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David Platt: le notti magiche di Italia '90 con l'Inghilterra e la Serie A con Bari, Juventus e Sampdoria

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Da reietto a protagonista inatteso. La carriera di David Platt non è fatta di mezze misure. Il Manchester United da giovane lo aveva scartato, ritenendolo non adatto a giocare in Prima squadra. Ad emettere la sentenza era stato il manager dei Red Devils, Ron Atkinson, che aveva deciso di cederlo gratuitamente in Quarta Divisione al Crewe Alexandra.

Cinque anni più tardi, invece, Bobby Robson, il Ct. dell'Inghilterra, decide di portarlo con sé ai Mondiali di Italia '90 dopo due stagioni da protagonista in First Division con l'Aston Villa. Il torneo italiano lo vede affermarsi a livello internazionale, con il goal decisivo contro il Belgio che segna la svolta della sua carriera.

Nel 1991 approda quindi in Serie A, indossando le maglie di Bari, Juventus e Sampdoria fra alterne fortune, ma guadagnandosi la stima dei tifosi italiani. Nel suo palmarés figurano, oltre al 4° posto nei Mondiali del 1990, una Coppa UEFA vinta in maglia bianconera nel 1992/93 e la Coppa Italia 1993/94 conquistata con i blucerchiati.

RIVELAZIONE DELL'INGHILTERRA A ITALIA '90

Mezzapunta di propensione offensiva, tanto da essere talvolta impiegato da centravanti puro, David Andrew Platt era nato nella città di Chadderton il 10 giugno 1966. Alla delusione del Manchester United, risponde con annate straordinarie in Quarta divisione con il Crewe Alexandra: 21 goal nel 1986/87, 19 l'anno successivo, che lo portano, nel febbraio del 1988, all'Aston Villa.

Con la squadra di Birmingham sembra non risentire del salto di categoria, e dopo la promozione nell'allora First Division (la Premier di oggi), con Graham Taylor in panchina tiene medie da grande attaccante: i 19 goal segnati nel 1989-90, 24 considerando tutte le competizioni, che assieme alle sue brillanti prestazioni a fine stagione gli valgono il riconoscimento di Giocatore dell'anno, lo proiettano nel giro della Nazionale maggiore, dove Bobby Robson non può ignorare il suo talento. 

Il Ct. inglese lo convoca la prima volta in occasione della gara amichevole Inghilterra-Italia del 15 novembre 1989, partita che termina 0-0 e in cui fa l'esordio assoluto con i Tre Leoni subentrando 12 minuti prima del 90' al posto di Peter Beardsley.

La mezzala dei Villans colleziona altre 3 presenze, 2 da subentrato e una da titolare contro il Brasile di Lazaroni, che sono sufficienti a convincere Robson ad inserire il suo nome fra quello dei 22 giocatori che parteciperanno ai Mondiali di Italia '90.

Platt è regolarmente convocato e parte con il resto del gruppo per la Sardegna, dove gli inglesi, inseriti nel Gruppo F insieme a Olanda, Irlanda ed Egitto, stabiliscono il loro quartier generale al Forte Village di Santa Margherita di Pula fin da fine maggio. Oltre alla gara con la Tunisia, disputata il 2 giugno in Nord Africa, in cui il Ct. schiera i titolari, i Tre Leoni giocano altre due amichevoli non ufficiali.

La prima a porte chiuse (ma in corso diventeranno aperte) proprio al Forte Village contro il Cagliari di Ranieri, fresco di promozione in Serie A, il 29 maggio. La gara è molto fisica e agonistica, a dispetto di quel che dovrebbe essere sulla carta, e termina 6-0 per la Nazionale di Robson. Platt realizza gli ultimi 2 goal, i suoi primi in Nazionale, benché non li vengano conteggiati nelle statistiche ufficiali e pur non fornendo una gran prestazione.

