Salenko(C)Goal

Oleg Salenko, re per una partita e capocannoniere dei Mondiali... per caso

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È il 28 giugno del 1994. A San Francisco, allo Stadio di Stanford, per il Gruppo B dei Mondiali di USA '94 si gioca la partita della 3ª giornata fra Russia e Camerun. La Nazionale del Ct. Sadyrin ha rimediato due sconfitte contro Brasile e Svezia, mentre i Leoni indomabili, grazie al pari nella gara inaugurale contro gli scandinavi, hanno un punto in classifica. A entrambe serve un miracolo per sperare di essere ripescate fra le migliori terze della competizione e avanzare alla fase ad eliminazione diretta.

Le speranze russe sono appese ad un filo e serve un'ampia vittoria per sognare. La Russia gioca con un 4-2-3-1: al netto di alcune star, come il libero Onopko e il centrocampista offensivo Valerij Karpin, schiera una sola punta, Oleg Salenko. Il Commissario tecnico ha deciso di puntare su di lui, preferendolo a Radchenko, quando il titolare Yuran, che gioca nel Benfica, si infortuna nella prima gara contro il Brasile.

L'attaccante, del resto, è reduce da una bella stagione nella Liga spagnola con la maglia del Logroñes. Le 16 reti segnate gli hanno permesso di salvare la sua squadra e di piazzarsi nella top 10 dei bomber del torneo a pari merito con campioni quali Pedrag Mijatovic, Hristo Stoichkov e Hugo Sánchez.

Salenko ha già realizzato su calcio di rigore l'unico goal segnato fino a quel momento dalla sua Nazionale ai Mondiali contro la Svezia. Ma è la sua prestazione nella gara contro il Camerun a consegnarlo alla storia. Il centravanti della Russia trafigge una prima volta Songo'o, portiere che ha preso il posto di Bell nella Nazionale africana, con una precisa conclusione centrale che passa sotto le gambe dell'estremo difensore avversario e sblocca il punteggio al 16'.

La partita si mette in discesa per la squadra di Sadyrin perché il Camerun commette l'errore di sbilanciarsi, aprendo il fianco al letale contropiede dei russi. Al 41', mentre i giocatori africani si attardano a protestare con l'arbitro per un calcio di punizione sulla trequarti concesso agli avversari, i russi battono a sorpresa e si presentano in due davanti al povero Songo'o: Tsymbalar è generoso e concede il goal a Salenko, che non ha difficoltà a firmare la sua doppietta: 2-0.

Il primo tempo si chiude con il tris russo su calcio di rigore: a siglarlo è ancora il bomber del Logroñes con una conclusione precisa e bassa sulla destra che spiazza Songo'o. La partita è ormai senza storia, ma a spezzare il dominio incontrastato dei russi è a inizio ripresa il guizzo del vecchio leone Roger Milla: il quarantaduenne attaccante difende palla a centro area, si gira e batte Cherchesov, diventando il giocatore più anziano a segnare in un Mondiale.

Non sarà l'unico record stabilito in quella partita: Salenko infatti è letteralmente indemoniato e al 72' e al 75' completa la sua incredibile gara segnando altre due reti che portano il punteggio sul 5-1 e lo consegnano alla leggenda. Prima Tetradze dalla destra gli offre un assist al bacio per il poker russo, poi lanciato in profondità da Khlestov, scavalca il povero Songo'o con un delizioso pallonetto.

È il suo goal più bello, che gli fa stabilire un incredibile primato: Salenko diventa infatti il primo giocatore nella storia dei Mondiali a segnare 5 goal in una sola partita. Il tabellone luminoso dello Stadio di San Francisco celebra a dovere l'impresa del centravanti russo. La gara finisce addirittura 6-1 per la Russia, con il sigillo finale di Radchenko, subentrato a Korneev e autore del 6° goal all'82', su assist, neanche a dirlo, del solito Salenko, autentico mattatore della partita.

