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Dominguez Bernardeschi BolognaGetty Images/GOAL

Italiano deve fare i conti con gli infortuni di Cambiaghi e Rowe: da Dominguez a Bernardeschi, chi può giocare nell'attacco del Bologna

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L’ultimo atto di Serie A prima della sosta per le Nazionali ha regalato grande entusiasmo al Bologna, grazie al successo casalingo per 2-0 contro il Napoli di Antonio Conte.

Nonostante il quinto posto in classifica e i soli tre punti di distanza dalla vetta, occupata da Inter e Roma, i rossoblù devono però fare i conti anche con notizie meno positive.

Tra i pali mancherà Lukasz Skorupski, fermo per almeno un mese e mezzo, mentre in attacco Vincenzo Italiano dovrà rinunciare a Nicolò Cambiaghi e Jonathan Rowe, entrambi ai box per almeno tre settimane.

Chi prenderà dunque posto sull’out di sinistra nel 4-2-3-1 del tecnico siciliano? Ecco le possibili soluzioni studiate da Italiano.

  • DOMINGUEZ IL NATURALE SOSTITUTO

    Fin qui, Domínguez è stato uno dei maggiori punti interrogativi in casa Bologna.

    Dopo un avvio sottotono all’inizio della scorsa stagione, l’argentino si è gradualmente conquistato il posto sulla fascia sinistra rossoblù, chiudendo l’annata con quattro reti e tre assist e rivelandosi una delle sorprese più piacevoli.

    In questa stagione, tuttavia, il classe 2003 è praticamente scomparso dai radar: escluso dalla lista UEFA per l’Europa League e impiegato soltanto per 110 minuti nelle prime undici giornate di Serie A, con una sola presenza da titolare - il 20 settembre nel 2-1 contro il Genoa.

    Ora, con Cambiaghi e Rowe indisponibili, “El Nene” sembra il candidato principale per occupare la corsia sinistra nel 4-2-3-1 di Vincenzo Italiano. Conoscendo già le richieste tattiche del tecnico e disponendo delle caratteristiche più adatte tra i giocatori a disposizione, l’argentino potrebbe avere finalmente la sua occasione per rilanciarsi.

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  • BERNARDESCHI CERCA SPAZIO: PUÒ ADATTARSI SULLA SINISTRA

    Un’altra alternativa porta il nome di Federico Bernardeschi: arrivato in estate come vice Orsolini, il classe 1994 è stato quasi sempre impiegato da Vincenzo Italiano, seppur - nella maggior parte dei casi - a gara in corso.

    Togliere il posto al numero 7 rossoblù è, al momento, un’impresa quasi impossibile. Le assenze di Cambiaghi e Rowe, però, aprono all’ex Fiorentina e Juventus una chance importante per mettersi in mostra.

    Bernardeschi, del resto, ha già giocato più volte sulla sinistra in carriera, e non è da escludere che Italiano decida di puntare su di lui come esterno mancino. Inoltre, il fitto calendario post-sosta - con ben otto partite in meno di un mese, una ogni tre giorni di media - potrebbe spingere l’allenatore a valorizzare al massimo la sua esperienza e duttilità.

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  • OCCHIO AL JOLLY FABBIAN

    An’altra opzione, seppur la meno probabile, porta alla possibilità di avanzare Fabbian nella zona centrale della trequarti, con Odgaard spostato sull’out di sinistra.

    Il classe 2003 azzurro gode della fiducia di Vincenzo Italiano, che finora lo ha impiegato in 11 delle 15 partite stagionali, anche se solo in quattro occasioni dal primo minuto.

    Fabbian ha già dimostrato di possedere ottime doti di inserimento e capacità di attaccare l’area di rigore, ma in questa stagione deve ancora sbloccarsi: la sua ultima rete risale alla semifinale di Coppa Italia contro l’Empoli dello scorso aprile, mentre in campionato il goal manca addirittura da marzo.

    Un eventuale cambio nelle gerarchie offensive, tuttavia, potrebbe rappresentare per lui un’occasione importante per ritrovare fiducia e continuità.

  • IPOTESI DOPPIA PUNTA CENTRALE?

    Dopo un lungo infortunio, Ciro Immobile è pronto a tornare a disposizione di Italiano, offrendo al Bologna un’ulteriore opzione di peso per il reparto offensivo.

    I rossoblù, che stanno già trovando risposte positive da Dallinga e dal solito Castro, si ritroveranno così con tre punte centrali a contendersi un solo posto nell’undici titolare.

    È comunque difficile immaginare che Italiano modifichi il suo assetto tattico passando a un attacco a due punte, almeno dall’inizio. Una soluzione del genere potrebbe però diventare un’arma preziosa - e potenzialmente decisiva - nei finali di gara o in situazioni da ribaltare.

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