Il 5 giugno 1990 va quindi in campo da titolare nella partita amichevole contro la Selezione Sardegna, voluta dallo stesso Robson e giocata a Oristano per motivi di ordine pubblico, e segna una delle 10 reti con cui l'Inghilterra si impone sugli avversari isolani.

Inizia il Mondiale e la mezzala dell'Aston Villa non gioca nel primo match contro l'Irlanda, venendo invece impiegato a gara in corso sia contro l'Olanda, sia nell'ultimo confronto con l'Egitto. Con 2 pareggi e un successo con i Faraoni, i Tre Leoni chiudono al primo posto il difficile girone, qualificandosi per gli ottavi di finale. Abbandonata l'isola, volano a Bologna per affrontare il Belgio.

David Platt Inglaterra Belgica Copa do Mundo 1990Getty Images

Al Dall'Ara si gioca il 26 giugno una partita molto combattuta. L'arbitro annulla un goal a Barnes per fuorigioco, mentre i Diavoli rossi di Vincenzo Scifo colpiscono due legni, uno su calcio di punizione del loro giocatore più talentuoso. Il Ct. inglese ha dovuto fare a meno del suo omonimo Bryan, rientrato a Londra per problemi al tendine d'Achille, mentre Gary Lineker soffre di un problema all'alluce che lo limita non poco. 

Ecco che in situazione di piena emergenza (anche Walker e Butcher non sono al meglio), l'ex tecnico del Barcellona estrae il proverbiale coniglio dal cappello. Cambia modulo, passando al 3-5-2, e Platt rileva al 71' McMahon e sarà proprio il giocatore dei Villans a decidere il confronto nei tempi supplementari. 

Gascoigne è steso da Gerets sulla trequarti. Batte lo stesso Gazza a pescare in area Platt, che con una girata di destro, al volo, castiga il portiere Preud'homme e si lancia in un'esultanza senza fiato. 

"Gazza era sulla palla - ricorda David a 'UEFA.com' - ed io cercavo di liberarmi all'interno dell'area di rigore. Mi sono girato, la palla è scesa all'altezza della mia spalla e ho cercato soltanto di colpirla. Non c'era grande potenza nella mia conclusione, è stato un tiro di pura tecnica. Ho visto la palla entrare e ho esultato scivolando sulle ginocchia. Tutto è stato intuitivo, il modo in cui mi sono coordinato e ho colpito la palla, e poi l'esultanza. L'istinto ha preso il sopravvento su di me. Non avevo mai esultato così prima di allora e non so perché in quell'occasione ho festeggiato proprio in quel modo...".

È la rete decisiva per la qualificazione ai quarti dell'Inghilterra, e che segna la svolta nella carriera di Platt: da reietto del Manchester United a protagonista inatteso dei Mondiali italiani.

"Quando fai un goal del genere tutto appare surreale. - dice Platt - L'ondata di adrenalina che ti arriva è così grande che ti sembra davvero di essere in un posto diverso, in un mondo diverso. Attenzione, il goal non è stato casuale, non voglio dire questo. Ho avuto occhio per seguire la traiettoria della palla e abilità tecnica nel concludere. All'Aston Villa ho lavorato duramente per allenarmi con rovesciate e tiri al volo, ma nonostante questo, se avessi riprovato la stessa giocata il giorno dopo in allenamento per 10 volte probabilmente non avrei fatto goal in nemmeno un'occasione. È stato uno di quei momenti perfetti che accadono nella vita". 

A far tornare Platt con i piedi per terra ci pensano gli addetti all'antidoping.

"L'unico momento in cui le cose non sono andate bene è stato dopo la partita. - afferma l'ex giocatore inglese - Sono stato sorteggiato per il controllo antidoping. Faceva molto caldo ed ero così disidratato dopo aver giocato che mi ci sono voluti 40 minuti, che sono passati molto, molto lentamente, per riempire un campione di urina. Mi trovavo in una stanza assieme a due calciatori del Belgio, particolarmente tristi per l'eliminazione. Non sapevo cosa dire. Quando sono uscito dall'antidoping i miei compagni era già vestiti con la divisa e l'euforia per il goal era ormai passata".

