OvermarsGetty/GOAL

Marc Overmars, 'l'olandese volante' di Ajax, Arsenal, Barcellona e Olanda

"La sua velocità sui 30 metri è fenomenale: è veloce a sufficienza per evitare di fare una brutta figura in una finale Olimpica" - Ade Mafe, ex sprinting coach del Chelsea

Per i terzini trovarselo di fronte significava passare 90 minuti di pura sofferenza. Negli anni Novanta del secolo scorso e nei primi anni Duemila Marc Overmars, ala olandese che aveva nel dribbling e nello spunto in velocità i suoi punti di forza, è stato uno dei massimi interpreti del suo ruolo.

Facilitato dalla statura e dal baricentro basso (173 centimetri per 70 chilogrammi), nelle giornate di vena sapeva essere un giocatore irresistibile ed era molto complesso arginarlo.

L'INFANZIA E I PRIMI PASSI

Nato nel paesino di Emst, nel cuore dell'Olanda, il 29 marzo 1973, cresce nella fattoria di famiglia e aiuta suo nonno nella raccolta delle patate. Quest'ultima veniva fatta a mano e Marc, quando diventerà un calciatore professionista, sosterrà che proprio aver lavorato nei campi, assieme agli allenamenti in palestra fatti da adolescente e a una componente genetica ereditata da sua madre, lo aveva reso così veloce.

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Suo padre racconterà spesso come fin da bambino suo figlio avesse una grande passione per il calcio, mentro gli studi non lo entusiasmavano.

"Per venire a fare colazione - rivelerà - Mar scendeva i 24 gradini della scala palleggiando con la testa".

Veloce e tecnico, Overmars ha in Neeskens il suo idolo di gioventù e non ci mette molto a imporsi all'attenzione ancora giovanissimo. Inizia a giocare a calcio a livello giovanile con l'SV Epe, di cui entra a far parte all'età di 5 anni. A 14 anni, nel 1987 passa al Go Ahead Eagles. Nel 1990/91 approda in Prima squadra, collezionando 11 presenze e il suo primo goal da professionista in Eerste Divisie, e mettendosi in evidenza.

Su di lui mette subito gli occhi il Willem II, che rimane letteralmente folgorato dal talento della giovane ala e ne acquista il cartellino per 500 mila fiorini, circa 227 mila euro attuali, per poi lanciarlo in Eredivisie, la massima Serie olandese. Nel 1991/92 Overmars colleziona 31 presenze e il primo goal in massima serie, nel successo per 4-1 dei suoi contro il De Graafschap. Anche se la squadra non brilla, e chiude la stagione con un anonimo 12° posto finale, lui a fine anno è premiato come miglior talento del torneo.

LA SVOLTA NELL'AJAX DI VAN GAAL

La svolta che Overmars aspetta arriva nell'estate del 1992, quando l'Ajax, il club più titolato dei Paesi Bassi, fresco vincitore della Coppa UEFA, decide di investire una somma importante, 2 milioni e mezzo di fiorini olandesi, pari a circa 11 milioni e 300 mila euro, per prelevare la giovane ala dal Willem II, che aveva rispedito al mittente la prima offerta da un milione e mezzo di fiorini.

A soli 19 anni Marc si ritrova così come uno dei protagonisti più attesi nel leggendario Stadio de Meer. Fra il ragazzo di campagna e Louis Van Gaal scatta subito la scintilla e l'emergente tecnico non esita minimamente ad affidarsi fin da subito a Marc. Overmars è promosso subito fra i titolari della squadra e viene schierato su entrambe le fasce, grazie alla sua capacità di giocare con tutti e due i piedi.

In campionato gioca tutte le gare, collezionando 33 presenze, con 3 goal e 6 assist per i compagni. In Eredivisie i Lancieri si piazzano al 3° posto alle spalle di Feyenoord e PSV Eindhoven. I biancorossi si impongono però in Coppa d'Olanda (5 presenze e 4 goal per la giovane ala), con un successo per 6-2 sull'Heerenveen con doppietta della giovane ala in finale.

A fine 1993 Overmars riceve anche per le sue prestazioni di alto livello la Scarpa d'Oro, premio olandese messo in palio dal quotidiano 'De Telegraaf' e dalla rivista specialistica 'Voetbal International' e riservato al miglior giocatore dell'anno solare, succedendo a Dennis Bergkamp, che se l'era aggiudicato per due volte consecutive.

Sotto la guida di Van Gaal l'ala di Emst compie la sua maturazione sportiva e sarà fra gli artefici dei grandi successi nazionali e internazionali del club. Il ciclo si apre nel 1993/94 con Supercoppa d'Olanda ed Eredivisie, e Overmars è ancora lì su quella fascia per tutte le 33 gare di campionato, ma la novità non da poco è che segna ben 12 goal, un bottino consistente per chi gioca defilato.

