Nervi tesi tra i due allenatori durante il primo tempo di Atalanta-Bologna : il furioso litigio tra Sinisa Mihajlovic e GIan Piero Gasperini è stato ripreso in diretta grazie ai microfoni e le telecamere presenti a bordo campo.
Volano parole pesanti tra i due tecnici, con Mihajlovic che non le manda a dire al collega: "Parla con i tuoi, fatti i cazzi tuoi, vaffanculo, non rompere il cazzo" . Furiosa la reazione di Gasperini, che viene calmato dai suoi assistenti.
In un primo tempo l'arbitro sventola il cartellino giallo a entrambi gli allenatori, subito dopo Gasperini rimedia il secondo giallo e viene spedito negli spogliatoi: Lo stesso tecnico della Dea si mostra meravigliato dalla decisione: "Perchè a me? Là fanno tutta quella caciara...".
Un violento battibecco, un brutto siparietto in un primo tempo caratterizzato più dal nervosismo che dallo spettacolo: tanta intensità ma poche occaisoni da rete.
Al termine dei novanta minuti il duello si è ripetuto a distanza ai microfoni di 'Sky Sport'. Gasperini si difende puntando il dito contro il collega:
"L'Atalanta è una squadra corretta sempre. Non ero io che dovevo essere espulso. Le partite hanno delle pieghe diverse. Stiamo trovando degli avversari agguerriti che trovano soddisfazione a giocare contro di noi. Questo è anche motivo d'orgoglio. Certe gare diventano dure, ma con l'andare dei minuti usciamo sempre fuori".
Pronta la replica di Mihajlovic, che non tende la mano per un eventuale chiarimento:
"Come ho detto ognuno si fa le regole a casa sua. Io non parlo con la panchina degli altri. Quello che fa la sua panchina non è affare mio, alla mia panchina, invece, ci penso io. Sennò poi mi incazzo. Non ho bisogno di chiarire, poi se vuole farlo lui lo aspetto. Se lo avesse fatto a me, non so se avrebbe ancora il dito… Adesso si sente tutto, senza il pubblico, e io non vado dalla panchina degli avversari a dire di stare zitti. Io sono responsabile della mia panchina, se Gasperini ha qualcosa da dire lo dice a me. Non ha voluto dire nulla? Ci credo che preferisce non parlare, perché sa che ha sbagliato".
