Stuart TomlinsonGetty/Goal/Youtube

Potenza allo stato puro: dal calcio a WWE e bodybuilding, Stuart Tomlinson

Uno sport di velocisti. Sì. Per piccoletti imprendibili. Certo. Pesi massimi? Limitati, ma comunque presenti tra difesa, centrocampo e attacco. Nel calcio serve agilità, sapersi muoversi in ogni frangente, andare oltre il proprio peso ed essere leggiadri. Ibrahimovic insegna: con un duro allenamento alle spalle, il fisico serve solo per contrastare gli avversari, spazzandoli via. Spazzando via i dubbi sull'immobilità data da 95 kg. Dimensioni impercettibili, perchè accettate nel calcio moderno, ormai pregno di giganti in ogni ruolo. Neanche quando l'occhio si sposta tra i pali ad osservare l'ago della bilancia oltre il canonico peso, massimo, si considera quanto un portiere debba aver lavorato per coniugare altezza oltre il metro e 90, un peso tendente a 100 e ciò nonostante una velocità di reazione incomparabile. Da fuoriclasse del ruolo. Più il peso sale e l'altezza scende, quasi presentandosi agli opposti, si nota la discrepanza del ruolo. La regola, mai scritta ma figlia dell'istinto del considerarla ovvia, sembra essere appesa all'architrave sopra le teste dei tifosi: se un portiere ha un peso molto più alto rispetto alla sua statura, non può distinguersi. Di base, forse. Ma sta tutto nella reattività imparata, modellata, conquistata alla nascita. Più i due dati vanno verso gli opposti, la massa muscolare è visibile. Tema di discussione. Gli esempi? Schmeichel, Peruzzi e Kahn, i celeberrimi. Simboli degli anni '90, esplosivi. Come calabroni, sapevano di non poter volare come gli altri. E invece eccome se lo facevano. Come ha fatto in misura minore, anche Stuart Tomlinson.

Schmeichel, Peruzzi, Kahn. Tre giocatori che hanno alzato la Champions League, vinto con la propria Nazionale, impresso i propri guanti su freschi terreni da cui ricavare il calco delle proprie mani. Inimitabili. Tomlinson al massimo ha conquistato la FA Trophy. Occhio, non la FA Cup. Magari, forse pensa Stuart dall'antica Terra d'Albione. Un trofeo per squadre semi-professionistiche, che Stu, oggi 36enne, ha conquistato nel 2010 dopo aver lasciato definitivamente la prima fidanzatina della sua carriera, il Crewe Alexandra di Cheshire.

Di portieri come Tomlinson se ne sono visti pochi, non solo il Gran Bretagna. La sua struttura fisica era diversa dalla maggior parte dei portieri, anche dai già citati fuoriclasse del passato danesi, italiani e tedeschi. A differenza di Schmeichel, Peruzzi e Kahn, non ha mai raggiunto l'ultimo gradino nel tempio del calcio. Si è fermato a metà, vuoi per il destino, vuoi per un'abilità non equiparabile a quella dei colleghi. Stuart, però, ha sempre impressionato, volando, lanciandosi da un palo all'altro (metaforicamente) in stile Wakashimazu, andando oltre i suoi cento kg per 185 cm. Una differenza abissale per un portiere, che per il ragazzo di Chester non è mai stata un problema.

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MAI AL TOP DEL CALCIO INGLESE

Ben piazzato fisicamente, Tomlinson è cresciuto con il Crewe, guadagnandosi da vivere con il calcio nelle serie minori. Stipendi di inizio millennio anni luce lontani da quelli di Premier, ma anche dalla Championship che avrà modo di studiare solamente nelle prime annate da adolescente, passate a metà nelle giovanili e metà in prima squadra. Alla passione per il calcio, ha sempre parallelamente unito quella per il fitness. Diventando un tank, un carro armato nelle uscite. I centrimetri mancanti in altezza, sono sostituiti da quelli in larghezza muscolare. E così gli avversari sbattono su di lui. Il pallone si infrange su Stuart. Così come i suoi sogni.

Continuamente bersagliato dagli infortuni, Tomlinson sarà costretto a dire addio al calcio per un serio problema al ginocchio, l'ultimo dei tanti k.o riscontrati durante la carriera. Caviglie, crociati, legamenti. Saltano. Li salta, superandoli e tornando in campo. Nei momenti giusti, quando le squadre delle categorie superiori lo osservano per portarlo dalla propria parte, più che come calciatore che come bodyguard, c'è sempre qualcosa con cui fare i conti. I problemi fisici, innanzitutto, ma anche offerte economiche spesso giudicate ridicole dai propri club e prese di posizione da parte degli stessi, insuperabili.

TomlinsonGetty

Con un fisico da bodybuilder, forse ciò che veramente fermerà Tomlinson da essere un portiere inglese in vista, sarà proprio il suo essere così piazzato. Un estremo a cui guardare con curiosità più che rispetto. Desiderio, invidia, crack. Si intende stop definitivo, non fenomeno. Perché comunque la si pensi Stuart, non lo è mai stato. Buon portiere, ma non eccezionale. Quei numero uno che fanno la loro figura in Championship e che anche davanti a qualche sparuta occasione in Premier, alla fine devono accontentarsi della terza, se non quarta, serie.

Quando ai tempi del Burton Albion, in quarta serie, soffre la rottura del legamento crociato anteriore, è costretto a ritirarsi. Ha appena 28 anni. Non può fare altrimenti, perché i medici sono chiari: rischia guai peggiori di dover saltare una gara nei dintorni delle verdi campagne inglesi. La tristezza è tanta, ma la fine è solo l'inizio.

