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Simone Zaza, il bomber di Metaponto: il Taekwondo, lo Scudetto con la Juventus, la Nazionale e la rinascita con il Valencia

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"Io quando gioco sono sempre un po' ignorante. Ci metto foga, cattiveria, anche se a volte finisco per esagerare. Però sì, secondo me ci vuole un po' di ignoranza per fare bene" - Simone Zaza a 'Calcio2000'

"Una buona carriera, ma avrebbe potuto fare di più". Il giudizio sul percorso calcistico di Simone Zaza, in perenne contrasto fra ciò che l'attaccante avrebbe potuto fare e quello che è stato realmente, in un'altalena di vicende talvolta difficile da spiegare, trova in sintonia gran parte degli esperti.

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Il bomber di Metaponto, partito dalla sua Lucania, si è messo in evidenza da giovane con la sua velocità e il potente sinistro ed è riuscito a sbarcare in Serie A. Poi ha dovuto fare la gavetta, è esploso ad Ascoli e il massimo campionato se l'è guadagnato sul campo. Dal Sassuolo è passato alla Juventus, con cui ha vinto da rincalzo Supercoppa Italiana, Scudetto e Coppa Italia.

La maglia bianconera è stata il tramite per la Nazionale. L'avventura in azzurro parte bene, sotto i migliori auspici, ma finisce malissimo: con un rigore fallito contro la Germania nei quarti di finale di Euro 2016, e una rincorsa comica che diventa un tormentone e un meme e gli causerà tante critiche.

L'episodio segna una ripida discesa: il prestito di 6 mesi al West Ham è un flop, ma poi, al Valencia, Simone in un anno e mezzo si rilancia e dimostra di poter fare ancora bene. Torna così in Italia, per vestire la maglia del Torino.

Il rendimento è inferiore alle attese, e la punta in granata finisce per avere un ruolo sempre più marginale in rosa (nemmeno un goal nel 2021/22), con la chiara sensazione, nonostante abbia compiuto solo 31 anni, che abbia intrapreso la via discendente della sua avventura da calciatore.

DAL TAEKWONDO AL CALCIO

Simone Zaza nasce a Policoro, in provincia di Matera, il 25 giugno 1991. Vive però con la sua famiglia a Metaponto, frazione di Bernalda. La storia del futuro attaccante azzurro parte dalla sua Lucania, alla quale resterà sempre molto legato.

A 6 anni, infatti, Simone entra nella Scuola calcio della Stella Azzurra Bernalda, anche se il primo amore sono le arti marziali, in particolare il Taekwondo, che Simone pratica dagli 8 agli 11 anni. Ma quando va alle scuole medie qualcosa cambia e si accende la fiammella per il calcio.

"Ogni mattina la solita storia - racconterà mamma Caterina nel 2014 a 'La Gazzetta dello Sport' - davanti alla tv a rivedersi i goal di Van Basten in videocassetta. E tra un biscotto e l'altro arrivava a scuola giusto in tempo".

Quella per 'Il Cigno di Utrecht' è una vera e propria idolatria, che porterà Simone, che tifa Matera, la squadra del suo capoluogo di provincia, a voler diventare un calciatore professionista.

"L'ho avuto nella Scuola calcio della Stella Azzurra Bernalda fino a 13 anni - racconta a 'Calciomercato.com' il suo primo allenatore Vittorio Plati - poi l'ha preso l'Empoli per un provino ed è andato al Valdera di Pontedera, club affiliato all'Atalanta".
"Viene da una famiglia di calciatori, il padre era un attaccante, lo zio ha giocato nel Taranto e poi a Brescia. Ha ereditato da loro questa vocazione. Con il suo fisico giocava con quelli più grandi, così ha vinto da esordiente il Campionato Allievi".

I compagni di squadra lo soprannominano 'Sammina' per quel suo sinistro esplosivo. Il destro, invece, lo usa soltanto per salire sul pullman.

