Chi vuol essere Lamine Yamal. O, se volete, tradotto: "L'inarrestabile 'fomo' nel trovare, a tutti i costi, in casa nostra un talento da paragonare a chi talento, in realtà, non è". Perché va fatta una precisazione, prima di qualsiasi tipo di discorso: la continua ricerca di un giocatore come lo spagnolo è una sconfitta annunciata. Lo ribadiamo, con decisione: Lamine Yamal non è un talento. Lamine Yamal è un fenomeno. Forse, ma il tempo ce lo dirà, un extraterrestre.
Capirete bene il motivo per cui far partire il solito processo ai settori giovanili, e alla qualità dei giovani italiani, prendendo come spunto l'esterno del Barcellona sia un handicap, se si vuole davvero riuscire a raggiungere dei risultati concreti in chiave scouting.
Riformuliamo, dunque, le premesse: l'Italia, all'indomani degli Europei tedeschi, deve sì ripartire dalla ricerca dei talenti, ma senza ambire a trovarne uno paragonabile a chi va fuori dall'ordinario. E, in questo senso, la qualità Azzurra non manca. Il primo nome che è venuto in mente a tutti, ovviamente, è quello di Francesco Camarda.
Un giocatore che sembra effettivamente destinato a scrivere pagine importanti del calcio italiano, ma allo stesso tempo, proprio nell'estate della consacrazione di Yamal, al centro di un dibattito sulle strategie del Milan, proprietario del suo cartellino. "Perché Camarda non gioca in prima squadra e, al contrario, giocherà al Milan futuro?". Proviamo a ragionarci.