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Julio Cesar a DAZN: "Mancini mi ha cambiato la vita"

Una carriera costellata dai successi, con il massimo picco in Italia: Julio Cesar è una delle leggende dell'Inter, di quella squadra che stupì il mondo intero nel 2010 con la conquista del Triplete, prima ed unica volta per un club italiano.

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L'ex portiere brasiliano, ritiratosi dopo l'esperienza al Flamengo dove tutto era iniziato, ha rilasciato una bella intervista ai microfoni di DAZN: con Diletta Leotta è tornato nel suo San Siro, ricordando aneddoti interessanti.

Ma il primo pensiero va alla tragedia che a febbraio ha tolto la vita ad alcuni ragazzini delle giovanili rubronegre, morti per un incendio scoppiato nel centro sportivo. Julio Cesar viene sopraffatto dalle lacrime e dall'emozione.

"So che uno di loro faceva il portiere e che il suo sogno era conoscermi. Spero che un giorno lontano, quando anch'io passerò dall'altra parte, potremo incontrarci e giocare finalmente insieme".

Il derby del 6 maggio 2012 lo vide protagonista con una linguaccia al grande ex Zlatan Ibrahimovic in occasione di un rigore poi segnato dallo svedese.

"È un fuoriclasse. Io conoscevo il suo modo di calciare i rigori e, avvicinandomi, lo chiamai 'pezzo di m***a', dicendogli di non tirare centralmente altrimenti avrei parato. Lui fece la faccia da figo e tirò alla mia destra con una potenza inaudita. Alla fine mi disse di raccogliere il pallone in fondo alla rete e scoppiai a ridere".

Roberto Mancini è l'allenatore che ebbe il coraggio di schierarlo da titolare inamovibile al posto di Francesco Toldo nel 2006.

"È il tecnico che mi ha cambiato la vita, quello che mi ha dato più fiducia. C'è un episodio sulle punizioni da raccontare: andammo a Palermo e mi disse di mettere la barriera al contrario in caso a calciare la punizione fosse stato Corini, ed io feci così. Risultato? Corini la piazza sotto l'incrocio. A Torino contro la Juventus mi diede consigli su Nedved, dicendomi che solitamente non calciava sul palo del portiere. La prima terminò fuori, la seconda fu vincente. Da allora iniziai a fare più di testa mia (ride, ndr)".

L'impresa più bella resta la vittoria della Champions League con José Mourinho come condottiero.

"Materazzi ha creato una chat WhatsApp con tutti noi del Triplete e uno dei più attivi è proprio Mourinho, scherza sempre. Sapeva come motivarci: prima del ritorno della semifinale col Barcellona vedemmo uno spot pubblicitario con i loro giocatori che avrebbero venduto cara la pelle pur di passare il turno. Nella riunione tecnica Mourinho ci disse che saremmo andati lì per comprarla: quelle parole mi caricarono a mille, fosse per me sarei sceso in campo già in quel momento".

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