Tomlinson ha infatti un bell'aspetto, un fisico scultoreo ed esperienza nello sport. Sa come rendere il suo corpo il più perfetto possibile, studiando valori nutrizionali, intervalli tra i pasti, serie di allenamenti. Viene contattato dalla nota rivista Men's Health, la cui copertina è ambitissima in tutto il mondo. Ci finirà sette volte, come recita attualmente la descrizione del suo profilo Instagram. Sarà una delle prime, però, a far conquistare a Tomlinson una particolare richiesta, inaspettata anche per un Ercole come lui. La WWE:

"Devo un enorme ringraziamento a Men's Health. La WWE ha visto le mie foto sulla rivista e mi ha contattato per un provino".

WWE: LA PASSIONE DIVENTA LAVORO

La federazione di wrestling statunitense, di gran lunga la più famosa al mondo, giudica prima la copertina. E poi il libro. Uno sportivo con 100 kg di muscoli? Requisito. Con la prospettiva di lavorare come modello, Tomlinson si butta anche nella possibilità WWE a sorpresa. Non che Stuart sia completamente estraneo al mondo di Rick Rude, Jake 'The Snake' Roberts, Macho Man. Come raccontato al Mirror, si è sempre trattato comunque di un suo vecchio appassionato interesse:

"Io e mio fratello maggiore facevamo sempre wrestling e avevamo tutte le vecchie videocassette VHS. Siamo cresciuti guardando loro, è qualcosa che mi ha sempre interessato. Se chiedessi a qualcuno dei ragazzi con cui giocavo a calcio, diranno che ero sempre lì a guardare Monday Night Raw. Che scherzavo in giro per l'allenamento cercando di combatterli".

E con un fisico così, forse è meglio di no. Tomlinson gioca a calcio nel weekend, si allena durante la settimana, unisce una doppia passione che lo porterà ad avere entrambi:

"Stavano cercando talenti dal Regno Unito, sono stato fortunato Ho fatto una prova, mi hanno subito fatto firmare il contratto ed eccomi qui".

I due mondi, però, sono ben diversi. Il calcio e il wrestling sono realtà diverse e hanno al loro interno, anche possibilità diverse. Il contenuto ha anche somiglianze comuni ad ogni settore: senza esperienza, non si può avere tutto e subito. Tomlison deve aspettare il suo momento, che sotto la bandiera WWE arriverà solamente nell'autunno 2014, un anno dopo la firma con la società di Vince McMahon:

"Non c'è modo come calciatore senza esperienza di entrare direttamente nella prima squadra del Real Madrid, quindi ho capito che ci sarebbe voluto del tempo. Non entri e ti aspetti di essere al livello più alto. Quello che forse mi ha impedito di essere più in TV sono le lievi ferite riportate".

Se avete avuto modo di assistere ad una trasmissione WWE, sia essa Smackdown, Raw o gli eventi pay-per-view ad esse connessi, la dicitura ad inizio della stessa è continuamente presente, necessaria: "Don't try this at thome". Insomma, ok il mito dei lottatori, ma non provate ad imitarli a casa. Perché dietro la lotta c'è l'allenamento da stuntman. Il saper ricevere botte in maniera coreografiche senza rischiare la propria vita:

"Il mio primo anno sono stato abbastanza fortunato da andare a WrestleMania per NXT Axxess, ed è stato allora che mi sono strappato i bicipiti lì. Ho imparato a farmi sbattere su un tavolo, a volte per 50 volte di fila. Ho imparando a farlo in sicurezza, ma sento ancora di avere un colpo di frusta"

Tomlinson è uno delle poche decine di candidati che riescono ad entrare nel circuito WWE a fronte di oltre 10.000 grazie, le faremo sapere. Ciò, nonostante, però, il nome di Hugo Knox, nickname utilizzato dopo il passaggio al wrestling, non sarà mai veramente brillante. La federazione lo utilizzerà in patria e in terra irlandese per le esibizioni NXT, divenuto col tempo terzo roster ufficialmente alla pari di Raw e Smackdown, ma in termini di copertura mediatica decisamente inferiore ai due grandi ventennali storici show.

Nel mondo del wrestling, Tomlinson impara nuove tecniche, mostrando tutta l'agilità dei suoi tempi calcistici. Le stesse che non riuscivano a convincere i tifosi avversari, sempre intenti a chiamarlo fat, insinuando con canti carichi di sfottò che avesse ingurgitato tutte le torte presenti in città. Dei 112 kg raggiunti tra il 2014 e il 2016, anno in cui lascerà la WWE, di grasso corporeo se ne vede ben poco. Suplex, elbow, dropkick. Mosse base del wrestling con indosso uno striminzito slip a pois.

Non utilizzabili quando nel 2017, conscio dei suoi cronici problemi alle ginocchia, tornerà in campo nella sesta serie inglese. All'Altrincham FC chiude definitivamente con il calcio, passando a tempo pieno ad una vita da modello, personal trainer e amante dei cani. I suoi piccoli British Bulldog hanno persino un proprio profilo Instagram. Infinitesimali, sia appena nati, sia nelle loro dimensioni medie di 40 cm, rispetto al corpo del loro amico Stuart. Che fu atleta di wrestling e calciatore. Portiere, senza esserlo agli occhi generalisti. Ma essendolo molto più di altri.

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