Hamsik Sarri NapoliGetty Images

Napoli, Hamsik racconta Sarri: "Era un malato di campo"

Sembrava destinato a lasciare Napoli per trasferirsi in Cina ma alla fine, complice il pressing del nuovo tecnico Ancelotti, Marek Hamsik è rimasto in azzurro e con la fascia da capitano al braccio.

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"Ormai Napoli è casa mia e sono orgoglioso di stare qua. È una città in cui vivo bene e in cui non mi sento straniero. Spero di portare ancora avanti la mia carriera nel Napoli. Per un calciatore è l’ambiente ideale", assicura Hamsik intervistato da 'Il Corriere dello Sport'.

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Nonostante questo però vincere lo Scudetto resta dannatamente difficile: "Ci sono squadre molto forti, squadre costruite da anni per vincere in Italia. Squadre che ora sembrano costruite persino per vincere in Europa". Ogni riferimento alla Juventus non è casuale.

Quindi Hamsik prova a spiegare le differenze tra Sarri e Ancelotti: "Il mister ci ha fatto capire, in poche settimane, di essere una persona stupenda, aperta. Ci dà tanti consigli, è molto simpatico e sta lavorando molto bene. Non per caso ha vinto dovunque è stato, in Europa.

Sarri era un uomo del campo, viveva ventiquattro ore su ventiquattro in campo. Era davvero malato, veramente, non trascurava niente, neanche i minimi particolari". 

Tanto che quando gli si chiede quale sia stato l'allenatore più importante della sua vita Hamsik non ha dubbi: "Quello che mi ha migliorato di più, mi ha fatto evolvere tecnicamente e tatticamente, è mister Sarri".

Infine il capitano del Napoli non dimentica neppure un altro grande ex come Pepe Reina che stasera tornerà al 'San Paolo' da avversario con la maglia del Milan: "Grande cervello, grande persona. Un leader". Proprio come Hamsik.

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