Spinelli vuole lasciare il LivornoGetty Images

Spinelli contro la ripresa dei campionati: "Lotito smetta di rompere i coglioni"

Quello della ripresa dei campionati è un tema sul quale si sta dibattendo molto nelle ultime settimane. Il calcio italiano è stato costretto a fermarsi a causa dell’emergenza Coronavirus e, in attesa di capire se e in che modo si potrà tornare in campo, non tutti i club sembrano pensarla allo stesso modo.

Se alcune società spingono infatti per portare i vari tornei alla loro naturale conclusione, ce ne sono altri che propongono invece di chiudere qui la stagione.

Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, parlando a Primocanale, ha spiegato perché, a suo dire, non ci siano le condizioni per ripartire.

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“Il calcio è mantenuto dagli imprenditori e dobbiamo ricordarci che senza di loro il calcio è morto. La maggior parte degli stabilimenti di tutti gli imprenditori in Italia sono fermi perché ci sono dei dipendenti che hanno contratto il Coronavirus. La stessa cosa vale anche per molti giocatori, ma prima che questi si riprendano non passano due o tre mesi. Oggi tra l’altro non ci sono nemmeno i tamponi per coloro che sono in ospedale o nelle case di riposo, per i medici che sono impegnati nel salvare le vite umane”.

Spinelli ritiene che sia giusto ridisegnare i campionati ripartendo poi a settembre.

“Le squadre non si allenano da un mese e mezzo, ci sono giocatori che sono andati all’estero. Come è possibile immaginare 30 calciatori in uno spogliatoio? Si dice che molte società possano fallire, ma io non credo che ci sia questo rischio. Io ho proposto la promozione in Serie A per le prime due di B e la promozione in B per le prime tre di Serie C, in modo da giocare un campionato di A a 22 squadre e una B a 21. La speranza poi è che a settembre si possa ripartire tutte alla pari”.

Tra i presidenti che spingono di più per una ripresa dei campionati sembra esserci Claudio Lotito.

“Lotito la deve smettere di rompere i coglioni a tutti. Lui e quello del Napoli vogliono giocare a tutti i costi perché vivono una situazione diversa. A Roma c’è una situazione diversa rispetto alla Lombardia, lì ci sono pochi contagi. Ringraziando il cielo sono più fortunati, sono stati meno colpiti”.

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