
Anche nel calcio, come in altri ambiti dello sport, ci sono storie che suscitano grande commozione e che rappresentano di per sé uno straordinario stimolo per quei ragazzi che sognano di giocare un giorno in Serie A pur trovandosi di fronte a delle difficoltà importanti nel loro percorso.
Fra queste c'è sicuramente quella di Fabio Pisacane. Il giocatore napoletano che è riuscito ad affermarsi come difensore affidabile in Serie A con il Cagliari, ma quando aveva appena 14 anni ha rischiato di restare paralizzato e di dover dire per sempre addio ai suoi sogni a causa di una malattia rara.
DAI QUARTIERI SPAGNOLI AL GENOA
Fabio Pisacane nasce a Napoli, nei quartieri spagnoli, il 28 gennaio 1986. Come tanti ragazzi della sua città inizia a giocare a calcio nelle strade, ed entra a far parte della Scuola calcio La Celeste, dove, sul modello del suo idolo Batistuta, gioca come centravanti. Da qui passa alla Damiano Promotion, una delle Scuole calcio più importanti del Sud Italia, e gli viene cambiato il ruolo: Fabio, che inizialmente non la prende benissimo, è utilizzato ora da difensore centrale e terzino destro.
Nell'estate del 2000 a Misano Adriatico disputa la finale dei Giovanissimi Nazionali contro la favorita Aldini Milano. Pisacane gioca una gran partita, la Damiano Promotion si aggiudica il titolo e sono tanti gli osservatori che lo vorrebbero. Ma la società, in virtù dei buoni rapporti con Claudio Onofri, aveva già fatto tutto con il Genoa.
LA VITTORIA SULLA SINDROME DI GUILLAIN-BARRÉ
Pisacane approda così a 14 anni nelle Giovanili del Grifone assieme ad altri 4 ragazzi: uno è l'attuale capitano rossoblù Domenico Criscito, gli altri sono Aurelio e Volpe. Ma proprio nel momento che poteva rappresentare la svolta nella sua carriera calcistica, un terribile male si affaccia nella sua vita.
"Papà sono stanco, non riesco quasi a muovermi", disse a suo padre Andrea al telefono.
C'era grande preoccupazione per le sue condizioni, ma nessuno aveva realmente capito di cosa si trattava, finché un giorno Pisacane non si sveglia completamente paralizzato, e in ospedale gli viene diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré.
"Capii la gravità della situazione solo quando mi ritrovai in un letto di ospedale. - ha raccontato il giocatore in un'intervista a 'Gialucadimarzio.com' - La diagnosi fu terribile. Dalla speranza di realizzare il sogno che avevo fin da bambino mi trovai ad affrontare la partita più difficile. In quel momento non pensavo al fatto che forse non avrei più giocato a calcio. Tutti i miei sforzi, le mie speranze erano indirizzate a combattere per un bene più prezioso, la vita".
A Fabio i medici danno pochissime possibilità di ripresa: la sindrome di Guillain-Barrè è infatti una rarissima malattia in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso provocando paralisi temporanee e abbattendo il tono muscolare. Pisacane però non si arrende e lotta come un leone. Dopo 3 mesi e mezzo trascorsi in ospedale, 20 giorni di coma e una paralisi alle braccia, Fabio inizia progressivamente a recuperare e alla fine ottiene la vittoria più importante, quella sulla malattia.
Smentendo quelle che erano le previsioni dei medici, Pisacane recupera pienamente sul piano fisico e dopo 4 mesi può tornare a giocare con la maglia rossoblù del Genoa. Dopo aver fatto bene nel Settore giovanile, nel 2004/05 approda in Prima squadra e fa il suo esordio in Serie B a 19 anni il 28 maggio 2005.

LA GAVETTA E L'ESORDIO IN SERIE A CON IL CAGLIARI
Per il difensore inizia una lunga gavetta fra Serie C e Serie B. Il Genoa lo dà infatti in prestito a Ravenna, Cremonese e Lanciano, dove cresce e fa esperienza. Poi passa a titolo definitivo al Lumezzane, nella Prima divisione della Lega Pro. Dopo una stagione, va in prestito all'Ancona in Serie B.
Quindi fa ritorno ai lombardi, con la cui maglia nel 2011 è protagonista fra l'altro di un episodio di grande lealtà sportiva: di fronte alla proposta di un assegno da 50 mila euro da parte del D.s. del Ravenna, oppone un ferreo rifiuto e denuncia la tentata combine. Per la sua onestà è celebrato da FIGC, con il Ct Prandelli che lo porta come 'ospite' al raduno della Nazionale per Euro 2012, e FIFA, che lo nomina suo ambasciatore.
