Gheorghe Popescu BarcelonaGetty

'Gica' Popescu, da presunta spia della Securitate ai trionfi europei con Barcellona e Galatasaray

Ha avuto una carriera importante, vincendo tanto a livello di club e partecipando a tre Mondiali con la sua Nazionale. Gheorghe Popescu, per tutti 'Gica', è stato uno dei simboli della generazione d'oro della Romania, ha indossato maglie prestigiose e non si è fatto mancare anche una storia personale controversa.

Nato a Calafat, nella regione dell'Oltenia, in Romania, il 9 dicembre 1967, inizia il suo percorso calcistico nel Settore giovanile della formazione locale del Dunărea Calafat, in cui milita per 9 anni, dal 1975 al 1984, prima di trasferirsi all'Universitatea Craiova. Con i biancazzurri debutta da mediano nella Divizia A, il massimo campionato rumeno, nella stagione 1985-86 e in 5 anni si afferma come uno dei calciatori più importanti del calcio rumeno.

Sono quelli, tuttavia, per la Romania gli anni difficili della dittatura di Niculae Ceausescu, e Gheorghe avrebbe iniziato a collaborare con la Securitate, la terribile polizia segreta del regime, a cui capo era stato posto il figlio naturale Nicu, vicino alla Dinamo Bucarest e scommettitore incallito, anche in ambito calcistico, tanto che non era raro che il Conductador sottraesse soldi allo Stato per pagare i suoi debiti di gioco.

Il suo ruolo emerge nel 2009 da una serie di documenti provenienti dagli archivi segreti dell'organizzazione militare e riportati su alcuni autorevoli quotidiani rumeni, come 'Adevarul' e 'Gazeta Sporturilor'. 'Gica' gioca a calcio, e lo fa molto bene con l'Universitatea, ma secondo lo storico Mihail Bumbes è anche un referente della Securitate, che gli chiede, o meglio lo sceglie e gli impone di scrivere relazioni sui compagni di squadra, su altri colleghi e sulle trasferte all’estero. 

Inizialmente il giocatore ammette tutto, con un'importante precisazione ai microfoni di un altro quotidiano, 'Evenimentul Zilei'.

"Ho scritto soltanto cose positive, - rivela - ho sempre elogiato quelle persone di cui mi venivano chieste informazioni".

Poi, percepiti i rischi di un forte danno di immagine, ritratterà e smentirà seccamente di essere stato una spia:

"Sono tutte bugie, - affermerà - la mia coscienza è pulita, non ho fatto l'informatore su nessuno".

Secondo la nuova versione dei fatti data da Popescu, tutto si ridurrebbe ad una firma apposta sotto un documento generico in cui alcuni sportivi si impegnavano "a difendere gli interessi nazionali". Per il Collegio Cnsas, che si occupa degli archivi della Securitate, l'attività di Gica come informatore è pressoché certa, ma lo stesso collegio nega che il calciatore possa aver violato le leggi sui diritti umani. Le ombre e i dubbi sulla vicenda rimangono.

In campo, comunque Popescu gioca ad alti livelli, tanto che nel 1987/88 su di lui ricade la scelta della Steaua Bucarest, che lo prende in prestito (senza troppi problemi, visto il potere del patron Valentin Ceausescu, figlio adottivo del dittatore) dall'Universitatea a metà stagione. Gica vince con i rossoblù la Coppa nazionale (quella che passerà alla storia come 'Coppa della Vergogna') e il Campionato rumeno, mentre in Coppa dei Campioni il cammino dei 'Militari' si interrompe in semifinale contro i portoghesi del Benfica.

'Gica' gioca da mediano, è un colosso di un metro e 88 centimetri per 80 chilogrammi e assieme a Belodedici e Hagi costituisce la spina dorsale della squadra di Anghel Iordanescu. In estate Valentin Ceausescu vorrebbe che firmasse per restare allo Steaua, fa pressioni sul calciatore ma Popescu non ci sta.

