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Gravina LotitoGetty/GOAL

Gravina attacca Lotito: "Pensa di gestire il calcio a suo piacimento", la replica: "Rancore personale"

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Aria sempre più tesa nel calcio italiano, dove sale lo scontro tra la FIGC e la Lega Serie A.

L'oggetto del contendere è la maggiore autonomia chiesta dai club, che accusano la Federcalcio di una gestione 'autoritaria'.

Termine questo che non è affatto piaciuto al presidente federale Gravina, intervenuto nel corso dell'evento 'Il Foglio a San Siro'.

  • LA REPLICA DI GRAVINA

    "Parlare di derive autoritarie penso sia una mancanza di rispetto istituzionale. È particolare rilevare che qualche mese fa la Federazione era considerata statica ed incapace di fare proposte. Appena ne facciamo, allora si parla di autoritarismo. Non va confuso con l'esercizio della democrazia. Abbiamo il dovere di far rispettare il quadro normativo", ha dichiarato Gravina in risposta al presidente della Lega Serie A, Casini.

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  • L'ATTACCO A LOTITO

    Nel mirino di Gravina però c'è soprattutto Claudio Lotito, presidente della Lazio: "C’è una strategia evidente della Lega Serie A, dobbiamo capire fino in fondo come sia possibile che in Italia alcuni personaggi possano fare parte del consiglio federale, del consiglio di Lega, sia proprietario di una società di Calcio, sia anche senatore. Sulla litigiosità Federazione-Lega starei attento, io ho uno splendido rapporto con tanti presidenti. Ci sono poi soggetti che pensano di gestire il mondo del calcio a proprio piacimento. Mi riferisco a Lotito e al lotitismo". 

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  • LA REPLICA

    Il presidente della Lazio ha replicato a Gravina tramite una nota: "Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole: chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti, alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come 'granducato personale'”.

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