Wanda Nara Mauro Icardi - Inter

Inter, Icardi vuole allenamenti completi: Wanda Nara valuta mosse legali

In principio era stato escluso dal ritiro di Lugano in Svizzera e dalla tournée asiatica, salvo poi tornare ad allenarsi insieme ai compagni di squadra: Mauro Icardi ha ottenuto ciò che voleva, anche se c'è un aspetto da approfondire.

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L'argentino non disputa, infatti, le classiche partitelle di fine allenamento, utili per affinare l'intesa dal punto di vista tattico: la società gli consente soltanto di prendere parte al lavoro atletico, il che è una chiusura netta alla possibilità di riaprire quello che è ormai diventato da tempo un caso.

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Marotta e Conte sono convinti che non ci siano margini per un reintegro completo di Icardi: si veda quanto accaduto con Nainggolan e Perisic, entrambi ceduti senza troppe remore a Cagliari e Bayern Monaco.

L'attaccante vorrebbe comunque concludere la sua esperienza all'Inter in modo dignitoso, lavorando a ranghi interi con il gruppo. Non è sicuramente questo il finale sognato dopo sei anni e 124 goal messi a segno, spesso decisivi per togliere le castagne dal fuoco.

Le continue esclusioni del marito non piacciono a Wanda Nara che, secondo 'Il Corriere dello Sport', potrebbe dare il via a un'azione legale nei confronti del club e avrebbe raccolto diversi pareri da più professionisti del settore che sarebbero pronti a offrire una consulenza. Una richiesta di riabilitazione potrebbe arrivare già tra oggi e domani: da capire se con una mail scritta di suo pugno o da un avvocato, oppure se preferirà attendere ancora un po'.

Il legale Umberto Calcagno, vicepresidente dell'Associazione Italiana Calciatori (AIC), ritiene che quello di allenarsi in parità di condizioni con il resto della squadra sia un pieno diritto spettante a Icardi.

"Non so nel merito come si stia svolgendo la sua attività di preparazione, semmai andranno davanti a un collegio arbitrale. L'articolo 7 dell'accordo collettivo dei calciatori, sottoscritto nel 2011 tra la Lega di Serie A e l'Aic, rinnovato ogni anno, sancisce che tutti devono allenarsi in condizioni di parità, senza discriminazioni o differenziazioni. La norma è generale e non entra nei particolari, le casistiche sono le più disparate. Il calciatore ha il diritto di allenarsi in ogni caso nelle stesse condizioni degli altri componenti la rosa della prima squadra, è questa la tutela più importante della sua professionalità. Non ha il diritto di giocare la domenica, rientrando questo nel potere discrezionale dell'allenatore, ma deve conservare la sua migliore efficienza fisica anche nell'eventualità di un trasferimento. E' anche interesse della società che cede e acquisisce".

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