David Platt EnglandGetty Images

Robson lo lancia titolare nella successiva sfida dei quarti di finale contro il Camerun. Platt si ripete, segnando il goal del provvisorio 1-0 con un bel colpo di testa. Poi però i Leoni indomabili ribaltano la situazione e si portano sul 2-1. Due calci di rigore, entrambi trasformarti da Lineker, danno infine il successo per 3-2 e la qualificazione in semifinale all'Inghilterra nei tempi supplementari.

In semifinale i Tre Leoni possono entrare nella storia: un successo contro la Germania Ovest di Beckenbauer potrebbe regalare loro l'accesso ad una finale mondiale 44 anni dopo l'unica conquistata in casa. Ancora una volta Platt gioca titolare, in questa occasione tuttavia non va a segno. Nella ripresa i tedeschi si portano in vantaggio con una micidiale punizione di Brehme, mentre nel finale di match è il solito Lineker a fissare il punteggio sull'1-1. Anche ai supplementari l'equilibrio non si spezza e sono decisivi i rigori. Platt trasforma il terzo per gli inglesi, ma gli errori di Pearce e Waddle segnano l'amara eliminazione.

Resta da giocare un'ultima partita, la finale di consolazione per il 3° posto contro gli Azzurri di Vicini. In campo al San Nicola di Bari è partita vera, anche se dopo il fischio finale le due Nazionali festeggeranno assieme il podio mondiale. Dopo il vantaggio dell'Italia con Baggio, all'80' Platt vola ancora alto per mettere in rete di testa su cross di Dorigo. La mezzala dell'Aston Villa firma il provvisorio 1-1, ma è un rigore (che gli inglesi contestano) fischiato per fallo su Schillaci, e trasformato dallo stesso Totò, a decretare la vittoria dei padroni di casa. 

Sul podio le due squadre esultano assieme per un Mondiale vissuto comunque da protagoniste. Platt, con un bilancio di 3 goal, lo sguardo acceso e il grande sorriso, torna a casa da grande rivelazione dell'Inghilterra. 

PLATT IN SERIE A: BARI E JUVENTUS

L'anno successivo ai Mondiali, Platt si conferma ad alti livelli con l'Aston Villa, che intanto accoglie in panchina Jozef Venglos, primo tecnico straniero a guidare una squadra inglese. Arrivano altri 24 goal, di cui ancora 19 in First Division. Chi aveva dei dubbi su di lui se li toglie definitivamente, e David è pronto a fare una nuova esperienza calcistica.

I Villans, del resto, puntano su Dalian Atkinson, che, visti i trascorsi, è incompatibile con il ragazzo di Chadderton. Quest'ultimo guarda così a quell'Italia che lo aveva consacrato protagonista e accetta la proposta del Bari. Al club di Birmingham vanno ben 12 miliardi di Lire.

Il presidente Vincenzo Matarrese guarda anche alla Croazia, prelevando due giovani: dal Milan, in prestito il giovane centrocampista Zvonimir Boban, e dall'Hajduk Spalato il ventiduenne terzino sinistro Robert Jarni. Sulla carta la squadra aveva i mezzi per fare un campionato importante, puntando anche a qualcosa di più di una semplice salvezza. Ma le cose, dall'inizio, non vanno nel verso giusto.

Il tecnico Gaetano Salvemini dà le dimissioni dopo 5 giornate, e il suo successore, Zbigniew Boniek, non riesce a risollevare la squadra, che naviga costantemente in zona retrocessione. Platt fa il suo, e segna complessivamente 15 goal, non pochi per un centrocampista, seppur offensivo, di cui 11 in campionato e 4 in Coppa Italia.

