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Max Vieri, il fratello minore di Christian: nazionale australiano ma mai in Serie A

Nipote, figlio e fratello d'arte, Massimiliano Vieri ha cercato di ripercorrere nel calcio quanto fatto dal padre Roberto e da suo fratello Christian. Come quest'ultimo inizia a giocare da attaccante, ma rispetto a Bobo, più grande di lui di 5 anni, denota fin da principio doti più da punta di manovra che da finalizzatore puro, e per lui il peso del cognome importante si rivelerà una sorta di zavorra che gli impedirà di consacrarsi definitivamente.

Leggermente più alto e slanciato (un metro e 86 centimetri per 76 chili), la carriera di Max si svilupperà però interamente fra Serie C e Serie B. Nonostante un anno vissuto al Napoli e un cartellino a lungo posseduto dalla Juventus, infatti, non troverà mai la possibilità di esordire in Serie A.

In possesso di doppio passaporto, sceglie la Nazionale australiana, con la quale collezionerà 6 presenze. Dopo il ritiro ha intrapreso la carriera da allenatore e attualmente è il vice nell'Under 18 della Fiorentina.

IL SOGNO JUVE E TANTA PROVINCIA

Nato a Sydney, in Australia, il 1° settembre 1978 durante la militanza di papà con i Marconi Stallions, quando rientra in Italia assieme alla famiglia, dopo 'la fuga' del fratello maggiore, inizia a giocare a calcio, come Bobo, nelle Giovanili del Prato. La svolta arriva nel 1996, quando la Juventus compra il cartellino di Max, che viene aggregato alla Primavera, nello stesso anno in cui suo fratello Christian è acquistato per la Prima squadra.

In molti pensano che anche il suo futuro possa essere da protagonista in Serie A. Tanto che il 13 novembre 1996 Max a 18 anni fa l'esordio in una gara ufficiale, giocando 63' minuti nell'andata dei quarti di finale di Coppa Italia contro l'Inter di Roy Hodgson.

I nerazzurri travolgono 3-0 i bianconeri nel Derby d'Italia e per il fratello d'arte non ci saranno altre opportunità per mettersi in mostra, anche se Marcello Lippi lo porta due volte in panchina il 6 aprile 1997 contro il Milan a San Siro e il 1° giugno in casa contro la Lazio nell'ultimo turno di campionato.

Già nell'estate 1997 il destino dei due fratelli si scinde, andando a determinare anche due carriere calcistiche molto diverse: se Christian passa all'Atletico Madrid per diventare uno dei centravanti più forti del panorama mondiale, Max è considerato non pronto per i grandi palcoscenici e viene mandato in provincia in Serie C 'a farsi le ossa'.

Vieri II, come lo indicano negli almanacchi, gioca così in prestito con il Prato (15 presenze e il suo primo goal da professionista), squadra con cui retrocede in Serie C2 ai playout, e il Fano (22 presenze e 5 goal). Nel 1999 il Brescello, squadra della provincia di Reggio Emilia, che milita in Serie C1, decide di dargli fiducia e ne acquista la comproprietà: Max esplode, segnando 12 reti in 30 presenze. 

Le sue prestazioni contribuiscono a portare la piccola squadra ai playoff, ma nelle finali è il Cittadella a imporsi, dando un'altra delusione al minore dei fratelli Vieri. La sua crescita non passa tuttavia inosservata e la Juventus, che pensa che il ragazzo possa migliorare ulteriormente, lo riscatta e lo riporta a Torino.

Max Vieri Australia Fiji OFC Nations Cup 2004Getty Images

La permanenza nel capoluogo piemontese è tuttavia assai breve: dopo aver fatto la preparazione con i bianconeri guidati da Carlo Ancelotti, con cui gioca anche diverse amichevoli estive, a settembre è mandato in prestito all'Ancona. I marchigiani militano in Serie B, e a 22 anni, alla sua prima stagione nel torneo cadetto, Max Vieri dimostra che quanto fatto a Brescello non era stato un caso.

In maglia biancorossa fa coppia con un altro fratello d'arte, Eddy Baggio, e segna 10 reti in 25 presenze, mostrando di aver sviluppato una buona confidenza col goal. Il 18 marzo 2001 Max vive una delle giornate più belle della sua carriera: con una tripletta dà un apporto fondamentale alla vittoria dei marchigiani nel 5-2 casalingo contro il Chievo.

