Allegri lo stima, ma Loftus-Cheek non è incedibile: perché può lasciare il Milan a gennaio

Fin dal primo giorno a Milanello, Max Allegri non ha mai nascosto la stima nei confronti di Loftus-Cheek. Il tecnico apprezza molto la sua duttilità e la sua fisicità e più volte lo ha pungolato chiedendogli  maggiore incisività anche in zona goal (solo una rete realizzata fino a questo momento in campionato).

Loftus-Cheek è uno dei titolari del Milan. Allegri lo schierato in 17 partite tra tutte le competizioni disputate, impiegandolo in diverse posizioni: nel suo ruolo naturale di mezzala di centrocampo, da esterno destro (a gara in corso) e anche da sottopunta. Una duttilità che il tecnico rossonero apprezza molto.

Perché allora Loftus-Cheek può lasciare il Milan a gennaio? L’inglese ha dato il suo contributo alla causa, ma non è stato decisivo (un solo goal) come Allegri si attendeva. Inoltre a centrocampo il Milan ha diverse opzioni: da Ricci a Jashari, oltre a Fofana con cui Loftus-Cheek è spesso in ballottaggio.

Inoltre il Milan potrebbe pensare di sacrificare Loftus-Cheek per una questione prettamente economica: i soldi incassati dalla sua cessione sarebbero infatti reinvestiti per regalare ad Allegri un nuovo difensore, reparto decisamente più carente rispetto al centrocampo.

Inoltre, come riportato ‘Calciomercato.com’, Loftus-Cheek è in scadenza di contratto a giugno 2027 e il Milan non ha ancora deciso se iniziare o meno la trattativa per il rinnovo.

Sempre secondo le informazioni di ‘Calciomercato.com’, se dovesse arrivare un’offerta da circa 10 milioni di euro allora il Milan la valuterebbe: al momento però sono arrivate solo delle richieste di informazioni da parte di club inglesi e del Besiktas.

Chi vorrebbe Loftus-Cheek nella sua squadra è Maurizio Sarri, tecnico che lo ha allenato con ottimi risultati al Chelsea: come riporta Alfred Pedullà, però, ci sono due ostacoli per vedere il calciatore alla Lazio a gennaio. Il primo è relativo all’elevato ingaggio del centrocampista, circa 4 milioni di euro, il secondo per via dei rapporti piuttosto gelidi tra il ds del Milan Tare e la sua ex società.