Le prodezze del giocatore inglese, che vive la giornata di maggior gloria il 19 gennaio 1992, quando con una doppietta al San Nicola stende la Roma, non sono sufficienti a salvare i biancorossi, che chiudono in 15ª posizione e retrocedono in Serie B.

David Andrew Platt Bari Serie AGetty Images

La Juventus non resta indifferente al suo talento e nell'estate 1992 decide di portarlo a Torino: per 13 miliardi, uno in più di quanto il Bari lo aveva pagato all'Aston Villa, Platt diventa dunque un giocatore bianconero. Boniperti e Trapattoni, del resto, vedono in lui il possibile faro del centrocampo bianconero, l'uomo in grado di far fare il salto di qualità definitivo ad una squadra che in avanti ha giocatori come Roberto Baggio, Vialli, Casiraghi e Ravanelli.

Qualcuno, un po' frettolosamente, lo ribattezza 'il Tardelli di Chadderton' per le capacità indiscusse sia in fase offensiva, sia anche in quella di non possesso. 

"Che cosa mi riprometto di fare e di essere? - confessa il giorno della presentazione - Se dico che segnerò tanti goal partirei con il piede sbagliato, e se poi non sapessi mantenere la promessa? No, meglio dire che cercherò di giocare come so, a tutto campo. I goal saranno una conseguenza del mio movimento".

"Bisognerà inoltre vedere come Trapattoni intenderà utilizzare tutti i campioni a sua disposizione. - sottolinea - Io per ora conosco tutti di faccia, fra due settimane, dopo il ritiro, sarà più facile per me esprimere dei giudizi tecnici. Con Roberto Baggio, Vialli e Casiraghi spero che si riesca a giocare anche per divertirsi, perché è questo il bello del calcio. In questo momento, guardando l’organico, dico che dobbiamo partire per vincere tutto sapendo che in Europa non sempre arriva in fondo la squadra migliore, troppe sono le incognite. Ma in campionato, su 34 partite, i valori emergono più netti".

"Se sapremo battere il Milan? Io dico che per noi non sarà facile, ma altrettanto difficile sarà per il Milan ripetere lo straordinario cammino del campionato scorso. Troppi stranieri potrebbero creare problemi in casa rossonera? Vado controcorrente. Dico che la concorrenza in questi casi non è negativa. Chi gioca sa che il posto è sempre in pericolo e farà di tutto per conservarlo, quindi si batterà sempre al massimo. Anche alla Juve c’è uno straniero in più, ma ci sarà spazio per tutti".

In realtà quella bianconera è una squadra ricca di doppioni, che faticherà ad assumere un'identità precisa. In campionato si piazzerà al 4° posto, meglio andrà in Europa, con la Vecchia Signora grande protagonista di Coppa UEFA e capace di imporsi nella doppia finale contro il Borussia Dortmund. Madama vince 1-3 al Westfalen Stadion, al ritorno travolge i gialloneri per 3-0 al Delle Alpi. Platt non gioca nessuna delle due gare ma alla fine alza comunque il primo trofeo italiano assieme ai suoi compagni.

Complessivamente, pur essendo il capitano dell'Inghilterra, mette insieme 28 presenze e 4 goal (3 in campionato contro Genoa, Napoli e Sampdoria e una in Coppa UEFA contro il Panathinaikos). Trapattoni gli chiede molto anche in fase di non possesso e lui deve spesso sacrificarsi per i compagni. A fine stagione l'inglese saluta, senza che gli vengano attribuite eccessive colpe. Platt diventerà l'ultimo inglese titolare nella Juventus in Serie A prima di Iling Jr. (Atalanta-Juve del 7 maggio 2023).

"Mi sono dovuto piegare alle esigenze della squadra - affermerà - ma non sapevano chi ero e come giocavo! A Bari sì che hanno gustato un po' del vero Platt, a Torino quasi mai. E non solo per colpa mia. Comunque sia, la Juve mi ha insegnato molto, me ne vado in amicizia. Ho un ottimo rapporto con tutti". 

