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Il Milan di Allegri adora gli scontri diretti: personalità da Scudetto, il tabù del 2024/2025 è un ricordo

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Pur nell'emergenza e con una coppia offensiva praticamente mai vista prima, il Milan è tornato a vincere. E contro la Roma ha ottenuto un duplice obiettivo: portare a casa l'intera posta in palio, appunto, ma anche riportarsi lì, a un centimetro di distanza dalla vetta della classifica.

L'obiettivo era triplice, in realtà. Perché di mezzo c'era anche la volontà di dimostrare ancora una volta di essere una squadra da scontri diretti. Con quella personalità che spesso fa la differenza tra chi vuole ambire "appena" ad uno dei quattro pass che portano in Champions League, come Massimiliano Allegri ripete spesso e volentieri, e chi invece qualche pensierino allo Scudetto lo fa veramente.

Ecco: il Milan potrebbe davvero essere entrato in questo secondo lotto. Quando deve disputare uno scontro diretto, difficilmente la squadra di Allegri lo sbaglia. E in questo senso la differenza con il travagliato 2024/2025 è sotto gli occhi di tutti.

  • AC Milan v AS Roma - Serie AGetty Images Sport

    SBANDAMENTI E PERSONALITÀ

    D'accordo, non tutto può e deve essere legato al risultato. Per una mezz'ora buona, domenica sera, la Roma ha fatto il bello e il cattivo tempo e solo l'incredibile imprecisione dei propri giocatori al momento del dunque le ha impedito di passare in vantaggio.

    Da Cristante a Ndicka, passando per Dybala: quante occasioni sprecate dai giallorossi sullo 0-0. Allegri, non a caso, ha fatto sfoggio di sincerità alla fine della partita: "I primi 35 minuti la Roma meritava il vantaggio, noi non riuscivamo a giocare e abbiamo sbagliato tutto".

    Solo che poi il vento è cambiato: una volta trovato il vantaggio, il Milan ha iniziato a sua volta a creare palle goal in serie, sprecandole a volta in maniera clamorosa. Il miracolo di Svilar su Leao, il salvataggio a porta vuota di Hermoso sul tiro ravvicinato dello stesso portoghese. La partita si sarebbe potuta chiudere anche prima, di fatto. 

    E sì, la Roma è andata a tanto così dal pari col rigore parato da Dybala a Maignan: verissimo. Ma alla fine rimane forse l'unica opportunità vera creata dalla squadra di Gasperini nella ripresa, una parte di gara in cui il Milan si è chiuso da grande squadra, con personalità difensiva e varchi strettissimi tra cui sgusciare era diventato un'impresa titanica.

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  • GRANDE CON LE GRANDI

    Il Milan, dunque, ha battuto anche la Roma. Così come aveva fatto non troppe settimane fa con il Napoli, dando continuità a quel colpo con un successivo pareggio in casa della Juventus. In tutti i casi ha giocato con personalità, resistendo al ritorno azzurro nel primo caso e giocando meglio dei bianconeri nel secondo.

    Aggiungiamoci anche altro: l'1-0 al Bologna che solo qualche mese prima si era preso la Coppa Italia, il 2-1 in rimonta alla Fiorentina. Ma anche l'1-1 in casa dell'Atalanta, prezioso pure questo. In sostanza, il Milan non ha perso neppure una volta contro le formazioni potenzialmente da parte alta della classifica (la Viola sta ampiamente dimostrando di non esserlo, ma questo è un altro discorso). 

    L'unico ko? In casa contro la Cremonese, proprio nella partita d'esordio. Oltre a un'altra sconfitta sfiorata, sempre a San Siro, sempre contro una neopromossa come il Pisa. Il Milan paradossalmente pare soffrire di più le piccole che lo affrontano senza paura, anche se ogni partita fa storia a sé e non sempre è legabile a un discorso più ampio.

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  • CHE DIFFERENZA COL 2024/2025

    Dal punto di vista del rendimento negli scontri diretti, quasi tutto è cambiato rispetto allo scorso anno. Un 2024/2025 che ha visto il Milan stazionare sin da subito fuori dalla zona Champions, lontanissimo da ogni sogno Scudetto, con un allenatore cambiato e problemi in serie.

    Per capire quanto sia stata negativa quell'annata, chiusa del resto con l'ottavo posto in classifica e l'esclusione da ogni coppa europea, basta un dato: il Milan ha conquistato appena 11 punti complessivi su 48 contro le altre squadre arrivate nei primi 9 posti della classifica. 3 di questi contro il Bologna a campionato già buttato; 4, ironia della sorte, contro un'Inter che ha lottato per lo Scudetto quasi fino alla fine.

    Meglio è andata nelle coppe, specialmente nella Supercoppa Italiana in cui il Milan ha fatto 6 su 6: prima ha battuto la Juventus in semifinale e poi l'Inter in finale, sempre in rimonta. Inter contro cui, peraltro, i rossoneri si sono trovati a proprio agio anche in campionato: 4 punti portati a casa su 6. Ennesima conferma della follia di quell'annata.

  • A PARMA LA PROVA DEL 9

    Allegri lo ha sottolineato nella conferenza stampa post partita: "Tra Pisa e Cremonese abbiamo raccolto solo un punto, quindi bisogna preparare nel migliore dei modi la trasferta di Parma". Trasferta che sarà sabato prossimo, l'8 novembre. E che rappresenterà un bel test per il Milan.

    Se i rossoneri stanno dimostrando apprezzare le grandi notti da scontri diretti, come accadeva lo scorso anno, ecco che desta curiosità il modo in cui approcceranno la gara del Tardini. Terreno di gioco che peraltro evoca brutti ricordi, se è vero che proprio lì la squadra allora allenata da Paulo Fonseca aveva rimediato la prima sconfitta del 2024/2025. Proprio come la Cremonese, ironia della sorte, si trattava di una neopromossa.

    L'obiettivo del Milan, insomma, è di nuovo multiplo: rimanere agganciato alla vetta sfruttando magari qualche passo falso delle altre, ma iniziare a non temere nemmeno gli avversari della parte bassa della classifica. Perché non di soli scontri diretti vive l'uomo che ha l'ambizione, neppure troppo nascosta, di puntare allo Scudetto.

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