"L'unica sua pecca - prosegue Plati - è che usava solo il sinistro. Quando gli dicevo di sforzarsi di usare anche il destro mi rispondeva: 'Mister, non ci riesco'... Durante le partite, in caso di rigore, prendeva il pallone, mi guardava come per dire che era un suo diritto, metteva la palla sul dischetto e calciava. Era sempre goal".
"Sui calci d'angolo per gli avversari, si metteva sempre al limite della nostra area, recuperava palla e partiva in contropiede. Non lo prendevano più, ed era sempre goal, come anche sui calci di punizione. Anche in questo caso voleva sempre batterle e sapeva segnarle. Per la sua età, considerato che giocava con i più grandi, dimostrava una personalità elevata".

Dal 2005 al 2007 Zaza milita con i toscani del Valdera, società satellite dell'Atalanta, e nel 2007 si trasferisce a Bergamo per entrare a far parte del Settore giovanile della Dea. Con i lombardi si aggiudica nel 2007 il Torneo internazionale Maggioni-Righi, mentre l'anno seguente vince il Torneo Città di Arco - Beppe Viola, riservato a formazioni Under 16, e con 5 reti si laurea capocannoniere della manifestazione.

ATALANTA E SAMPDORIA E GLI ESORDI IN SERIE A

L'Atalanta capisce di avere fra le mani un potenziale gioiello. Dopo tre stagioni trascorse interamente a livello giovanile, nel 2008/09, all'età di 17 anni è convocato più volte in Prima squadra. Il 1° marzo 2009 arriva la grande occasione che Simone aspettava: Gigi Delneri lo fa entrare in campo nei minuti finali di Atalanta-Chievo 0-2. Zaza è inserito all'86' al posto di Ferreira Pinto e fa così l'esordio in Serie A.

Nella stessa stagione colleziona altre 2 presenze nel massimo campionato: il 19 aprile nella sconfitta casalinga con la Reggina per 0-1, quando disputa 14 minuti, e alla penultima giornata con il Palermo, quando subentra dopo l'intervallo al posto di Gianvito Plasmati e può disputare tutto il secondo tempo.

"Sono andato via di casa a 13 anni - ricorderà in un'intervista del 2015 con 'Calcio2000' -. Per i primi 2 anni mia madre mi ha seguito, e con lei mio padre, quando non era impegnato con il lavoro. I miei genitori mi hanno sostenuto in maniera decisiva. Ho passato 4 anni della mia adolescenza a Bergamo, un posto che non conoscevo e dove ho imparato ad ambientarmi. E sono esperienze che farei di nuovo".

Visto che mamma e papà amano i tatuaggi, Simone non può essere da meno e nel corso della sua carriera riempirà progressivamente il suo corpo di nuovi disegni. Uno di questi è la riproduzione del volto di mamma Caterina, a conferma del legame forte fra il calciatore e la famiglia.

Simone Zaza

Il giovane attaccante mancino è in scadenza di contratto, l'Atalanta prova a convincerlo a firmare il rinnovo, ma Simone non cede e così viene messo fuori rosa nel 2009/10. Dopo una stagione senza nemmeno una presenza, nell'estate del 2010 si accorda con la Sampdoria e si trasferisce a Genova dopo aver firmato un quadriennale.

In blucerchiato parte con la Squadra Primavera, ma presto arriva in Prima squadra, con Domenico Di Carlo in panchina. La stagione per la Sampdoria è negativa, visto che la squadra, che chiuderà con Alberto Cavasin al timone, finirà il campionato al 18° posto e retrocede in Serie B.

Simone disputa comunque altre 2 gare nel massimo campionato, facendo il suo esordio con la nuova maglia il 16 febbraio 2011 non in una gara qualunque: la punta mancina entra in campo al 78' al posto di Daniele Dessena nel Derby della Lanterna contro il Genoa, che si impone 0-1 con goal di Rafinha. Nella partita seguente disputa appena un minuto della gara pareggiata 0-0 al Franchi con la Fiorentina.