"Ogni mese mi mandavano a casa dei video. - ha raccontanto nel 2020 il calciatore a 'TVR' - Mio padre non era contento che continuassi a giocare con lo Steaua. Così ho pensato che le cose andassero sistemate. 'Ilie' (nomignolo di Valentin, ndr) mi chiamò nel suo ufficio e mi chiese se sarei rimasto con i rossoblù. Gli ho detto di no, allora ha premuto un pulsante e sono arrivati due soldati armati che mi hanno portato in una stanza vicina".

"Mi hanno costretto a firmare un impegno a prolungare il contratto con lo Steaua, ma io ho detto loro che per me non stavo firmando nulla. Così mi hanno tenuto sotto sorveglianza e mi hanno portato in caserma. Sono rimasto calmo, perché sapevo che non mi sarebbe potuto accadere nulla. Fra due settimane si sarebbe giocata la partita fra Steaua e Universitatea Craiova. Ho preso il contratto, l'ho strappato e li ho detto che non sarei mai più tornato in quella caserma".

Gheorghe PopescuGetty

Dopo la clamorosa rottura con lo Steaua, Popescu torna a Craiova e il 20 settembre 1988 fa il suo esordio anche con la Romania. Il 29 marzo 1989 è in campo nella sentita amichevole contro l'Italia di Vicini, vinta 1-0. Ma a ottobre, senza Belodedici, fuggito in Serbia e successivamente squalificato, i rumeni perdono 3-0 a Copenaghen con la Danimarca e per qualificarsi a Italia '90 serve una vittoria nella gara di ritorno contro i danesi a Bucarest il 15 novembre. Popescu e compagni giocano una grande partita, la Romania vince 3-1 e si qualifica dopo 20 anni per i Mondiali.

A fine gara i giocatori del Ct. Jenei sono premiati con 1500 dollari a testa dal regime, e avviene l'inattesa riconciliazione fra Valentin Ceausescu e Popescu. 

"A fine gara, quando abbiamo fatto il giro d'onore, - racconterà - Valentin è venuto da me, mi ha abbracciato e si è congratulato. Mi ha detto che le tensioni che c'erano state con me finivano quel giorno. Era un ragazzo di una certa cultura, molto diverso dagli altri componenti della famiglia Ceausescu".

Tenutosi sempre distante dagli affari politici, sarà l'unico a non essere condannato (lavorando poi come fisico nucleare) quando a dicembre crolla il regime socialista e i suoi genitori adottivi vengono fucilati dopo la tentata fuga. Per Popescu e i più forti giocatori rumeni si aprono le porte dei club europei.

'Gica' nell'estate del 1990 firma con il PSV Eindhoven, formazione olandese con cui si conferma a livelli altissimi di rendimento per 5 stagioni (108 presenze e 23 goal nella sola Eredivisie) e vince 2 campionati (1990-91 e 1991-92) e una Supercoppa dei Paesi Bassi (nel 1992), giocando costantemente anche le Coppe Europee e spostandosi progressivamente nel ruolo di centrale difensivo abile nei duelli fisici e nel gioco aereo. In Nazionale è protagonista di tre Mondiali e 2 Europei (1996 e 2000).

A Italia '90 il sogno si interrompe agli ottavi di finale contro l'Irlanda ai calci di rigore, mentre a USA '94 la Nazionale di Iordanescu, con Belodedici nuovamente a disposizione e un Hagi al top della condizione, sfiora le semifinali, venendo battuta ai rigori ai quarti dalla Svezia, poi 3ª. La Romania di Popescu si qualifica anche a Francia '98, fermandosi come nel 1990 agli ottavi di finale, dove è battuta dalla Croazia.

La carriera di Popescu raggiunge il suo apice dopo i Mondiali americani. Nel 1994-95 'assaggia' infatti la Premier League giocando per un anno con il Tottenham (23 presenze e 3 goal in campionato), che lo acquista dal PSV per 3 milioni e 200 mila euro attuali. Ma i trionfi europei arrivano nella successiva esperienza, che lo vede protagonista con il Barcellona.

