Da Gila e Orsolini a Leao: la Top 11 della 7ª giornata di Serie A

90’ da insuperabile. Se il Parma torna dal Ferraris con un punto in tasca, gran parte del merito va a lui. Miracoloso sul colpo di testa ravvicinato di Vitinha, nel finale prima si oppone al tentativo di Ekhator e poi si supera parando il rigore a Cornet.

La sua firma nel successo del Bologna è in bella vista: suo il goal che sblocca il match contro il Cagliari, con un tocco da opportunista dentro l’area. Poi corsa e sostanza.

Finisce sul tabellino per il goal che apre il match, ma nella sua gara c’è tanto altro: un muro a protezione di Butez, dalle sue parti gli attaccanti della Juventus proprio non passano. 

Partita per lunghi tratti dominante. L’attacco dell’Atalanta si schianta contro un muro: sempre attento negli anticipi, si esalta in alcune chiusure in scivolata. Sempre più leader della difesa biancoceleste.

Fa subito capire al giovane Athekame che non avrà vita facile sulla corsia: corre, crossa e segna. Suo la rete che illude la Fiorentina a San Siro. Unica nota stonata il cambio per un problema fisico.

Difende e attacca, chiude e rifinisce. È l’anima e il motore dell’Inter che sbanca l’Olimpico: sua la verticalizzazione illuminante che manda Bonny a tu per tu con Svilar per la rete che regala tre punti preziosissimi ai nerazzurri.

Sempre al posto giusto nel momento giusto. Intelligenza tattica, corsa e qualità: suo l’assist che scatena Nico Paz per il 2-0, prima altre giocate preziose in entrambe le fasi.

Entra e segna, chiudendo il match contro il Cagliari e realizzando la sua quinta rete in questa Serie A di cui al momento è il capocannoniere. Continua nel suo momento magico.

L’argentino è ormai un habitué della nostra classifica. Contro la Juventus sfodera l’ennesima prova devastante: assist per il goal di Kempf, poi una magia per la rete del 2-0. Ennesima gara da categoria superiore. 

90 minuti per riprendersi il Milan e spazzare via le (tante) polemiche sul suo conto. Era l’uomo più atteso nel momento più complicato e non delude: suo il goal dai 25 metri che pareggia il match, poi si assume la responsabilità di calciare e segnare il rigore (il primo con la maglia del Milan). Doppietta decisiva.

Non si risparmia mai, come da caratteristiche ormai note a tutti. Ma oltre alla generosità aggiunge una rete – realizzata con freddezza e qualità – preziosissima che regala al Torino altri tre punti contro la sua ex squadra.