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BuongiornoGetty Images

La prova di Buongiorno: un investimento sull'Italia del futuro

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L'Italia, seppur con qualche patema di troppo, è riuscita a staccare il pass per Euro2024. Per la qualificazione alla fase finale della massima rassegna continentale è bastato lo 0-0 contro l'Ucraina. Un pareggio equivalente al minimo sindacale, ma che si rivela sufficiente per scacciare qualsiasi tipo di fantasma.

Tra le note positive della gara disputata alla BayArena di Leverkusen, spicca sicuramente la prova del pacchetto difensivo, all'interno del quale ha destato buonissime sensazioni la prova di Alessandro Buongiorno.

Il difensore del Torino, schierato con una maglia da titolare da Luciano Spalletti al fianco di Acerbi, ha inscenato una prova di grande personalità.

In altre parole, una bellissima scoperta sia per il presente che per il futuro di un intero reparto, anch'esso ridisegnato da un autentico ricambio generazionale

  • PERSONALITÀ

    Personalità. Sì. La gara di Alessandro Buongiorno la si può fotografare soltanto con questo concetto chiave. Appesantito dopo appena sette minuti da un cartellino giallo, speso per contrastare uno scatenato Dovbyk. L'attaccante del Girona si è rivelato un'autentica spina nel fianco, ma il centrale classe 1999 è riuscito a rimanere a galla nonostante una prima parte di gara in totale apnea, uscendo alla distanza e smorzando ogni pericolo con una prova pressoché impeccabile.

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  • LA PRIMA DA TITOLARE

    Per Alessandro Buongiorno, quella contro l'Ucraina, è stata la seconda partita ufficiale giocata con la maglia dell'Italia. Dopo aver esordito nella finale per il terzo e quarto posto di Nations League contro l'Olanda, e sotto la guida tecnica di Roberto Mancini, il difensore del Torino ha collezionato i primi minuti anche con Luciano Spalletti. Rispetto alla gara di Nations League, la posta in palio alla BayArena era decisamente più alta. E il contributo di Buongiorno al raggiungimento dell'obiettivo finale è stato di quelli considerevoli.

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  • LA DIFESA DEL FUTURO

    La titolarità di Alessandro Buongiorno certifica quel ricambio generazionale che, di fatto, ha riscritto i connotati dell'intero pacchetto difensivo italiano. Con l'ultima Nations League, disputata con ancora Roberto Mancini in qualità di ct, si è di fatto chiusa un'era. Nella Final Four disputata in terra olandese era ancora Leonardo Bonucci il pilastro centrale della difesa azzurra. Oggi, il centrale dell'Union Berlino è fisiologicamente uscito dai radar della Nazionale di Spalletti, ormai deciso a innestare un nuovo ciclo, del quale Buongiorno farà inevitabilmente parte. Così come i vari Acerbi, Bastoni e Scalvini. Un'era si è chiusa, dunque. E un'altra è già pronta ad iniziare.