"Sono soltanto dispiaciuto perché non hanno saputo sfruttare le mie qualità. - aggiungerà - Certo, essere uno dei quattro stranieri (potevano giocarne soltanto 3, ndr) non mi ha agevolato".

David Andrew Platt Juventus Serie AWikipedia

DUE BELLE STAGIONI IN BLUCERCHIATO

L'ultima tappa del viaggio in Italia di David Platt è Genova, sponda Sampdoria, dove la mezzala inglese vive due belle stagioni. Sotto la guida di Sven Goran Eriksson, liberato da compiti difensivi troppo gravosi, in blucerchiato si rivede a tratti il miglior David.

"Eriksson mi ricorda molto il Ct. dell'Inghilterra Taylor - dichiara - quindi mi ci trovo a meraviglia. L'ambiente è galvanizzante e finalmente ho la possibilità di giocare in una squadra dove conta anche lo spettacolo e dove l'allenatore mi impiega secondo le mie qualità".

A livello tattico gioca dietro due punte, Mancini e Gullit, che fanno molto movimento, e gli aprono gli spazi per gli inserimenti offensivi. Al suo fianco a centrocampo c'è un uomo d'ordine come Jugovic, mentre Lombardo ed Evani presidiano le due fasce.

Parte subito in quarta, trovando il primo goal blucerchiato al San Paolo su assist di Gullit in Napoli-Sampdoria 1-2 della prima giornata 1993-94. Goal o assist saranno la regola quando è in campo, e il sigillo dell'1-1 nel derby della Lanterna del 5 dicembre 1993 lo rende indelebile per i suoi tifosi. Dà il suo contributo anche nella favolosa cavalcata in Coppa Italia con un goal su rigore contro la Roma nel ritorno degli ottavi e con una spettacolare rovesciata nella semifinale di andata contro il Parma (2-1 per la Samp).

Il primo anno sotto la Lanterna si chiude con un prestigioso 3° posto in Serie A e la vittoria della Coppa Italia nella doppia finale contro l'Ancona (0-0 e 6-1).

David Platt Sampdoria

Più sofferto il secondo anno, che vede la squadra blucerchiata impegnata su più fronti. I genovesi perdono ai rigori la Supercoppa Italiana contro il Milan, mentre alla prima giornata nel 5-0 sul Padova l'inglese imprime nuovamente il suo guizzo vincente. In Europa realizza 2 reti pesanti nella sfida del Primo turno con i norvegesi del Bodø Glimt. Nel match di ritorno, tuttavia, riporta un infortunio che lo terrà lontano dai campi per circa un mese.

Platt torna ma la Sampdoria prosegue fra alti e bassi, mancando alla fine l'obiettivo di una qualificazione europea (8° posto finale). Meglio va in Coppa delle Coppe, con la squadra che raggiunge le semifinali ma viene eliminata dall'Arsenal. Nel derby Platt segna ancora, ma il Genoa rimonta e vince. La situazione precipita prima della sfida interna con il Brescia, già retrocesso, con gli ultrà che contestano la squadra. 

Platt si carica sulle spalle la squadra, e dopo il vantaggio delle Rondinelle, si prende la responsabilità di trasformare il rigore concesso dall'arbitro e poi di testa sigla il 2-1. I tifosi gioiscono, e chiedono dopo la gara ai giocatori di tornare in campo a salutarli e prendersi gli applausi.

"È stato uno dei più bei momenti della mia carriera", dirà il centrocampista offensivo. 

A livello personale totalizza 39 presenze e 11 goal nella prima stagione (con 9 reti in 29 presenze in campionato) e 33 presenze e 10 goal il secondo anno (26 gare e 8 reti in Serie A), confermandosi giocatore prezioso e di grande qualità, prima di salutare l'Italia e far ritorno in Inghilterra per accassarsi all'Arsenal.

"I due anni che ho fatto a Genova con la Sampdoria - affermerà David - sono stati i migliori della mia carriera".

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