LA GAVETTA E L'ESPLOSIONE AD ASCOLI

Nel 2011/12, con la Samp in B, inizia per Zaza la gavetta. Simone è mandato in prestito alla Juve Stabia nel campionato cadetto. Resta a Castellammare appena 6 mesi, totalizzando solo 4 presenze, e nel gennaio 2012 scende ancora di categoria, passando, sempre a titolo temporaneo, al Viareggio in Lega Pro Prima Divisione.

Con i toscani arriva una prima svolta, visto che il giocatore lucano si ambienta bene e va per la prima volta in carriera in doppia cifra: realizza infatti 11 goal in 18 gare fra stagione regolare e playout. Il Viareggio si piazza 14° nel Girone A e mantiene la categoria.

Zaza invece passa all'Ascoli, in Serie B, ancora una volta in prestito, e con i bianconeri marchigiani esplode definitivamente. L'attaccante lucano totalizza infatti 18 goal in 35 presenze in campionato, più una partita in Coppa Italia.

"Non ho mai avuto l'ossessione di arrivare - dichiarerà a 'Calcio2000' -. La mia forza è stata l'incoscienza, perché quando giocavo, come in Lega Pro con il Viareggio, e anche quando non giocavo, come in Serie B ai tempi della Juve Stabia, dentro di me sentivo che ce l'avrei fatta, mi sentivo già forte. Intimamente ho sempre saputo di potercela fare".
"Passato all'Ascoli ho dato concretezza alle mie qualità, guadagnando l'interesse di diverse squadre di Serie A, fra cui il Sassuolo, dove sono approdato l'anno successivo".
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LA CRESCITA AL SASSUOLO E LO SCUDETTO CON LA JUVENTUS

Se l'Ascoli, nonostante le sue reti, retrocede in Lega Pro Prima Divisione, per Zaza si riaprono invece le porte della Serie A. Ad aggiudicarsi il promettente attaccante mancino è la Juventus, che versa 3 milioni e mezzo nelle casse della Sampdoria, proprietaria del suo cartellino, e lo gira in compartecipazione al Sassuolo.

Simone sa che se si giocherà bene le sue possibilità potrà poi dimostrare il suo valore con la maglia bianconera. In Emilia prende una maglia pesante, la numero 10, e trova una squadra che pratica un gioco offensivo in grado di esaltare le sue qualità, allenata da Eusebio Di Francesco.

"Con il mister ho avuto un bellissimo rapporto - dirà -. Di Francesco dal punto di vista umano è speciale, ha la capacità di far sentire importanti tutti. Poi nei periodi complicati dal punto di vista fisico e soprattutto mentale, mi ha sempre dato forza, senza mai perdere fiducia nei miei mezzi".

Anche grazie a Di Francesco, Zaza conferma le buone impressioni che aveva fatto registrare in Serie B, gioca nel tridente neroverde con Berardi, Floccari, Floro Flores e Nicola Sansone e disputa una stagione da 33 presenze e 9 goal, più 2 gare in Coppa Italia. Gli emiliani chiudono al 12° posto.

Simone firma il suo primo goal in Serie A alla 2ª giornata, nel k.o. per 4-1 al Picchi con il Livorno. Fra le sue prodezze anche un goal al Napoli al San Paolo (1-1) e 2 reti nel finale di stagione nelle sconfitte con Juventus (1-3) e Milan a San Siro (2-1 per i rossoneri).

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Confermatissimo anche nel 2014/15, l'attaccante lucano cresce ancora con 11 reti in 31 partite in campionato, più 3 presenze e un goal in Coppa Italia. Il 18 ottobre 2014 realizza il provvisorio 1-0 neroverde nell'1-1 con la Juventus al Mapei Stadium con una bella girata all'incrocio dei pali col mancino. Poi doppietta alla Roma all'Olimpico (2-2) in una gara che pone fine ad una serie di prestazioni sottotono e goal della vittoria contro il Milan, stavolta battuto a San Siro 2-1, con un'altra conclusione col mancino che si insacca sul primo palo.

