno tocca la palla 68 volte di media a partita: come Di Lorenzo e meno soltanto di Rrahmani, il suo compagno di reparto.

    "Adesso un difensore è il primo da cui deve partire l'azione - ha detto ancora il nazionale italiano a Cronache di Spogliatoio - Con il mister stiamo lavorando tanto anche su questo aspetto, sul fatto di muoverci molto per riuscire a ricevere la palla dal portiere o dai compagni".

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