La squadra di mister Fabio Brini si piazza 10ª in Serie B e, a differenza del suo partner offensivo, Max si guadagna la conferma anche per la stagione successiva. Nel 2001/02, la sua miglior annata in assoluto, il fratello d'arte fa ancora meglio, segnando 12 goal in 36 partite giocate in campionato. Dalla fine del girone di andata è allenato da Luciano Spalletti, che, subentrato a Brini dopo la 18ª giornata, conduce la squadra all'8° posto finale.

Ma l'exploit non basta né per far ritorno alla Juventus, né per esordire in Serie A: nel 2002/03 i bianconeri lo mandano in prestito ancora in Serie B, stavolta al Verona, ma quella dei gialloblù non sarà una stagione brillante. Max si ferma a 6 reti in 27 presenze e a 24 anni inizia la parabola discendente della sua carriera.

Nel 2003/04 ha tuttavia l'opportunità di giocare per una grande decaduta del calcio italiano: il Napoli infatti sembra intenzionato a puntare su di lui, e gli offre un triennale. L'avventura in maglia azzurra inizia sotto i migliori auspici, con l'attaccante schierato in coppia con un altro figlio d'arte, Gianluca Savoldi, ma a fronte di un rendimento modesto (29 presenze e 5 reti) presto i problemi economici del club diventano insostenibili. 

La squadra, con Gigi Simoni che subentra ad Andrea Agostinelli, riesce a salvarsi sul campo, ottenendo un 13° posto, ma in estate la società fallisce e riparte dalla C1 con Aurelio De Laurentiis come nuovo proprietario. Per Max non c'è più spazio.

L'attaccante italo-australiano riparte dalla Ternana, ancora in Serie B, ma il treno per il grande calcio è ormai passato. Colleziona 18 presenze e 5 goal, complici anche alcuni infortuni. L'anno seguente passa alla Triestina, disputando una sola gara nella prima parte della stagione, per poi trasferirsi a gennaio all'Arezzo (7 presenze e zero goal). 

Dopo 6 campionati di fila in Serie B, nel 2006/07 è ceduto al Novara, in Serie C1, ritrovando una certa continuità sul campo, ma non il feeling con il goal (29 presenze e 3 reti). Gioca ancora con il Lecco, sempre in C1 (31 presenze e 7 reti) ricomponendo in riva al Lago di Como il tandem con Savoldi, e infine con il Prato, dove tutto era iniziato.

In forza ai toscani milita 4 stagioni, dal 2008 al 2012, 3 delle quali in Lega Pro Seconda Disivione, una in Prima Divisione, con un bilancio di 89 gare e 19 goal. A 34 anni, nell'estate 2012, decide di dire basta, lasciando il calcio giocato con un grande rimpianto: non aver mai avuto l'opportunità di giocare in Serie A.

Max Vieri Australia New Zeland OFC Nations Cup 2004Getty Images

MAX VIERI NELL'AUSTRALIA

La carriera da calciatore del fratello d'arte ha tuttavia avuto anche una parentesi internazionale: Max, a differenza di Christian, ha infatti scelto di rappresentare l'Australia e ha ottenuto la convocazione con i Canguri verso metà anni Duemila. A chiamarlo è il Ct. ex Bari Frank Farina, che lo convoca e lo fa esordire il 21 maggio 2004 nell'amichevole disputata contro la Turchia (sconfitta per 1-3).

Max Vieri rappresenta i Socceroos in tutto 6 volte, senza mai trovare la via della rete, e gioca anche 3 gare della Coppa d'Oceania che l'Australia conquista nel 2004.

"Ho un bellissimo ricordo, - dirà a Goal - è stata un’esperienza stupenda, ho giocato sei partite ad alto livello ed ho avuto l’occasione di fare delle amichevoli importanti. Sì, posso dire che è stato tutto molto bello".

Quando tuttavia a Farina subentra nel ruolo di Commissario tecnico l'olandese Guus Hiddink, decide di non convocare più l'attaccante e Max non rientra fra i 23 che parteciperanno ai Mondiali di Germania 2006.

LA NUOVA VITA DA ALLENATORE

Dopo alcuni anni di formazione, nel 2017 Max Vieri torna nel calcio nel ruolo di vice-allenatore della Primavera dell'Empoli, guidata da Lamberto Zauli. Successivamente ricopre la stessa carica nelle Giovanili del Prato e dal 2020 è il vice-allenatore della formazione Under 18 della Fiorentina.

Chissà che, nelle vesti di tecnico, Max non possa prendersi in futuro la sua rivincita sulla sorte, che in oltre 15 anni di carriera professionistica non gli ha mai concesso l'occasione di giocare in Serie A. 

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