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Juric Atalanta GFX HDGOAL

Juric-Atalanta, è finita: dal post Gasperini all'addio di Retegui al caso Lookman, non ha funzionato quasi nulla

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L'ufficialità non c'è ancora, ma la scelta è stata fatta: l'Atalanta ha deciso di esonerare Ivan Juric. Il tecnico croato paga la sconfitta interna contro il Sassuolo di domenica, brutale sia nel risultato (0-3) che nei modi in cui è arrivata.

La Dea ha sfiorato il vantaggio nel primo tempo con Lookman, poi si è sciolta come neve al sole di fronte alle iniziative avversarie. Berardi ha segnato su rigore, Pinamonti ha raddoppiato, ancora Berardi ha piazzato i chiodi sulla bara nerazzurra. E al termine dell'incontro il pubblico della New Balance Arena ha contestato sia la squadra che l'allenatore.

Allenatore che, di fatto, si prepara a diventare ex per fare spazio a Raffaele Palladino. Dopo appena cinque mesi dal suo ingaggio e nemmeno tre dall'inizio del campionato. In pratica, un fallimento quasi su tutta la linea.

I motivi? Più di uno. Sia individuale che di squadra. Tutti a concorrere verso lo stesso, malinconico esito: il licenziamento ormai alle porte di un allenatore che non riesce più a ritrovare sé stesso.

  • Gasperini RomaGetty Images

    IL NUOVO CICLO POST GASPERINI

    C'era probabilmente da aspettarselo, del resto. Specialmente dopo quasi un decennio con Gian Piero Gasperini e l'apertura di un ciclo che ha portato l'Atalanta stabilmente tra le grandi della Serie A, in Champions League, per due volte in finale di Coppa Italia e infine a toccare l'apice col trionfo in Europa League a Dublino.

    Ogni ciclo che si chiude porta con sé degli scossoni. E ogni ciclo ha bisogno di tempo per essere aperto. Juric è stato scelto dall'Atalanta soprattutto per questo motivo: per dare continuità al gioco di Gasperini. Il legame è arcinoto: i due si sono conosciuti a Crotone e il Gasp ha voluto con sé il croato anche a Genova, avviandolo verso una nuova vita in panchina tra Inter e Palermo, avventure in cui l'ha inserito nel proprio staff.

    Ma la scossa di assestamento del passaggio da Gasperini a Juric è stata troppo intensa e ha finito col destabilizzare l'ambiente, che ha risentito in maniera forse scontata dell'addio del cardine di un decennio da sogno. Concetti simili ma al contempo nuovi, nuovi metodi di lavoro, nuovo allenatore: serviva tempo, ma il tempo è tiranno. Specialmente nel calcio, specialmente ad altissimi livelli.

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  • Juric Udinese AtalantaGetty Images

    QUELLA SENSAZIONE DI SFIDUCIA

    Quando l'Atalanta ha scelto Juric, in tanti hanno alzato un sopracciglio. Ma come: non è l'allenatore che nella scorsa stagione è stato esonerato dopo poche partite dalla Roma e ha accompagnato il Southampton verso un'ingloriosa retrocessione dalla Premier League alla Championship?

    Se la dirigenza nerazzurra ha puntato tutto sul croato, preferendolo ad altri nomi emersi nel corso delle settimane come lo stesso Palladino o Thiago Motta, la sensazione di sfiducia era palpabile. Sia a Bergamo che da parte della critica. Specialmente per l'apparente e a tratti stordente dissonanza tra il rendimento recente delle squadre allenate dal croato e quello dei nove anni di Gasperini.

    Juric ha fatto benissimo a Verona con una squadra appena promossa. Poi si è guadagnato la chiamata del Torino, ma senza riuscire a far fare il salto di qualità ai granata: in tre anni ha chiuso decimo, ancora decimo e infine nono ma a pari punti col Napoli. Sempre distante dall'Europa.

    Prima di arrivare all'Atalanta, inoltre, Juric non aveva mai allenato una squadra di questo livello. Sì, la Roma nel 2024/2025: ma è un'avventura che, come detto, è finita quasi sul nascere.

