Un giorno forse qualcuno si prenderà la briga di stilare la classifica dei migliori affari della storia del calcio. E quel giorno bisognerà ricordarsi del 28 giugno 2007, l'inizio di quel pezzo di vita che Marek Hamsik ha scelto di legare ai colori del Napoli. Sono passati dieci anni esatti dal suo acquisto. Dieci anni, 452 partite e 113 goal a cementare il suo posto nella storia del club azzurro, l'isola felice in cui quel ragazzino un po' spaesato di Banska Bystrica è diventato grande.
COLPO
Fa un certo effetto ripensare alla cifra versata dal Napoli nelle casse del Brescia nel 2007: 5.5 milioni, esborso 'ridicolo' con il senno di poi. La regia dell'acquisto di Hamsik fu di Pierpaolo Marino, folgorato dallo slovacco durante un Brescia-Albinoleffe nel quale l'osservato speciale sarebbe dovuto essere Omar Milanetto. Una classica situazione da sliding doors.
Arrivato in azzurro con una sola presenza all'attivo in Serie A, ma con due buone stagioni in B già alle spalle, lo slovacco venne descritto così da Serse Cosmi, all'epoca tecnico delle Rondinelle: "Ha grandi qualità tecniche e dimostra la maturità di un adulto. Ricorda un po' il Gatti di Perugia, o magari un Nedved meno esplosivo". Un po' Gatti, un po' Nedved. Proprio così.
Prossima partita
SIMBIOSI
Quell'estate Hamsik sbarcò a Napoli con Ezequiel Lavezzi, insieme al quale fu presentato a Castelvolturno in un caldo pomeriggio di luglio animato dalla contestazione di alcune centinaia di tifosi, delusi dai primi acquisti del nuovo corso in Serie A. Si sarebbero ricreduti presto. Lo slovacco è stato decisivo sin da subito, dalle prime uscite in maglia azzurra. E lo è continuato ad essere anno dopo anno.
Sono cambiati allenatori ed obiettivi. Sono cambiati i compagni. E' stato il Napoli di Lavezzi, poi il Napoli di Cavani, poi il Napoli di Higuain. Ma a distanza di dieci anni è sempre stato soprattutto il Napoli di Hamsik, unico vero elemento di continuità - in costante in simbiosi con club e città - dell'era De Laurentiis.
TENTAZIONI
Ogni matrimonio ha i suoi momenti di tensione, quelli in cui le tentazioni possono far perdere la bussola. E le tentazioni non sono mancate nella carriera di Marek Hamsik. C'è stato un momento in particolare nel quale l'addio al Napoli è sembrato uno scenario davvero possibile: l'estate 2011, trascorsa da Hamsik nei panni inconsueti dell'uomo mercato. Lo voleva il Milan, lo guidava Mino Raiola. Interviste, prime pagine, tutto finalizzato alla rottura con il Napoli.
Un gioco a cui Hamsik si è prestato all'inizio, sensibile al fascino del club rossonero, per poi fare un passo indietro rifiutando definitivamente la consulenza dell'agente di origini campane. Scegliendo il Napoli per la seconda volta, in un certo senso. Scena che si è ripetuta due anni fa, con il 'No, grazie' alla Juventus. La dimostrazione che certi valori, nel calcio, non appartengono solo alla sfera della retorica.
FUORICLASSE
Ma ancora prima dell'aspetto simbolico ci sono le questioni di campo. Prima dell'uomo c'è il calciatore. Di quanto sia speciale Marek Hamsik sul piano tecnico si parla forse troppo poco. In questi dieci anni c'è una cosa non ha mai smesso di fare: migliorarsi. Ha avuto stagioni più o meno fortunate, ma il suo obiettivo è sempre stato alzare l'asticella un po' più su. E alla soglia dei 30 anni si è ormai consacrato tra i centrocampisti più completi del pianeta, decisivo come pochi nel suo ruolo.
Allo straordinario feeling con il goal - che lo consegnerà agli annali della Serie A come il centrocampista più prolifico di sempre nel nostro campionato - ha abbinato, con Sarri, un coinvolgimento nella manovra totale, tale da renderlo il vero centro del Napoli. Faro, cervello e capitano.
STORIA
Il 3 luglio Marek Hamsik comincerà la sua undicesima stagione con la maglia del Napoli, quella in cui - a meno di clamorosi imprevisti - si concretizzerà lo storico sorpasso su Maradona nella classifica dei migliori marcatori di sempre in azzurro. Poi bisognerà attendere un altro anno per vederlo stabilire il nuovo record di presenze, strappandolo stavolta a Bruscolotti.
Hamsik si prenderà un posto nella storia del Napoli e sarà un posto meritatissimo. Perchè ha scelto il Napoli nel 2007, ha scelto il Napoli nel 2011, ha scelto il Napoli tutte le volte che sarebbe stato facile scegliere altro. Quella di Hamsik e il Napoli è una favola bellissima, a cui manca solo il lieto fine. L'obiettivo per cui da anni si sogna e si lavora: una grande vittoria. Quella grande vittoria.
Immagini tratte da collezioni di figurine Panini per gentile concessione dell’Editore