Un blocco psicologico. È emerso questo dalla bocca di Montella e dei giocatori dopo l'ennesima delusione stagionale, stavolta contro l' AEK Atene in Europa League. Questo Milan non riesce più a vincere, incapace di uscire dal momento di difficoltà, reso pesante dalle tre sconfitte consecutive in campionato e dal fatto che nemmeno in Europa, finora porto franco rossonero, la squadra sia riuscita a far tornare il sorriso sulla bocca dei suoi tifosi.
Anzi, i cori di incitamento si sono trasformati in mugugni, gli applausi in fischi. Con Mirabelli a seguire il secondo tempo nervosamente accanto alla panchina di Montella. Questo Milan non va. Servirebbe una svolta che tarda ad arrivare. Un filotto di vittorie o anche una sola vittoria convincente che possa sbloccare i giocatori e farli scendere in campo più sereni.
Invece pesano le sconfitte e la responsabilità da parte di tutti di rincorrere le grandi aspettative che erano state generate in estate dopo la campagna acquisti da 236 milioni di euro. La società sapeva che non sarebbe stato un percorso facile, ma non si aspettava nemmeno una strada così tortuosa. Dopo quattro mesi sperava che questo Milan potesse essere ad un punto diverso, più alto nel gioco e nella convinzione, rispetto a quello visto ieri sera.

Ora ci si interroga sul da farsi. Fassone e Mirabelli sono stati a colloquio con Montella fino all'una di notte, nella pancia del Meazza . Hanno provato ad analizzare i problemi della squadra e a ricompattarsi ancora, nonostante un piccato scambio di battute tra DS e allenatore pre e post partita. E oggi, Mirabelli si è rivisto nuovamente a Milanello per dimostrare vicinanza all'allenatore. Hanno pranzato insieme nel centro sportivo e la dirigenza ha continuato ad appoggiare Montella e parlato di quella che potrebbe essere la squadra anti Genoa . Ora però il diesse e tutto l'ambiente rossonero si aspettano un segnale.
A partire dalla formazione che scenderà in campo domenica pomeriggio a San Siro . Più vicina a quelle che erano state le idee condivise in estate. Tre difensori, quattro centrocampisti e tre punte o anche una sola ma con due giocatori offensivi alle spalle, Suso, Bonaventura o Calahnoglu.
Chiaro che la partita contro il Genoa diventi importante come una finale per Montella e per il Milan. Un'altra eventuale prestazione deludente o nella peggiore delle ipotesi un'altra sconfitta, farebbe scattare l'allarme rosso sulla panchina del Milan. Inizierebbero a fioccare nomi dei possibili sostituti con Paulo Sousa e Prandelli in prima fila oppure si parlerebbe di una soluzione interna con Gattuso traghettatore fino al termine della stagione.
Tutte ipotesi che Fassone e Mirabelli vorrebbero scartare. Perché significherebbe ripartire da capo un'altra volta e buttare al vento quattro mesi di lavoro. Ecco perché la società spera di andare avanti con Montella per poi tirare le somme a fine stagione. Poi a maggio tutto potrebbe cambiare, rincorrendo il sogno Antonio Conte in panchina. Montella su questo non può farci nulla, può però allontanare al più presto tutte le voci sui possibili sostituti nell'immediato. Battere il Genoa sarebbe un buon inizio.