PS Mertens-Napoli 2013

Mertens-Napoli, era scritto da 8 anni: "Scelta di cuore"

Odiate gli spoiler? Allora odiate anche Dries Mertens. Otto anni fa il belga anticipò la storia con Napoli e il Napoli, seminando qua e là amore nei confronti di una realtà divenuta la sua seconda patria.

'Ciro' è un partenopeo mancato, uno scugnizzo adottivo, uno che sotto il Vesuvio ha trovato l'habitat ideale. Dal Nord Europa alla Campania, freddo/sole, verde/mare: un'antitesi per molti ma non per lui, che Napoli oggi ce l'ha tatuata sul cuore.

Era tutto scritto, tutto previsto: come si dice qua Dries 'ha cantato' , manifestando subito la voglia di radicarsi nella terra di cui è un simbolo. Un belga a Napoli può sembrare una barzelletta, invece non lo è: il 15 luglio 2013, Mertens parlò così alla stampa - in fiammingo e con tanto di traduttrice - nel giorno della presentazione.

"Per me è un grande salto essere qui, un passo importante per la mia vita. Speriamo adesso di poter dare il meglio per questa maglia. La mia è stata anche una scelta di cuore e vorrei ripagare la fiducia che mi è stata data".

Mertens e Napoli firmarono un patto di sangue senza saperlo, stringendo i nodi di un legame che lo ha portato nella storia del club e non solo: nessuno in azzurro ha segnato più di 'Ciro'. Eppure Dries, appena arrivato, scelse la via dell'umiltà.

"In Olanda mi piaceva sempre pronosticare il numero di goal che avrei segnato, qui però non mi sbilancio perché devo conoscere ancora bene il calcio italiano. Diciamo che mi auguro di segnarne dai 10 in su".

PS Mertens-Napoli 2013

Altro che 10, merito del suo talento e dell'intuizione di Sarri, che nel 2016 da quel piccolo esterno offensivo ne ricavò un bomber da piazzare al centro dell'attacco.

"Preferisco partire da sinistra, però sono pronto anche a cambiare ruolo se c’è bisogno. Per me è importante giocare, ma ciò che è più importante è vincere con il Napoli".

Il bisogno c'è stato dopo che a Milik saltò il crociato, una necessità che cambiò vita e carriera di Mertens: da riserva di Insigne a '9', da alternativa di lusso a leader e icona. Montarsi la testa verrebbe naturale, invece Dries di naturale ha il far sembrare tutto una sciocchezza. E sempre col sorriso.

"Non ho un modello di ispirazione. Da piccolo pensavo solo a giocare nel mio giardino. Mi piace molto Ribery, credo che sia un campione dal quale poter apprendere tanto".

Mertens ha dalla sua la semplicità, non da calciatore bensì da ragazzo qualunque che si gode Posillipo, Mergellina e i quartieri. Un'empatia innata, una scintilla dopo sette anni ancora più rovente, alla faccia di chi crede che il tempo scemi le emozioni. Ma ripetiamo, che sarebbe andata così era scritto da quella conferenza a Dimaro.

"Napoli è bellissima, farò venire anche la mia famiglia perché questa città è splendida. Spero di imparare subito a parlare italiano perché vorrei che anche la mia famiglia venisse qui prendendo presto possesso della lingua e vivendo questo bellissimo ambiente".

Ciò che Mertens disse in Trentino si è tramutato in fatti, concreti come il matrimonio col Napoli appena prolungato di altre due stagioni. Milano? Cina? Londra? 'Ciro' è rimasto e chiuderà con la maglia che indossa dal 2013: giusto così.

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