A dispetto degli innegabili limiti tecnici, l'umiltà, unita alla grinta e al coraggio, porta Fabio lontano. Nel 2011-12 passa alla Ternana, con cui vince il campionato di Lega Pro Prima divisione e sale in Serie B. L'anno seguente diventa capitano degli umbri ma a causa di un brutto infortunio contro il Cesena, in cui si procura una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio con trauma distorsivo, è operato a Villa Stuart e deve saltare gran parte della stagione.
Pienamente ristabilito sul piano fisico, nel 2013-14 arriva l'importante passaggio all'Avellino, ancora in Serie B. A volerlo fortemente è il tecnico Massimo Rastelli. Con lui Pisacane trova grande continuità e fa ulteriori passi avanti nella sua crescita. Assieme alla squadra è protagonista di due grandi stagioni, e nel 2015 sfiora la promozione in Serie A venendo eliminato nelle semifinali dei playoff.
Fabio è ormai pronto al grande balzo: nel 2015 su di lui punta il Cagliari del presidente Tommaso Giulini, chiamato a ricostruire la squadra dopo la retrocessione dalla Serie A. Il difensore segue il suo mister in Sardegna, dove arriva al termine di una trattativa non semplice fra i rossoblù e l'Avellino. Il nuovo acquisto si cala subito nella parte ed è fra i protagonisti dell'immediato ritorno in Serie A dei sardi con 30 presenze e un goal.
Il sogno di Pisacane di giocare in Serie A è coronato l'anno seguente. Il 18 settembre 2016 il napoletano fa a 30 anni il debutto nella massima serie con la maglia rossoblù nella partita interna contro l'Atalanta, vinta 3-0 dagli isolani. Dopo la gara, Pisacane, che fino a quel momento aveva tenuto nascosta la sua storia, fa 'outing' e racconta ai microfoni dei media della sua lotta con la malattia.
"Ce l'ho fatta e mi godo questo momento. Stava succedendo l'impossibile, ma ringraziando Dio non poteva finire così. Oggi il destino mi ha dato una grossa mano. Per me è stata una giornata. Da quando ho capito che potevo giocare in settimana, mi sono passati davanti tutti i momenti più brutti. Sono stati quattro mesi che pensavo notte e giorno a questo momento e ai problemi che ho passato per arrivarci. Non ho mai mollato un secondo".
Poi l'emozione ha il sopravvento e, inevitabili, arrivano, copiose, le lacrime.
"Scusate, non ce la faccio...".

CALCIATORE DELL'ANNO NEL 2016
Nel mese di dicembre del 2016 Pisacane è insignito dal 'Guardian' del premio di 'Calciatore dell'Anno' "per la sua straordinaria determinazione a raggiungere la Serie A dopo avere sofferto della sindrome di Guillain-Barré all'età di 14 anni''.
La ribalta nazionale e internazionale non gli fa montare la testa.
"Devo dire onestamente che non ho fatto niente per diventare un eroe o un esempio. Non fa parte del mio modo d’essere, sono un ragazzo semplice. Penso di avere un po’ di umiltà e questa umiltà non mi fa pensare che gli altri possano considerarmi un esempio".
Per tutti i tifosi diventa 'Pisadog'. A ripagarlo dei suoi sforzi sono soprattutto i risultati sul campo. E nell'ultima giornata della sua stagione d'esordio in Serie A, arriva anche il primo goal, a San Siro, contro il Milan, la squadra del suo idolo Maldini. Pisacane diventa una bandiera del Cagliari e anche con l'arrivo di Rolando Maran in panchina al posto di Rastelli si conferma uno dei difensori più affidabili del campionato. Dopo aver dato un apporto prezioso ai rossoblù nella conquista di 3 salvezze consecutive, nel 2019/20 si alza l'asticella.
La squadra sarda, dopo un calciomercato importante, è protagonista di un ottimo girone di andata, che chiude al 6° posto, in piena zona Europa League. Pisacane gioca per alcuni mesi con un rendimento elevatissimo, tanto da sfiorare a 33 anni la convocazione in Nazionale. Poi un netto calo, come tutta la squadra, prima della chiusura con Walter Zenga fino all'improvviso addio. Pisacane ha chiuso la sua carriera nel 2022 a Lecce, in Serie B. Ma un pezzo di cuore è rimasto a Cagliari.