Le sue prodezze gli fanno guadagnare la convocazione in Nazionale da parte di Antonio Conte e portano il Sassuolo ad ottenere uno storico 6° posto finale e la qualificazione all'Europa League. Simone non potrà però giocarla perché la Juventus decide di portarlo a Torino nel 2015/16.

L'8 agosto 2015 la punta lucana, che sceglie il numero 7, vince, pur restando in panchina, il primo trofeo senior della sua carriera: la Supercoppa Italiana, con i bianconeri che superano 2-0 la Lazio. L'esordio con i piemontesi in Serie A è datato invece 20 settembre 2015 a Genova: Madama espugna il Ferraris di Genova per 0-2 e Zaza rileva nel finale il croato Mandzukic.

Ma l'emozione più grande arriva per Simone in Champions League: il 30 settembre l'attaccante fa il suo debutto nella più prestigiosa competizione europea contro il Siviglia, entrando all'80' al posto di Morata, e pur giocando poco più di 10 minuti, conteggiando anche il recupero, realizza il goal del 2-0 contro gli andalusi, battendo con freddezza il portiere al termine di un'irresistibile fuga in contropiede.

Simone Zaza Juventus Serie AGetty

Il resto della stagione sarà meno esaltante per l'attaccante lucano, che sarà utilizzato con il contagocce dal suo allenatore Massimiliano Allegri: a fine anno saranno soltanto 24 le presenze in tutte le competizioni, condite però da 8 goal. In Serie A Zaza metterà insieme 19 presenze, fra cui appena 5 dal primo minuto, e 5 reti. Di queste la più pesante la segna contro il Napoli all'Allianz Stadium il 13 febbraio 2016 (1-0) con un gran sinistro da fuori area nella ripresa.

A fine anno vince con i bianconeri lo Scudetto e il 21 maggio completa il suo piccolo Triplete aggiungendo al suo palmarès anche la Coppa Italia, competizione nella quale agli ottavi segna una doppietta al Torino nel Derby della Mole. Dalla panchina vede i compagni battere in finale 1-0 il Milan ai tempi supplementari.

Simone Zaza Juventus Frosinone Serie AGetty
"Il ricordo più bello del mio anno alla Juve è la vittoria dello Scudetto e della Coppa Italia perché sono state le mie prime vittorie della mia carriera da professionista - rivela a 'Fox Sports' - . Ma anche il goal al Napoli e i due gol al Torino nel derby di Coppa Italia. Nonostante non avessi trovato tanto spazio mi sono tolto delle soddisfazioni".
"Ho dato tutto quello che avevo in quel momento - aggiunge -. È normale che dovessi migliorare tanto e devo migliorare tanto anche adesso. Non voglio ricordare la Juve come un rimpianto ma come una bellissima esperienza che mi ha insegnato tanto, ho fatto parte di una squadra dove ancora oggi ci sono campioni straordinari".

LA NAZIONALE E IL RIGORE FALLITO CON LA GERMANIA

Dopo aver vestito la casacca delle Rappresentative giovanili dell'Italia a partire dall'Under 16, senza aver mai militato nell'Under 21, le prestazioni importanti in Serie A portano Zaza a vestire la maglia della Nazionale maggiore già quando gioca nel Sassuolo.

Il 4 settembre 2014, a 23 anni, il Ct. Antonio Conte lo fa esordire da titolare a Bari contro l'Olanda. L'amichevole termina 2-0 per gli Azzurri, e Simone si disimpegna bene. Così 5 giorni dopo la punta lucana è confermata titolare anche nella gara delle qualificazioni ad Euro 2016 contro la Norvegia.

A Oslo gli Azzurri si impongono ancora per 0-2 e Simone trova il primo goal in Nazionale. L'attaccante trova spazio in area per liberare il suo sinistro e infila il portiere avversario sul primo palo. È probabilmente il momento più alto della carriera di Zaza, assieme al goal al Siviglia in Champions League che arriverà un anno dopo con la maglia bianconera.