Salenko Russia 1994 World CupGetty

Dopo il fischio finale per l'attaccante russo, che posa in favore dei fotografi assieme a Roger Milla, scatta l'ora delle celebrazioni. I giornalisti, in verità, lo cercano a lungo invano per raccogliere le sue dichiarazioni. Ma lui è impegnato a cercare di far pipì con il compagno di squadra Radchenko, visto che i due sono stati sorteggiati per il controllo antidoping e a causa del caldo dell’estate californiana sono talmente disidratati che hanno bisogno di un’ora e mezza per consegnare un campione d’urina.

E lui non si è nemmeno accorto di aver stabilito un primato assoluto. 

"Non ho pensato al record durante la partita - rivelerà - Ho sentito che hanno detto qualcosa tramite gli altoparlanti, ma tu sei concentrato sul gioco e non riesci a sentire i dettagli, inoltre era anche in inglese".

Grazie alla sua super prestazione contro i Leoni indomabili, nonostante il pareggio fra Brasile e Svezia elimini comunque la Russia, Salenko si laureerà a fine torneo capocannoniere dei Mondiali di USA '94 con 6 goal assieme a Hristo Stoichkov, che tuttavia li segnerà in un numero maggiore di gare, e riceverà per questo la Scarpa d'Oro della competizione.

In quel momento il giocatore russo ha soltanto 24 anni e quanto fatto ai Mondiali sembra poter essere il trampolino di lancio per una carriera luminosa. Prima di lui del resto a vincere con 6 reti il titolo di capocannoniere dei Mondiali erano stati soltanto grandi campioni: Kempes nel 1978, Rossi nel 1982 e Lineker nel 1986. Invece per Oleg resterà soltanto una parentesi magica.

Nato a Leningrado, attuale San Pietroburgo, in Unione Sovietica, il 25 ottobre del 1969, da padre ucraino e madre russa, inizia a giocare a calcio nelle Giovanili di quello che negli anni Ottanta del secolo scorso si chiamava Zenit Leningrado, e che oggi è lo Zenit San Pietroburgo. 

Da adolescente è incriminato due volte per rissa, la seconda delle quali per essersi scontrato con il figlio di un alto ufficiale del KGB. Il giovane calciatore ha comunque talento e a 16 anni, dopo una gara disputata in Olanda con le Giovanili dello Zenit, fa ritorno a Leningrado. Qui trova ad aspettarlo i suoi genitori e la fidanzata, ma giusto il tempo di salutarli e viene fatto salire su un altro aereo diretto a Mosca.

È quello che porta la Prima squadra dello Zenit a giocare in trasferta contro la Dinamo Mosca. È il 1986, e la giovane punta fa il suo debutto nel calcio professionistico. Subentrato nella ripresa, segna la rete della vittoria dei suoi per 3-4. In due stagioni con lo Zenit Leningrado i suoi goal raggiungono complessivamente la doppia cifra e nel 1989 per Oleg si concretizza il trasferimento alla forte Dinamo Kiev del 'Colonnello' Valeriy Lobanovskyi. 

Il suo passaggio al forte club ucraino farà discutere, perché Oleg è stato il primo calciatore in Unione Sovietica a trasferirsi ufficialmente in un'altra società attraverso il pagamento di una somma di denaro.

Oleg SalenkoGetty Images

Inizia a giocare anche con la Nazionale Under 20 dell'Unione Sovietica e si laurea capocannoniere dei Mondiali di categoria in Arabia Saudita, realizzando 5 goal. Con la Dinamo l'attaccante si diverte e segna, aggiudicandosi nel 1990 il Campionato e la Coppa dell'Unione Sovietica. In Nazionale passa con l'Under 21. L'anno seguente goca la Coppa dei Campioni, segnando anche 3 reti.

Intanto però il Gigante dai piedi d'argilla si sfalda e in breve tempo anche nel calcio si assiste alla dissoluzione dell'U.R.S.S. in più Nazionali, che rappresentano i vari Stati. Salenko in quel momento gioca appunto in Ucraina e anche per questo sceglie inizialmente di rappresentare il Paese di suo padre. Così è in campo contro l'Ungheria nell'1-3 casalingo che inaugura la storia della Nazionale ucraina.

