Mamadou Sakho Crystal Palace 2018-19Getty Images

Crystal Palace, Sakho si confessa: "So cos'è la fame, chiedevo l'elemosina"

Una storia di rivincita personale e solidarietà, quella che il difensore Mamadou Sakho ha deciso di raccontare in un'intervista a 'Sportsmail'. Il giocatore del Crystal Palace ha ripercorso i momenti buii della propria infanzia, quando per strada era costratto a chiedere l'elemosina.

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Cresciuto a Goutte d'Or, un quartiere multietnico nei pressi di Montmartre, a Parigi, Sakho ha perso il padre quando aveva solo 13 anni. Costretto a maturare prima del tempo, dovendo prendersi cura delle sue tre sorelle e dei tre fratelli, Sakho a 17 anni è diventato il più giovane capitano della storia del Paris Saint-Germain.

Una responsabilità enorme per molti, non per chi qualche anno prima era stato costretto a caricarsi sulle spalle il ruolo di capo famiglia, come ha ricordato lo stesso Sakho.

“Il giorno in cui ho perso mio padre sono diventato un uomo con delle responsabilità. Sapevo che sarei diventato un calciatore, ma non era un obiettivo, era un obbligo. Qualcuno mi ha anche chiesto se fosse stato difficile diventare capitano del Paris Saint-Germain a soli 17 anni e io risposi che la fascia da Capitano più difficile che ho indossato nella mia vita è stata quella per la mia famiglia, quando avevo 13 anni".

Un'infanzia complicata, con Sakho spesso costretto a chiedere l'elemosina per strada per poter mangiare. Un'esperienza che il francese non ha mai dimenticato, neppure dopo i milionari contratti firmati da calciatore.

"So cos'è la fame. So cos'è il freddo. Ero solito chiedere le monete per poter mangiare. Un giorno una donna pensando che la volessi derubare ha avvicinato a sè la borsa. Quel gesto mi ha scioccato. Volevo solo delle monete per comprare del pane ma lei pensava che l'avrei rapinata. Da quel giorno ho fatto una promessa a me stesso e le dissi: Guarda, oggi ho fame e lei pensa che io voglia farle del male. Ma io, quando diventerò qualcuno, quando avrò qualcosa, restituirò tutto".

E così ha fatto. Al compimento del suo diciottesimo anno d'età, Sakho ha creato l'Amsak, un'associazione di volontariato con lo scopo di aiutare i più bisognosi in Francia, Inghilterra e Africa, da dove proveniva il padre senegalese e dove ora il giocatore sta facendo costruire un orfanatrofio a Tamba.

“Quando hai un po' di popolarità, puoi usarlo in modo positivo. Non voglio essere un esempio per le persone, voglio solo ispirare. L'orfanatrofio lo chiamerò Souleymane Sakho, come il nome di mio padre”.

Lasciata la Francia nel 2013, Sakho in Inghilterra ha poi vestito le maglie di Liverpool e Crystal Palace. Ora ha 29 anni e ripensando al passato non ha alcun rimpianto, come ha ribadito lui stesso.

"Non rimpiango mai nulla della mia vita. Se qualcosa è destinata a te, la otterrai, anche se tutto il mondo è contro. Seguo semplicemente il mio destino. La vita è breve. Il calcio è breve. Dobbiamo essere positivi. Siamo qui per regalare sorrisi e uno spettacolo positivo".

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