"La rete alla Norvegia è stata un'enorme soddisfazione - dichiarerà a 'Calcio2000' - e nemmeno io mi sarei aspettato che la mia vita potesse cambiare da una settimana all'altra".
Simone Zaza Norway ItalyGetty

Simone resta nel giro della Nazionale anche quando passa alla Juventus, pur giocando molto meno, ed è convocato per Euro 2016. Conte lo considera un giocatore importante che può dargli alternative nel reparto offensivo. Disputa 2 gare nel girone primo turno, entrando in campo nella vittoria per 1-0 sulla Svezia e nella sconfitta di misura con l'Irlanda (0-1). Gli Azzurri avanzano fino ai quarti di finale, ma dopo aver estromesso l'Inghilterra, i tedeschi si rivelano un ostacolo troppo duro.

I tempi regolamentari terminano sull'1-1 e nei secondi finali dei supplementari il Ct. Conte decide di togliere Chiellini e inserire Zaza in vista dei calci di rigore. Ma l'attaccante lucano, secondo rigorista designato dell'Italia, è autore di una strana rincorsa saltellante e a piccoli passetti, e finisce per calciare malamente alto. Gli errori successivi di Pellè, Bonucci e Darmian decreteranno la sconfitta per 5-6 e il passaggio del turno della Germania.

Il tentativo di Zaza diventa oggetto di ilarità e un vero tormentone sui social network. Lui e Pellè (che mima il cucchiaio a Neuer prima di fallire la propria esecuzione) vengono ritenuti dai tifosi i responsabili dell'eliminazione. L'attaccante juventino è subissato da pesanti critiche che, probabilmente, finiscono per ferirlo interiormente ed esce dal giro azzurro.

"Dopo l’Europeo sono stato male - ammetterà il giocatore ai microfoni di Goal -, ho perso peso e ho sofferto per l’immagine che la gente si era fatta di me. Come se fossi superficiale o presuntuoso. Neuer l’avevo spiazzato, poi boom, il rigore è partito verso la curva...".
Simone Zaza Italy 2018Getty Images

LA CRISI, LA RINASCITA AL VALENCIA E IL RITORNO IN AZZURRO

Quella di Simone dopo Bordeaux è una vera e propria crisi. Tanto più che la Juventus lo cede in Inghilterra al West Ham in prestito oneroso a 5 milioni di euro con obbligo di riscatto a 20 in caso di raggiungimento di 14 presenze.

Ma la stagione della punta con gli Hammers è profondamente deludente: in 6 mesi totalizza appena 11 gare, 8 in Premier League e 3 in League Cup, senza lasciare il segno.

"Non mi sono trovato bene sotto tanti aspetti: ambientale, culturale, di allenamento, e dell'alimentazione - spiegherà a 'La Gazzetta dello Sport' -. Sapevo che avrei trovato delle difficoltà, ma il 99% della colpa è mia perché non sono riuscito ad adattarmi".

A gennaio fa dunque ritorno alla Juventus, proprietaria del suo cartellino. I bianconeri lo cedono in prestito con diritto di riscatto al Valencia, dove sperano che Simone possa rilanciarsi. Zaza prende la maglia numero 12 e nell'altalena continua della sua carriera stavolta riesce ad adattarsi velocemente alla realtà spagnola e il 21 gennaio 2017 fa il suo esordio nella Liga nel successo esterno per 0-2 dei Pipistrelli sul campo del Villarreal.

Con lo spagnolo Voro in panchina, ritrova la miglior condizione e dà una mano importante alla squadra per risalire dai bassifondi della classifica. L'italiano segna 6 goal in 20 presenze, guadagnandosi la conferma per la stagione successiva. Il club spagnolo decide infatti di esercitare il riscatto e versa 18 milioni di euro nelle casse bianconere.

Nel 2017/18, con Marcelino come nuovo tecnico, Zaza disputa quella che è a tutti gli effetti la sua migliore stagione da professionista in un campionato di massima divisione. Inizia la Liga con un goal al Las Palmas e non si ferma più. A settembre segna 4 reti e rifila una tripletta al Malaga, guadagnandosi il premio di 'Giocatore del mese' del torneo spagnolo.

