Bartomeu, Pep GuardiolaGetty

Il Barcellona attacca il City, Guardiola lo difende: "Non parlate troppo forte"

Pep Guardiola contro il Barcellona, atto primo. Dopo le voci lanciate da 'Cadena Ser', secondo cui il club culé avrebbe fatto spiare Messi, Piqué, Guardiola e Xavi, oltre ad assumere un social media manager per screditare la loro immagine, l'attuale allenatore del Manchester City ha risposto.

A lanciare il sasso è stato il presidente Bartomeu. Intervenuto per smentire le voci di 'spy story', il numero uno del Barça è passato all'attacco parlando della sentenza UEFA che ha estromesso il City dalle coppe europee per i prossimi due anni.

“Il nostro è un club con tradizione, che ha 144mila membri, con principi democratici e libertà d’espressione. È un club con del rigore. Per questo ringraziamo l’UEFA per far rispettare le regole del Fair Play Finanziario. Al Barcellona lo seguiamo e abbiamo regolarmente incontri con l’UEFA per spiegare come lo facciamo. Vogliamo ringraziare l’UEFA per tutto ciò che di buono fa nel calcio”.

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Parole che Guardiola non ha preso bene: ieri sera dopo la vittoria contro il West Ham il tecnico ha risposto pesantemente alle accuse di Bartomeu, attaccando direttamente il suo ex cluv.

“Non so se mi spiino, ma mi conoscono, non c’è bisogno di spiarmi. Se sono felici della nostra sospensione direi al presidente del Barcellona di darci due appelli. Chiedo alle persone credano in ciò che il City ha fatto. Il mio consiglio al Barcellona è: non parlate troppo forte, perché tutti sono coinvolti in queste situazioni. Faremo appello e speriamo di poter giocare in Champions League contro il Barcellona”.

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