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AC Milan v Bologna FC 1909 - Serie AGetty Images Sport

Rabiot nuovo padrone del centrocampo del Milan: ha già conquistato San Siro, ecco perché per Allegri è indispensabile

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Adrien Rabiot è bastato un solo match per imporsi come punto fermo del nuovo Milan di Massimiliano Allegri

Il francese, arrivato a Milanello appena giovedì e con soli tre allenamenti con la squadra, è stato schierato titolare contro il Bologna e ha giocato novanta minuti da protagonista. 

Ordinato, sicuro e con una personalità già evidente, ha mostrato qualità tecniche e capacità di gestione che spiegano perché Allegri abbia insistito così tanto per averlo. 

Dalla fase iniziale di adattamento alla leadership assunta nel secondo tempo, fino all’intesa immediata con compagni come Modric e Pulisic, il centrocampista ha dato segnali concreti di quanto sia già indispensabile.

  • L’APPROCCIO

    Nel primo tempo Rabiot ha scelto di non strafare. Il centrocampista francese ex Juventus, PSG e Marsiglia si è limitato a tocchi semplici ed essenziali, mantenendo sempre la posizione con grande sicurezza e lavorando sulle seconde palle e sui cross. 

    Un atteggiamento di inserimento graduale, utile per prendere le misure agli avversari e integrarsi con i nuovi compagni senza forzature.

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  • LA CRESCITA NELLA RIPRESA

    Con il calo dei ritmi e l’attenuarsi della marcatura a uomo del Bologna, il francese è salito in cattedra. Insieme a Modric e Pulisic ha gestito il gioco, mettendo in mostra la sua qualità superiore. 

    Un episodio ha confermato la sua personalità: sul vantaggio di 1-0, con San Siro pronto a spingere la squadra in una ripartenza veloce, Rabiot ha scelto di fermarsi e rallentare, riportando ordine e dettando i tempi. 

    Un gesto che dimostra la capacità di leggere i momenti e prendersi la responsabilità delle scelte.

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  • FISICITÀ E TECNICA

    Oltre alla gestione, Rabiot ha messo in mostra anche la sua imponenza atletica. Una sgroppata sulla fascia, chiusa con un passaggio a Modric, ha fatto emergere i 191 centimetri di potenza uniti a buona agilità. 

    Da quella giocata è nata l’azione del rigore non concesso per il fallo di Lykogiannis su Gimenez. 

    In attesa dei goal, che il francese ha sempre garantito con continuità nelle sue esperienze a PSG, Juventus e Marsiglia, la sua presenza ha dato solidità e ordine a una squadra che in passato ha spesso sbagliato nelle fasi cruciali.

  • INTESA E PERSONALITÀ

    Il feeling con i compagni è apparso immediato. In particolare, l’intesa con Modric ha reso il centrocampo del Milan più fluido e compatto. 

    Rabiot ha unito tecnica, fisico e carisma, risultando centrale nel gioco e convincendo sia Allegri sia il pubblico di San Siro. 

    L’epiteto scherzoso di “vagabondo” usato dall’allenatore a Milanello e ribadito a DAZN resta confinato all’umorismo livornese: in campo, Rabiot ha dimostrato di essere tutto fuorché distratto o svagato.

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  • ACQUISTO GIÀ DECISIVO

    Il Milan ha trovato in Rabiot l’uomo capace di colmare vuoti difficili da riempire. 

    Subito titolare, subito determinante, ha mostrato di poter guidare la squadra con personalità e concretezza. 

    Dopo soli quattro giorni nel mondo rossonero, è già chiaro perché Allegri lo consideri indispensabile.

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