Marc Overmars Ajax Champions LeagueGetty Images

I trionfi salgono di numero e diventano 3 nel 1994/95, con ancora una volta Supercoppa d'Olanda e Eredivisie (28 presenze e 8 goal), cui si aggiunge però la Champions League, vinta il 24 maggio 1995 a spese del Milan di Capello grazie ad un guizzo vincente di Kluivert, innescato dall'ex Rijkaard, 5 minuti prima del 90'.

Overmars contribuisce alla cavalcata dei Lancieri con 11 presenze e una rete realizzata nella spettacolare semifinale di ritorno contro il Bayern Monaco, e vinta dagli olandesi per 5-2. I dribbling e le accelerazioni a lasciare sul posto i terzini, piatto forte di Marc, diventano progressivamente noti in tutto il Mondo.

Nella stagione 1995/96 l'Ajax completa il suo percorso internazionale: Overmars e compagni oltre al solito Johan Cruijff Schaal (questo è il nome della Supercoppa d'Olanda), nel quale battono per il terzo anno consecutivo il malcapitato Feyenoord, vincono la Supercoppa Europea, superando nel febbraio del 1996 il Real Saragozza (1-1 e 4-0 per i biancorossi), senza l'estrosa ala, e la Coppa Intercontinentale, superando ai rigori i brasiliani del Gremio per 4-3.

L'apporto di Overmars alla squadra è tuttavia fortemente limitato: i primi seri problemi muscolari avuti in carriera ridurranno a 15 le presenze in campionato, pur condite da 11 goal, che testimoniano che quando va in campo Marc lo spettacolo è sempre garantito. L'ala è poi protagonista con 6 presenze e 2 reti anche nella nuova cavalcata degli olandesi in Champions League. In finale, all'Olimpico di Roma, tuttavia, sarà la Juventus di Marcello Lippi ad alzare al cielo la Coppa dalle Grandi Orecchie.

A soli 22 anni Marc ha praticamente già vinto tutto quello che c'è da vincere nel calcio, e questo in qualche modo condizionerà le sue scelte future. Il 1996/97, l'ultimo anno del ciclo di Van Gaal all'Ajax, è un anno buio, che vede i biancorossi finire quarti e lontani dalla vetta in Eredivisie, perdere la Supercoppa d'Olanda con il PSV e uscire nelle semifinali di Champions League contro la Juventus di Lippi, vera bestia nera. Marc riduce a 2 goal in 25 presenze il suo apporto personale, che saranno anche gli ultimi nei suoi 5 anni in maglia Ajax, caratterizzati da 44 reti e 41 assist in 188 presenze.

Il ricco palmarès di Overmars con il club di Amsterdam vede dunque 3 Scudetti, una Coppa e 3 Supercoppe d'Olanda, per quanto riguarda i trofei nazionali, una Champions League, una Supercoppa europea e una Coppa Intercontinentale per quanto riguarda i titoli internazionali.

Nell'estate 1997 il giocattolo infatti si rompe definitivamente: con Van Gaal, l'artefice dei grandi successi, se ne vanno Bogarde e Kluivert (direzione Milan), Musampa e, appunto Overmars, che sbarcherà in Inghilterra per incantare anche in Premier League.

Marc Overmars Netherlands 06252000Getty

L'AVVENTURA SFORTUNATA NELL'OLANDA

La maglia arancione dell'Olanda diventa come una seconda pelle per Overmars. Dopo aver esordito a 19 anni il 24 febbraio 1993, bagnando il debutto con un goal nel 3-1 rifilato alla Turchia nelle Qualificazioni a USA '94, la guizzante ala ha preso parte ai suoi primi Mondiali, mettendosi in mostra nel torneo a Stelle e strisce, con i suoi dribbling e le sue giocate in velocità.

Se nel 1994 il cammino degli Orange si ferma nei quarti contro il Brasile futuro campione del Mondo, nel 1998 in Francia il destino si ripete, ma questa volta la Seleçao si impone in semifinale. Overmars si toglie comunque la soddisfazione di realizzare un goal nella prima fase alla Corea del Sud.

L'ala dell'Ajax partecipa invece a tre edizioni degli Europei: Euro '96 in Inghilterra, Euro 2000 in Belgio e Olanda ed Euro 2004 in Portogallo, senza riuscire a imprimere il suo sigillo con la Nazionale dei Paesi Bassi. Per quest'ultima e per Marc l'amarezza più dolorosa si consuma nel 2000, quando, dopo aver strapazzato la Jugoslavia ai quarti di finale (6-1), segnando una doppietta, in semifinale l'Olanda esce sconfitta ai rigori contro l'Italia.

Marc Overmars 1994Getty

Proprio Overmars sembra scatenato in avvio di partita e con le sue finte e i suoi dribbling mette in difficoltà il capitano azzurro Paolo Maldini, con cui dà vita ad un avvincente duello. Il numero 3 azzurro, tuttavia, gli prende le misure ed esce alla distanza. La squadra di Zoff, rimasta in 10 per l'espulsione di Zambrotta, autore di due duri falli su Zenden, dà vita ad una stoica resistenza.