I catalani rilevano il suo cartellino dagli Spurs per 3 milioni di euro. In Catalogna resta due stagioni, l'ultima dell'era Cruijff e quella successiva con Bobby Robson in panchina, che lo vede alzare al cielo da capitano dei blaugrana una Coppa del Re, la Supercoppa di Spagna e soprattutto la Coppa delle Coppe, vinta battendo in finale il PSG dopo aver superato la Fiorentina in semifinale. È la squadra di Guardiola, Ronaldo 'Il Fenomeno' e Figo, con cui colleziona 68 presenze e 9 goal in campionato.

Gheorghe Popescu, GalatasarayGetty Images

Dal 1997-98 raggiunge Hagi al Galatasaray ed è protagonista di un nuovo ciclo di successi con il club turco. Mette infatti in bacheca 3 campionati, 2 Coppe di Turchia e soprattutto, da capitano, la Coppa UEFA 1999/00, nella quale segna l'ultimo rigore per i suoi nella finale di Copenaghen contro l'Arsenal e la Supercoppa europea del 2000 con lo storico successo sul Real Madrid.

Dopo 5 stagioni in Turchia, nel 2001/02 sceglie di misurarsi con la Serie A e si trasferisce al Lecce dopo la crisi finanziaria che colpisce il Galatasaray. A definire l'operazione è il Direttore sportivo Pantaleo Corvino, che dopo la firma del forte centrale rumeno dichiara ai giornalisti:

"È questo il colpo che avevo in canna, un vero e proprio colpaccio. Popescu è l’uomo che cercavamo, quello da mettere in mezzo alla difesa".

Sbarcato in Salento, sceglie un numero insolito per un difensore, il 10, ed è protagonista di una buona stagione, con 28 presenze e 3 goal (uno su punizione contro il Torino e una doppietta nel rocambolesco k.o. per 4-3 al Dall'Ara con il Bologna). Il suo rendimento non basta però ad evitare ai giallorossi, passati in corsa dalla guida di Cavasin a quella di Delio Rossi, la retrocessione in Serie B. Il rapporto fra il rumeno e il Lecce si interrompe dunque dopo una sola stagione.

"Per il mio futuro a Lecce ormai è tutto finito. - dichiara dopo la retrocessione matematica - Se avessimo battuto l’Udinese nell’ultima gara che abbiamo giocato in casa forse ci sarebbe stata qualche possibilità, ma ora non c’è più’ niente da fare. E’ stata una stagione sfortunata, e pur avendo degli ottimi giocatori la sorte ci ha sempre girato le spalle. Non seguirò la squadra in Serie B: c’è una clausola nel mio contratto che mi consente di andar via liberamente in caso di retrocessione".

Salutata l'Italia, 'Gica' spende le ultime cartucce della sua lunga carriera fra una breve esperienza in patria con la Dinamo Bucarest e un'ultima stagione in Bundesliga con l'Hannover, dopo la quale decide di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo all'età di 35 anni. Qualche mese prima aveva dato l'addio alla Nazionale rumena, di cui è uno dei primatisti con 115 presenze complessive e ben 16 goal, fra i quali si ricordano una tripletta contro la Macedonia nel 1996 e addirittura una quaterna contro il Liechtenstein nelle Qualificazioni a Francia '98.

Socio dei fratelli Becali dal 1999, divenuto dopo il ritiro un rappresentante di calciatori, nel 2014, alla vigilia della nomina a Presidente della Federcalcio rumena è condannato a 3 anni e un mese di reclusione per falso in bilancio, evasione fiscale e riciclaggio di denaro sporco. Il reato sarebbe stato commesso in relazione alla vendita di 12 calciatori fra il 1999 e il 2005, che avrebbe provocato allo Stato un danno di un milione e mezzo di euro e ai club di 10 milioni.

Scontata la pena detentiva, Popescu è oggi nuovamente un cittadino libero. Votato per 6 volte miglior giocatore dell'anno del suo Paese, le due 'macchie' che hanno contraddistinto la sua vicenda umana non impediscono di considerarlo a ragione fra i grandissimi del calcio rumeno.

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