Arriva dalla Roma il primo sorriso per le italiane impegnate nelle coppe europee. A differenza di Milan, Atalanta e Juventus – tutte e tre eliminate ai playoff di Champions –, la formazione giallorossa tiene alta la bandiera tricolore e si qualifica agli ottavi di finale di Europa League, superando per 3-2 il Porto (1-1 l’andata) trascinata da uno straordinario Dybala.
L’equilibrio iniziale viene rotto al 27’: nel tentativo di impostazione dal basso Svilar non è perfetto nell’appoggio su Paredes che scivola, ne approfitta il Porto che – dopo un primo tentativo murato – passa in vantaggio grazie a una bellissima rovesciata di Omorodion. Un goal che avrebbe potuto tagliare le gambe alla Roma, che invece reagisce trascinata da un Dybala in versione super.
L’argentino parte del centro-destra, scambia nello stretto con Shomurodov, e poi con un tocco morbido di esterno sinistro manda la palla in rete per l’1-1 al 35’. Ma la Joya non si ferma qui. Stessa zona di campo, altra prodezza dopo appena quattro minuti: lo scambio questa volta è con Koné, la conclusione sempre di mancino in questa occasione è forte e precisa sul primo palo. 2-1 Roma. Giallorossi vicini al 3-1: Diogo Costa salva sul colpo di testa di Mancini, Ndicka prova a ribadire in rete da pochi passi, ma Otavio salva sulla linea.
A inizio secondo tempo il Porto resta in 10: Eustaquio colpisce Paredes a palla lontana, il VAR richiama l’arbitro che estrae il rosso diretto al calciatore della formazione portoghese e ammonisce il centrocampista giallorosso. Shomurodov spreca il 3-1, poi al 69’ il popolo dell’Olimpico trattiene il fiato: il rilancio del portiere manda Omorodion a tu per tu con Svilar, ma la sua conclusione colpisce il palo a Svilar battuto.
A indirizzare definitivamente la partita sui binari giallorossi è la rete di Pisilli arrivata al minuto 83: apertura meravigliosa di Dybala per Angelino, cross arretrato che il giovane centrocampista giallorosso trasforma in rete.Nel recupero arriva il 3-2 del Porto con la sfortunata autorete di Rensch che però non cambia l’esito dell’incontro.