Ma sarà soltanto un fuoco di paglia. Presto arriverà il ripensamento, anche perché Salenko, quando qualcuno gli chiede se dentro di sé si senta più russo o più ucraino, risponderà sempre di sentirsi sovietico e che "un calciatore non può sedersi e aspettare".

Così cambia Nazionale con la speranza di giocare i Mondiali di USA '94 con la Russia. Intanto saluta la Dinamo Kiev nel 1993 per approdare nella Liga spagnola al neopromosso Logroñes. La doppia salvezza conquistata, segnando 23 goal in 2 anni, rappresenta il viatico da parte del Ct. della Russia Sadyrin, che lo aveva allenato nelle Giovanili dello Zenit, ai Mondiali di USA '94.

Oleg corona il suo sogno, fa anche di più: entra nella leggenda. Ma probabilmente proprio le enormi attese riposte su di lui dopo il titolo di capocannoniere del torneo iridato finiranno per schiacciarlo. Nel 1994/95 l'attaccante russo si trasferisce al Valencia, ma la sua stagione sarà modesta: 5 goal in 24 presenze nella Liga, più 4 presenze e 2 reti in Copa del Rey. Un po' poco per chi arrivava da capocannoniere dei Mondiali.

Così si trasferisce ai Rangers di Glasgow, in Scozia, per 2,5 milioni di sterline (poco meno di 3 milioni di euro), convinto di poter arrivare in fondo in Champions League. Ma anche qui la sua avventura avrà più infamia che lode, nonostante la conquista del campionato. Per Salenko appena 14 presenze e 7 goal in 6 mesi. In Europa gioca le due gare contro la Juventus di Lippi, nelle quali è praticamente impalpabile.

Sembra l'ombra lontana del giocatore che negli Stati Uniti si era laureato capocanniere dei Mondiali. Anche in Nazionale la sua avventura termina nel giorno stesso dei 5 goal al Camerun: il nuovo Ct. della Russia, Oleg Romantsev, lo esclude dai convocati, a suo giudizio perché invidioso della sua fama. Per il bomber di USA '94 resteranno 6 i goal in sole 8 presenze, con una media di 0,75 reti a partita.

L'esperienza scozzese si conclude nell'inverno del 1996: Salenko va in Turchia a giocare con l'Istanbulspor. Il club di Istanbul è neopromosso nel massimo campionato e Salenko, con meno pressioni addosso, sembra ritrovarsi: 11 i goal in 15 presenze fino a giugno. 

Le prospettive di un rilancio a 27 anni sono spente da un brutto infortunio al ginocchio rimediato all'inizio della nuova stagione. Per il bomber di San Pietroburgo inizia un lungo calvario: si opera 2 volte in Spagna e una volta in Germania, ma non guarisce. Fa consulti medici negli Stati Uniti, si rivolge persino a un taumaturgo vicino alla sua città natale.

La punta torna in campo soltanto dopo 3 anni: lo tessera in prova il Córdoba nella Serie B spagnola, ma dopo sole 3 gare il rapporto si interrompe. L'ultimo tentativo Salenko lo fa con i polacchi del Pogón di Stettino: gioca appena uno spezzone di gara prima di tornare in patria. Attende una chiamata da un club ucraino, che tuttavia non arriva. La sua carriera da calciatore è finita appena 6 anni dopo l'impresa di San Francisco.

Salenko però non si arrende e, dopo aver fatto il telecronista ai Mondiali per la tv ucraina, passa al Beach Soccer, guidando nel 2003 la nazionale ucraina. Il suo titolo di capocannoniere dei Mondiali resterà un lampo, un momento magico in una carriera modesta. 

"Dovresti ringraziarmi - gli diceva Stoichkov - di non aver segnato un altro goal".

Ma il russo replicava:

"Dovresti ringraziarmi tu di non aver segnato un altro goal contro il Camerun".

La personalità, del resto, a Oleg non era mai mancata. Ma smarrito presto il fiuto del goal, i problemi fisici lo hanno condotto a un precoce ritiro.

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