Chievo Serie A

Goal Economy - Dal Chievo alla Serie B, la folle estate del calcio italiano

L’Italia “improcedibile”. Potrebbe essere questo il titolo di un film dedicato alla folle estate 2018 del calcio italiano. Un’estate in cui sono state demolite “credibilità” e certezza del diritto. La vicenda del format di Serie B è quasi patologica, prodotto di un sistema oramai inemendabile, autoreferenziale e dominato dall’attivismo di alcuni presidenti che evidentemente ritengono di poter utilizzare a proprio piacimento le istituzioni calcistiche e sportive. Ecco, per chi se la fosse persa, la delirante cronaca di quel che è accaduto tra luglio e settembre.

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Iniziamo dalla fresca vicenda delle plusvalenze fittizie tra Chievo e Cesena, perchè quando si arriva a una decisione “tardiva”, come in questo caso, la soluzione sa di beffa. Il club del presidente Campedelli, dopo aver scampato a luglio per un cavillo formale la condanna, si ritrova ora a subire una condanna di appena 3 unti di penalizzazione da scontare nel campionato in corso. Quindi per ammissione dello stesso Tribunale federale (la Procura aveva chiesto 15 punti di penalizzazione) il Chievo ha barato gonfiando i prezzi di giovani calciatori, scambiandoli con il Cesena (poi fallito), ma intanto ha potuto essere ammesso a questo torneo ricavando i 35 milioni di diritti tv garantiti dalla Serie A e potendo giocarsi a tutti gli effetti la salvezza.

Chievo Serie A

Se la sanzione fosse stata applicata alla scorsa stagione il Chievo, che ha totalizzato 40 punti, si sarebbe comunque “salvato” in quanto il Crotone terz’ultimo ne ha conquistati sul campo 35. Il Cesena a luglio nella stessa vicenda – prima che scattassero le dilazioni delle procedure - ha subito 15 punti di penalizzazione. Bisognerà leggere le motivazioni della decisione odierna del Tribunale per capire il diverso trattamento.

Per non parlare di quanto avvenuto in Serie B. Falliscono Bari e Cesena, e l’Avellino viene estromesso per irregolarità nella presentazione della fideiussione. La Figc del commissario Roberto Fabbricini avvia formalmente le procedure per i ripescaggi. In lizza ci sono Pro Vercelli, Siena e Ternana. Catania e Novara ottengono però dagli organi di giustizia federale, Tribunale e collegio in secondo grado, di poter partecipare ai ripescaggi pur avendo subito sanzioni per inadempimenti amministrativi nel precedente triennio in quanto la norma che prevede questa preclusione viene ritenuta inapplicabile ai loro casi.

Cesena Serie B

Quindi i club pretendenti sono cinque. Oltre all’Entella che ha visto il Cesena poi “fallito”, penalizzato per la storiaccia delle plusvalenze fittizie scambiate con il Chievo, ma a futura memoria: una condanna senza condannato! Mai vista in diritto (come condannare a morte un defunto). Giustamente il club ligure retrocesso sul campo ma con i conti in regola, aspira a rientrare in B, cosa che sarebbe avvenuta se il Tribunale della Figc avesse applicato la penalizzazione al campionato scorso, a cui il Cesena si è iscritto senza averne il diritto.

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La risposta della Lega di Serie B al caos è di aggiungere altro caos. Si decide di ridurre il format da 22 a 19 per tagliare la testa al toro. La riduzione dei club garantisce ai partecipanti circa 700mila euro in più di contributi e più chance di andare in A. La riduzione è condivisibile per le finalità di rendere più sostenibile finanziariamente il torneo, ma non poteva essere disposta nel modo in cui è stata disposta. Per le Noif, le norme federali, servirebbero due anni e il voto di tre quarti del consiglio federale. Il Commissario Fabbricini, mentre la Lega di B sta per varare il calendario ridotto, così cambia in corsa le norme eliminando i due anni di tempo necessario a implementare eventuali tagli all’organico del campionato.

CataniaGetty

I club che avevano partecipato ai ripescaggi, sostenendo anche costi economici, si rivolgono in ordine sparso al tribunale federale, ma vengono tutti dirottati al Collegio di garanzia del Coni, organo di ultima istanza della giustizia sportiva (poi si può andare al Tar). La cosa è logica perché i giudici federali sono nominati dalla stessa Figc di cui dovrebbero giudicare gli atti. Per un minimo di terzietà e indipendenza del giudizio c’è appunto il Collegio del Coni. Il quale investito a metà agosto della vicenda se la prende comoda e rinvia tutti al 7 settembre. In questo modo la B ridotta parte (la Serie C in dissenso rinvia il varo dei calendari).

Il 7 settembre la decisione viene rinviata al 12 settembre e il 12 un collegio del Coni “spaccato” per la prima volta nella storia - con il presidente Frattini che dichiara pubblicamente che per lui andava ripristinato il format a 22 - dichiara che i ricorsi andavano presentati agli organi di giustizia della Figc. Un gioco dell’oca che ha il solo scopo di rendere di fatto inutile il procedimento. Il Tribunale federale investito d’urgenza dei nuovi ricorsi si è affrettato a sua volta a spostare tutto al 28 settembre (quando la B avrà disputato 5 giornate e la C, che intanto ha dovuto varare i calendari, tre). La situazione di fatto dunque renderà vani i ricorsi perché sarà quasi impossibile un revisione in corsa dei format. Nessuno intanto si è preso la responsabilità di dire nel “merito” se la riduzione del format è stata o no legittima. E sarà “inutile” anche rivolgersi al Tar che può solo sancire il diritto a ottenere un risarcimento dei danni.

Frosinone Palermo

Per capire cosa significa creare una “situazione di fatto” ostativa chiedere al Palermo. Il Collegio di garanzia dello Sport, poche ore prima di dichiarare inammissibili i ricorsi sul format della Serie B, ha depositato le motivazioni del provvedimento con cui il 10 agosto scorso aveva rinviato alla Corte d’appello la decisione sui fatti del ritorno delle finali playoff Frosinone-Palermo, perché “non coerentemente sanzionati”. Per i palloni lanciati in campo dalla panchina e dagli spalti con l’intento di interrompere le azioni, eccetera, la Corte presieduta aveva comminato due turni a porte chiuse e in campo neutro. Per i giudici del Collegio, la Corte d’appello avrebbe dovuto applicare quanto previsto dall’articolo 17 del Codice di giustizia sportiva, che per fatti “che abbiano influito sul regolare svolgimento di una gara” prevede la perdita della gara per 3-0 a tavolino o la penalizzazione di punti in classifica e non una sanzione inferiore.

Quindi il Palermo sarebbe salito in Serie A. Però siccome “le sanzioni da applicare non possono essere inflitte su situazioni già cristallizzate, ma debbono essere scontate ed inflitte nella stagione corrente”, il Frosinone resta in A pur penalizzato. Al massimo il Palermo potrà andare al Tar Lazio per il risarcimento dei danni. Al Tar si è rivolto l’Avellino per chiedere di cancellare l’esclusione decisa per l’irregolarità delle fideiussioni presentate a giugno. La stessa Figc infatti il 30 agosto scorso ha bocciato le fideiussioni presentate da Palermo e Lecce perché emesse da una società, la Finworld, che già da metà luglio era senza titolo per farlo. A queste squadre è stato dato più tempo per rimediare alla irregolarità. L’Avellino chiede giustamente parità di trattamento. Insomma, l'estate nbera del calcio italiano non è ancora arrivata alla conclusione.

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