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  • Retegui AtalantaGetty Images

    L'ADDIO DI RETEGUI, UN ATTACCO CHE NON VA

    Stordente è anche la dissonanza tra il rendimento offensivo dell'Atalanta nelle stagioni gasperiniane e quello di quest'anno. Le goleade, i 5-0, i 6-1, gli 8-2 sembrano un ricordo lontanissimo: le poche settimane di Juric hanno offerto la realtà di una squadra tremendamente in difficoltà al momento di trovare la porta avversaria.

    Ha pesato l'addio di Mateo Retegui, ovvio. E come potrebbe essere altrimenti, quando perdi il capocannoniere del campionato? La cessione dell'italo-argentino ai sauditi dell'Al Qadsiah è stata probabilmente improvvisa, e di certo non è stata rintuzzata nel migliore dei modi. Carta canta, e a cantare sono soprattutto le prestazioni poco incoraggianti sia di Nikola Krstovic che di Gianluca Scamacca.

    Il primo, preso dal Lecce verso la fine del mercato, ha segnato solo una doppietta a Torino e per il resto è sempre rimasto a secco. Il secondo ha continuato a battagliare con il fisico, con gli infortuni, con una condizione costantemente da ritrovare. Un centravanti titolare, di fatto, diversamente dall'anno scorso non c'è.

    I numeri parlano chiarissimo: l'Atalanta ha segnato solo 13 reti in campionato contro le 26 dell'Inter. Quasi la metà di queste è arrivata da due goleade illusorie e ravvicinate: 4-1 al Lecce, 3-0 al Torino. La squadra di Juric è rimasta a secco 4 volte nelle ultime 7 partite, vincendone solo una: quella di Marsiglia.

  • Lookman AtalantaGetty Images

    IL CASO LOOKMAN

    Il fatto che il calciatore più rappresentativo della squadra abbia proceduto a un ammutinamento, mettendosi a disposizione dell'Atalanta e di Juric solo a stagione iniziata, di certo non ha aiutato. E qui ogni riferimento ad Ademola Lookman è tutt'altro che casuale.

    La storia è nota e merita di essere riassunta solo per sommi capi: Lookman che in estate chiede la cessione all'Inter, l'Atalanta che gliela nega, il nigeriano che se la prende e si autoesclude dalla rosa, dando il via a una guerra di nervi durata settimane. Il tutto prima di fare marcia indietro a testa bassa, sì, ma con una condizione non paragonabile a quella dei compagni in virtù di un precampionato praticamente saltato. La ciliegina sulla torta? Lo screzio con Juric a Marsiglia. Di tutto e di più.

    Lookman non ha fatto peggio di altri contro il Sassuolo: tutt'altro. Anzi, da una sua iniziativa è nato un quasi goal che avrebbe forse cambiato il corso delle cose (strepitoso Idzes). Ma non è stato il Lookman della scorsa stagione e di quelle prima, e non solo perché fino a questo momento è andato a segno solo una volta, contro il Milan.

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  • De Ketelaere AtalantaGetty Images

    PRESTAZIONI ALTALENANTI

    Quanto alle prestazioni, Juric ha battuto spesso su un tasto negli ultimi giorni: "La squadra ha fatto benissimo fino alla partita di Udine, ha fatto grandi prestazioni - ha spiegato ad esempio a Sky prima della gara di Marsiglia - Poi a volte nel calcio ci sono tante componenti. Contro l'Udinese è stato un calo di prestazione che a mente fredda ci sta dopo 10-12 partite fatte molto bene".

    Non ha tutti i torti, Juric, quando dice che "basta vedere le partite": col Milan l'Atalanta è apparsa in salute, a Marsiglia avrebbe potuto vincere ben prima del 90', contro la Lazio ha dominato peccando in precisione e fortuna, ha fermato la Juventus a casa sua. Però il livello, escludendo la notte del Velodrome, si era abbassato negli ultimi tempi: da Cremona a Udine, passando per il colpo di grazia del Sassuolo, non era più la stessa Dea. E la classifica non è accettabile per una squadra di questo calibro.

    Tutto questo ha portato alla decisione della dirigenza atalantina di cambiare ora, sfruttando il periodo di tempo che la sosta concederà al nuovo allenatore. Che sarà, a meno di sorprese, Raffaele Palladino. Il quale spera ora di rimettere a posto i cocci, conscio però di come le difficoltà saranno più o meno le stesse: raccogliere l'eredità di Gasperini non è facile per nessuno.