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Coronavirus, il Catania non paga gli stipendi: "Mancano gli introiti"

Da ormai più di una settimana il calcio italiano è fermo, sospeso in un limbo chiamato Coronavirus: l'emergenza sanitaria ha costretto i vertici dello sport nostrano a chiudere momentaneamente la baracca, in nome della tutela della salute pubblica.

Il decreto emesso dal Governo ha bloccato tutte le manifestazioni sportive fino al prossimo 3 aprile, ma potrebbe essere necessaria una proroga che farebbe inevitabilmente slittare il ritorno alla normalità.

Questa fase di stallo rappresenta un grosso problema in particolare per quelle società che vivono di introiti provenienti dai botteghini, pratica gioco forza sospesa allo stato attuale delle cose: il Catania è una delle realtà che si sta trovando a fare i conti con la difficoltà a rispettare i pagamenti degli stipendi dei propri tesserati e, tramite questo comunicato, ha annunciato di aver fatto presente alla FIGC l'impossibilità di portare a termine tali adempimenti.

L'articolo prosegue qui sotto

"Con riferimento alla scadenza degli adempimenti di cui all’articolo 85 delle Norme Organizzative Interne della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ed in particolare alle prescrizioni relative agli emolumenti dovuti per il quarto bimestre in favore dei tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati, il Calcio Catania rende noto di aver rappresentato al Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina, alla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche ed alla Lega Italiana Calcio Professionistico, ieri, l’impossibilità di provvedere al pagamento tempestivo.
 
Il Calcio Catania comunica di aver contestualmente richiesto la sospensione di tali adempimenti, sottolineando l’immediatezza e la logicità di un simile provvedimento d’urgenza alla luce delle numerose e coerenti disposizioni, governative e delle autorità calcistiche, che riconoscono l’emergenza economica del sistema.  
 
Si evidenzia, nella nostra missiva, la generalizzata sospensione di termini processuali, civili, penali, amministrativi, fiscali, tributari, previdenziali ed assicurativi espressamente garantita alle associazioni e società sportive ed ai soggetti che gestiscono stadi, impianti e centri sportivi, palestre, piscine, club e strutture per danza, fitness e culturismo".

Alla base dei mancati pagamenti c'è l'assenza di quella liquidità che in una situazione normale avrebbe permesso di rispettare le scadenze.

"Si ritiene pertanto non solo frutto di interpretazione estensiva delle stesse disposizioni ma anche naturalmente logica, e coerente allo spirito normativo, l’associazione del concetto di “forza maggiore” al caso dell’impossibilità addotta dal Calcio Catania, che non può al momento ricavare introiti fondamentali dalle attività complementari suddette, svolte da società controllate, stante l’improvvisa e doverosa chiusura di tutte le proprie attività commerciali aperte al pubblico (palestre, piscine, centro benessere, bar, Catania Point, Centro medico di riabilitazione e fisioterapia, alberghi, foresterie e servizi di mensa).
 
Si completi un quadro di totale ed oggettiva preclusione del fattore produttivo necessario per la corresponsione degli emolumenti, ricordando che la mancata disputa delle competizioni sportive (ultima gara interna disputata domenica 1° marzo) ed il mancato svolgimento di qualsiasi attività non hanno più consentito di sommare alcun nuovo introito per effetto di incassi e proventi da sponsorizzazioni e pubblicità.

Il perdurare della situazione di difficoltà generale ha impedito ulteriori interventi da parte dei soci di riferimento. Pertanto, il Calcio Catania attende con fiducia l’accoglimento della richiesta formulata".

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Lega Pro, Ghirelli, con una durissima nota.

Come negli ospedali ci sono gli sciacalli che lucrano sulle mascherine, nel calcio ci sono sciacalli che telefonano a club dicendo che loro hanno trovato la strada per non pagare i calciatori per causa di forza maggiore poiché non si allenano e non giocano. I club hanno quasi tutti rispettato il pagamento degli emolumenti, noi come Lega Pro abbiamo compiuto uno sforzo economico stra.ordinario per anticipare risorse ai club".

Successivamente però lo stesso Ghirelli a 'Unica Sport' ha precisato di non riferirsi al caso Catania su cui preferisce al momento non prendere posizione.

"La mia nota non si riferisce al Catania, non ci penserei nemmeno lontanamente. Le società hanno tutto il diritto di difendere i loro interessi. Se avessi problemi con il Catania, avrei chiamato il Catania. La nota era riferita ad alcuni studi di avvocati che in queste ore stanno telefonando ai club come avvoltoi: sostituiscono gli oneri dei calciatori con la loro parcella.

Se la richiesta di sospensione dei pagamenti del Catania sarà accolta? Io sono il presidente, ho visto che ci sono atti presso la giustizia sportiva e, visto il mio ruolo, devo astenermi da ogni commento. Non avrei mai indirizzato una nota del genere al Catania. Se gli etnei saranno penalizzati? Non me lo chiedete, ritorno nella mia funzione di presidente. Essendoci in corso una procedura, mi astengo dal parlarne, sono obbligato a farlo".

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