Simone Zaza ValenciaGetty Images

Pur calando molto nel girone di ritorno, chiude una stagione super con 13 centri in 33 gare, oltre a 6 apparizioni in Coppa del Re. Numeri che lo rendono il 3° miglior marcatore italiano nella storia della Liga spagnola assieme a Pablo Daniel Osvaldo e dietro a Pepito Rossi (64 reti) e Christian Vieri (24), e che contribuiscono a portare il Valencia in Champions League con un brillante 4° posto finale.

Il periodo è bello per il calciatore anche sotto il profilo personale, con la love story con la fashion blogger Chiara Biasi.

"A Valencia sono rinato - ammette - ma sono italiano e la Nazionale mi manca molto. Se Ventura non mi chiama significa che devo fare meglio e segnare di più".

Il Ct. genovese li aveva fatto giocare appena 2 gare nel novembre 2016, periodo in cui non era in forma, contro il Liechtenstein nelle Qualificazioni ai Mondiali 2018 e con la Germania in amichevole, escludendolo poi dalle chiamate successive.

Con lui, però l'Italia è eliminata dai Mondiali di Russia perdendo lo spareggio con la Svezia e Zaza coronerà il sogno di vestire nuovamente la maglia della Nazionale con il nuovo Ct. Roberto Mancini. Il 4 giugno 2018, a Torino, nell'amichevole con l'Olanda (1-1), Simone segna il suo 2° e al momento ultimo goal con l'Italia.

Nel settembre successivo va in campo anche nella gara persa 1-0 in Nations League con il Portogallo, in quella che resta attualmente l'ultima presenza per l'attaccante, che ha un bilancio in Nazionale di 2 reti in 18 presenze.

Simone Zaza Italy Spain friendlyGetty

IL TORINO E IL RIDIMENSIONAMENTO

Dopo un anno e mezzo molto positivo al Valencia, Zaza torna in Italia nell'agosto 2018 per vestire la maglia del Torino. I granata di Urbano Cairo lo prelevano in prestito con obbligo di riscatto a 15 milioni e 600 mila euro. Per giocare di nuovo in Serie A l'attaccante rinuncia anche ad una ricca offerta dalla Cina.

Ma a dispetto di motivazioni molto forti da parte del ragazzo, i 4 anni in granata sono inferiori alle attese. Nelle prime due stagioni con Walter Mazzarri è spesso l'attaccante di scorta. Nel 2018/19 segna 4 goal in 30 gare, aiutando comunque la squadra a raggiungere un 7° posto che dopo la rinuncia del Milan consentirà di disputare i preliminari di Europa League.

Il 2° anno i goal complessivi salgono a 9 in 31 match, fra cui 6 in Serie A e 3 nei preliminari di Europa League. I granata sono eliminati dal Wolverhampton. Nel 2020/21, la travagliata stagione condizionata dalla pandemia, Simone contribuisce alla salvezza del Torino segnando 6 reti in 29 presenze in campionato, fra cui due doppiette che valgono altrettanti successi con Sassuolo e Benevento, e un goal in 3 apparizioni in Coppa Italia.

Zaza Torino Serie AGetty

Finisce, intanto, la storia d'amore con Chiara Biasi. Sotto il profilo sportivo nell'ultima stagione, complici alcuni problemi fisici, il suo apporto alla squadra sotto la gestione di Ivan Juric, è stato molto marginale. L'ex punta bianconera ha giocato appena 11 gare, senza mai trovare la rete. Con soltanto una gara (in Coppa Italia) da titolare.

A 32 anni Zaza è già lontano da tempo dal calcio che conta. Chiusa la sua avventura al Torino nel 2022 non ha ancora ritrovato una squadra dalla quale ripartire.

Uno svincolato di lusso che forse in carriera avrebbe potuto fare di più. La sensazione di molti è quella di un potenziale espresso al suo massimo soltanto in brevi periodi.

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