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Juventus, Bernardeschi esalta la Champions: "Competizione a parte"

Approdato alla Juventus nell’estate del 2017, Federico Bernardeschi nel corso degli ultimi anni non solo ha vinto due Scudetti, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italia, ma si è anche consacrato come uno dei migliori giocatori italiani, diventando tra l’altro uno dei membri inamovibili del gruppo della Nazionale maggiore.

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Bernardeschi, intervistato da Juventus Tv, ha parlato degli inizi della sua carriera da calciatore.

“Quando sei bambino il calcio è solo un gioco, poi è crescendo che comprendi che può diventare il tuo lavoro. Siamo persone fortunate, facciamo ciò che ci piace tanto. Bisogna dedicarsi al massimo alla propria passione e bisogna essere soddisfatti di quello che si fa”.

L’esterno della Juventus non è scaramantico, una delle cose che gli dà forza è anzi la fede.

“Mi faccio il segno della croce quando entro in campo, perché credo molto in Dio e in quel momento è come se mi accompagnasse. Per questo la maglia numero 33? Assolutamente si. Ho un braccio tutto dedicato alla mia fese, il primo tatuaggio è stato il Padre Nostro”.

Dopo le partite, Bernardeschi non è solito leggere le pagelle sui giornali.

“Sinceramente non le leggo, un giocatore sa già se ha fatto bene o ha fatto male. Giochiamo da anni, sappiamo come è andata la partita. I complimenti fanno piacere, ma anche le critiche purché siano costruttive e non cattive”.

Bernardeschi ha spiegato come la Champions League rappresenti una competizione completamente diversa dalle altre.

“E’ una cosa a parte, in Champions contano mille dettagli, mille fattori diversi. Affronti le migliori squadre d’Europa e tutto può cambiare in un secondo. Serve un grande sforzo mentale, gli avversari sono forti e certe cose possono succedere solo in Champions League. E’ questo il bello ed è anche il motivo perché è dura vincerla”.

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