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Juventus, i campioni del passato approvano il nuovo logo: "Grande occasione di crescita"

Tante teste, tante idee e tante opinioni disparate. E mai come in questa occasione tale affermazione appare appropriata. Il nuovo logo Juventus, appena inaugurato, ha sortito diverse reazioni tra i tifosi e l’opinione pubblica. Goal ha voluto sondare i giudizi, al riguardo, di alcuni ex calciatori, che hanno militato tra le fila della società bianconera, per capire il loro pensiero sul nuovo brand. Giocatori di epoche diverse ma accomunati da un unico amore, quello per i colori sociali della Vecchia Signora.

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Franco Causio: “Un marchio attuale che incarna alla perfezione il nuovo corso della società sempre attenta al futuro e a ciò che verrà in seguito, un marchio fedele specchio di un gruppo dirigenziale moderno, proiettato in avanti”.

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Beppe Furino: “Il nuovo logo appare visivamente gradevole, mi piace davvero molto e lo ritengo assai azzeccato. Ha un impatto pregevole anche se minimal. Come sempre, e come da tradizione, il marchio Juventus significa affidabilità, serietà e grande qualità, magari qualcuno avrà da ridire circa l’abbandono grafico del passato, ma l'epoca per il cambiamento è quella giusta”.

Alessio Tacchinardi: “Mi piace moltissimo e rappresenta perfettamente il nuovo corso di una società che sa progredire e lo fa velocemente adeguandosi ai cambiamenti che il mondo propone a velocità siderali. Ciò che sta facendo il presidente, Andrea Agnelli, lo apprezzo moltissimo, bisogna avere occhi rivolti sì al passato, ma anche prontissimi a sondare cosa accadrà nel futuro prossimo. Con questo marchio la Juventus si proietta direttamente nei giorni a venire, e sarà una grandissima occasione di crescita, sia a livello di immagine che di opportunità di marketing. Il passato non si dimentica, però questo design è rivolto alle nuove generazioni e al trovare nuovi stuoli di tifosi in giro per il mondo, per accaparrarsi nuove frontiere di mercati ancora da esplorare: la Juventus, da sempre, arriva prima in tutto, e lo dimostra anche in questo caso. Sarà l’emblema di un’ennesima crescita a livello europeo e mondiale, una società avanti a tutti che in Italia non ha rivali sul campo sia per quanto concerne l’organizzazione societaria che per le innovazioni, basti pensare allo Stadium, al museo, al J Medical e alla nuova cittadella che presto verrà inaugurata”.

Antonio Cabrini: “Rappresenta un chiaro cambio generazionale in linea con le nuove tendenze del marketing, ormai le società sono delle vere e proprie aziende e devono badare anche a queste cose, ovviamente senza mai dimenticare i risultati sportivi e la gestione degli stessi. La Juventus ha sempre operato benissimo e in questo nuovo stemma, anche se di tradizionale c’è poco, rivive il glorioso passato vincente proiettato verso gli anni a venire, verso il futuro. Mi piace e credo piacerà a molti”.

Pietro Anastasi: "Sinceramente non mi aggrada molto, sono sicuro che mi ci abituerò con il tempo, un po' come accade con le nuove maglie ogni anno, ma l’impatto iniziale non mi ha fatto impazzire. Il tradizionale stemma, con le strisce bianconere, forniva un’appartenenza immediata e diversa da questo nuovo marchio, però capisco bene che i tempi cambiano, accomunati dalle esigenze societarie”.

Massimo Storgato: “Non fa proprio al mio gusto personale. Ci trovo davvero poco del passato e poco del mito juventino, lo ritengo troppo moderno e forse troppo minimale, senza richiami, la Juventus ha una “grandeur” che mal si sposa con questo nuovo marchio. Intendo chiaramente quali siano le nuove tendenze del marketing e dell’immagine nuova da proporre in tutto il mondo, però lo stemma tradizionale della Juventus è e rimarrà indelebile. Almeno per quanto concerne il sottoscritto”.

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