Nei tempi regolamentari gli olandesi sprecano con Frank De Boer e Kluivert (rispettivamente rigore parato e calciato sul palo) e alla fine è il portiere Toldo a prendersi le immagini di copertina parando in tutto 3 rigori fra tempi regolamentari e lotteria finale.

L'ala olandese con i suoi compagni ci riprova nel 2004, ma ancora una volta gli sarà fatale la semifinale, con il k.o. per 2-1 contro i padroni di casa lusitani che pone fine ai sogni di gloria. Dopo aver saltato per infortunio i Mondiali 2002, chiude così con zero titoli e 17 goal in 86 presenze la sua avventura con la maglia arancione.

Emmanuel Petit Arsene Wenger Marc OvermarsEmmanuel Petit Arsene Wenger Marc Overmars

L'EXPLOIT CON L'ARSENAL

Nell'estate 1997 per il top player dell'Ajax squillano forti le sirene della Premier League. È Arsene Wenger a convincerlo ad oltrepassare La Manica per vestire la maglia dell'Arsenal. Per il suo cartellino i Gunners sborsano 5 milioni e mezzo di sterline, corrispondenti a 6 milioni e mezzo circa di euro.

L'impatto di Overmars con il campionato inglese è devastante: l'olandese vola sulla corsia laterale e ai difensori che provano a fermarlo viene spesso il mal di testa. Prende tante botte, ma impone la sua classe.

Al primo colpo, nella stagione 1997/98, è così una delle armi speciali dell'Arsenal, che si aggiudica il Double Scudetto e FA Cup. Totalizza 12 goal in campionato in 32 presenze, riscattando la stagione precedente e dimostrando ai suoi detrattori che può ancora fare la differenza dopo un'ultima annata deludente ad Amsterdam.

Marc Overmars | ArsenalGetty

Ma Marc è protagonista anche in Coppa d'Inghilterra, visto che realizza il goal di apertura dei Gunners contro il Newcastle (2-0) nella finale giocata a Wembley il 16 maggio 1998. Pochi mesi dopo è ancora lui, 'l'olandese volante', a siglare il provvisorio 1-0 nel 3-0 finale sul Manchester United che vale la conquista del Charity Shield.

Viene utilizzato frequentemente da ala sinistra, ruolo in cui, un po' come faceva il suo idolo d'infanzia Neskens, può accentrarsi e liberare il tiro con il destro.

Saranno positive, seppur meno brillanti, anche le successive due stagioni, che pur porteranno in dote soltanto un secondo Charity Shield nel 1999: 46 presenze e 10 goal totali per l'olandese nel 1998/99, che salgono a 12 in 46 partite nel 1999/00.

"Giocavamo e ci sentivamo come se fossimo imbattibili - dirà, ricordando il triennio londinese - quello è stato il miglior periodo della mia vita da calciatore".

IL BARÇA E IL DECLINO

Il successo in Premier League e l'ottimo Europeo disputato, nonostante non sia arrivata l'agognata vittoria finale in Nazionale, proiettono Overmars fra i grandi top player del vecchio continente. Proprio dopo le delusioni degli Europei, Marc finisce nel mirino del Barcellona, che non esista a versare 40 milioni di euro nelle casse dell'Arsenal per assicurarsi le sue prestazioni.

La prima stagione in blaugrana lo vede ambientarsi rapidamente in un calcio diverso da quello che fino ad allora aveva conosciuto: nel 2000-01 realizza 8 reti in 31 gare nella Liga. Per un giocatore che fa della rapidità uno dei suoi punti di forza, tornano a pesare i problemi fisici: i guai alle ginocchia lo tengono lontano dai campi per circa tre mesi. La seconda stagione in Catalogna, con 20 gare senza reti, è così deludente.

Marc OvermarsGetty Images

Fa meglio nel 2002/03, quando realizza 6 reti in 26 partite. La sua sfortuna è però quella di essere capitato in un periodo in cui il Barça non ha una rosa tale da poter vincere trofei. Il solo goal segnato in 20 match nel 2003/04, unito al ripresentarsi dei problemi fisici alle ginocchia, lo spingono a prendere una decisione drastica: a soli 31 anni, dopo Euro 2004, Overmars chiude l'avventura spagnola con 19 goal in 141 gare e annuncia il suo ritiro dalle scene.

Quattro anni dopo però ci ripensa e firma con il Go Ahead Eagles. Quasi a voler chiudere un cerchio, torna dunque in Eerste Divisie, ora chiamata Jupiler League, per un ultima esperienza. Disputa le ultime 24 gare della sua carriera da calciatore, prima di diventare dirigente.

La sua velocità e la tecnica gli hanno consentito di imporsi da calciatore ai massimi livelli e di vincere tutto ancora giovanissimo. 'L'olandese volante', con le sue fughe palla al piede, le sue finte irresistibili e i goal, è stato l'interprete eccezionale di un calcio votato in primis all'estetica. Ma il suo regno è stato sostanzialmente breve e fugace.

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