Castillejo Milan VeronaGetty Images

"Non mi voleva neanche mia mamma": Castillejo da esubero ad arma del Milan

All'improvviso uno sconosciuto. Che in realtà tale non è, però alzi la mano chi ricordava che Samu Castillejo facesse ancora parte della rosa del Milan, abile e arruolabile per la Serie A. E, soprattutto, capace di dare un contributo notevole a dispetto di settimane - o meglio, di mesi - che di facile hanno avuto ben poco.

Calcio di rigore conquistato, quello del 2-2, quindi il cross che ha indotto Gunter alla sciagurata autorete decisiva per il successo rossonero sul Verona. Oltre a una prestazione tutta guizzi e mobilità. Castillejo è entrato nel secondo tempo al posto di Saelemaekers, quando il Verona conduceva clamorosamente per 2-0 a San Siro (proprio come nello scorso campionato), e si è ritagliato un posto al sole nella storia di una partita pazza.

E dire che non avrebbe nemmeno dovuto essere in campo, Castillejo. Non con la maglia del Milan, perlomeno. Il mercato, in estate, stava rappresentando una sentenza: Samu esubero, Samu con un piede se non due fuori da Milanello e da Milano, tra una Spagna ammaliante, la realtà di un posto da titolare assicurato allo Spezia e i residui tentativi russi.

Niente da fare: Castillejo è rimasto al Milan. Ingoiando il boccone amaro della mancata iscrizione nella lista UEFA per i gironi di Champions League. Giocando appena un minuto in campionato, contro il Cagliari, a partita già ampiamente chiusa. E partendo dalle retrovie. Non dalla seconda o terza fila: dall'ultima. Ma non ha mai alzato la voce, mai polemizzato sui social, mai contestato pubblicamente le scelte di Pioli.

Ecco perché alla fine della gara contro il Verona Castillejo ha estrinsecato tutti i cattivi pensieri di questi mesi: si è lasciato andare a delle lacrime che dicono parecchio, un pianto liberatorio che lo spagnolo, nel post partita, ha spiegato davanti alle telecamere di 'Milan Tv'.

"Le mie lacrime raccontano il periodo che ho passato e sto passando. Io amo lasciare l'anima in campo e oggi ci sono riuscito. Ieri non mi voleva neanche mia mamma, oggi posso esultare coi tifosi. Il mio riscatto? Io ho sempre messo il cuore e l'anima. Sono contento per me e per la mia famiglia, che ha vissuto questo periodo difficile. Sono sorpreso di stare così bene fisicamente dopo non aver giocato per tanto tempo. Io lavoro sempre per farmi trovare pronto per la squadra".

Non lo voleva neanche sua mamma, non lo voleva soprattutto un'ampia fetta di tifosi del Milan. Castillejo era un indesiderato, in tutti i sensi. Lo hanno contestato sui social network, ne hanno chiesto la cessione, si sono metaforicamente strappati i capelli dopo la sua permanenza. Oggi, però, esultano anche e soprattutto grazie a lui.

E il futuro? Ora sì, è finalmente più roseo. Castillejo ha fatto capire a Pioli di poter essere (nuovamente) un'alternativa credibile. Come lo è stato negli anni passati, pur tra i costanti alti e bassi che, per sua natura, ne hanno caratterizzato l'avventura rossonera. Un'arma in più nel percorso verso la gloria.

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