Segni troppo quindi non giochi più. Questo, in estrema sintesi, è quanto sarebbe accaduto a Mirko Antenucci ai tempi del Leeds, squadra di proprietà dell'italiano Massimo Cellino.
A raccontarlo è lo stesso attaccante oggi alla SPAL, intervistato da 'La Gazzetta dello Sport': "Se avessi segnato 12 goal al secondo anno al Leeds, avrei avuto il rinnovo automatico.A dicembre ero già a 8 e allora Cellino, proprietario del club, impose di non farmi più giocare. Riuscii comunque ad arrivare a dieci prima di tornare in Italia".
Italia dalla quale se ne era andato dopo aver esordito in A col Catania di Zenga: "Quando andai al Leeds avevo 29 anni e non ci pensavo più alla A: un limite caratteriale, certo. Magari ho pagato un po’ l’etichetta di attaccante di categoria, che in fondo non mi spiaceva nemmeno. Forse non credevo tanto in me stesso, ma la realtà è che chi segna tanto in B segna anche in A se gli danno il tempo di giocare".
Tempo che adesso sembra avere finalmente trovato alla SPAL: "All’inizio non giocavo, ma ho creduto nel lavoro e mi sono ritagliato uno spazio importante. Quando in estate sono stati acquistati Borriello e Paloschi, io ho ricevuto un’offerta importante dalla B. Mi sono chiesto se potessi ancora essere importante per la SPAL e mi sono risposto di sì. Per fortuna lo sto dimostrando".