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Pagotto BuffonGetty/GOAL

Da eroe della Nazionale Under 21 ad Euro 1996 al salto nel vuoto, Angelo Pagotto si racconta: "Buffon ancora mi ringrazia. Avrei potuto vincere il Mondiale con l'Italia, poi l'ingiustizia nel 2000 mi fermò"

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Uno dei talenti italiani più cristallini della seconda metà degli anni '90, poi una serie di decisioni sbagliate che compromisero la sua carriera.

Angelo Pagotto ha sfiorato il cielo con un dito, per poi cadere fragorosamente a terra. Prima l'Europeo Under 21 vinto contro la Spagna di Raul, poi le squalifiche che cambiarono tutto.

L'ex portiere si racconta alle pagine de La Gazzetta dello Sport, sottolineando come le cose sarebbero potute andare diversamente: "Nel 2006 avrei potuto vincere il Mondiale con l'Italia".

  • CHI È ANGELO PAGOTTO

    Nato a Verbania nel 1973, Angelo Pagotto cresce come portiere nel vivaio del Napoli, dove vince uno Scudetto Allievi insieme a Fabio Cannavaro. 

    Dopo un’esperienza alla Pistoiese, con cui conquista la promozione in Serie B, entra nel mirino dei grandi club. Nell’estate 1995 rifiuta la Juventus di Lippi e Moggi - “era troppo presto”, dirà poi - per scegliere la Sampdoria, dove debutta in Serie A a 21 anni. 

    Diventa titolare dopo l’infortunio di Zenga, colleziona 24 presenze e chiude una stagione positiva, mostrando sicurezza e talento tra i pali. 

    Nell'estate 1996, insieme a Panucci, Nesta e Totti, vince da protagonista l'Europeo Under 21, parando in finale contro la Spagna i rigori a de la Peña e Raul che valgono il titolo.

    Nel 2000, mentre giocava con il Perugia, viene squalificato dall'antidoping per due anni e viene licenziato per giusta causa dagli umbri. Ad oggi è il preparatore dei portieri della Pistoiese in Serie D.

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  • "LASCIARE LA SAMPDORIA FU UNA CAZZ*TA"

    "Giocavo nel Verbania, ma il direttore sportivo aveva contatti con squadre di Serie A. Perinetti e Luciano Moggi, che all’epoca lavoravano al Napoli, avevano adocchiato il portiere titolare, ma lui propose di portare anche me. E alla fine andai io. Perinetti mi disse che gli ero costato 140 milioni di lire. Nel 1995 si fecero sotto Sampdoria e Juventus. A Genova c’era Zenga, ormai a fine carriera, mentre in bianconero c’era Peruzzi, titolare fisso. Io volevo giocare e rifiutai la Juve. All’epoca comandava lui (Moggi, ndr), dopo la prima squalifica venivo scartato da tutti i club di A. Lasciare la Samp? Che cazzata, lo posso dire. Il presidente avrebbe costruito la squadra su di me, ma dopo le prime partite il Milan si presentò con un precontratto e io accettai. Psicologicamente ero già a San Siro, avevo 22 anni: avrei mai potuto rifiutare? Iniziai a bruciare soldi senza accorgermene, 30 milioni di lire al mese".

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  • "BUFFON MI RINGRAZIA ANCORA PER L'EUROPEO 1996 CON L'U21"

    "L'Europeo 1996 con l'Under 21? L’apice della mia carriera. Io titolare, Buffon in panchina. In quegli anni i portieri più forti tra i giovani eravamo noi. Io ero tecnico, esplosivo. Non un fenomeno coi piedi, ma all’epoca chi ci badava? Gigi mi ringrazia ancora per quell’Europeo. Lui, Buffon, uno che ha vinto tutto, dice grazie a Pagotto. In finale, contro la Spagna, parai i rigori di Raul e De la Peña. Eravamo un bel gruppo: io, Totti, Nesta, Cannavaro, Gigi. Magari se la mia vita fosse andata in modo diverso avrei anche potuto vincere il Mondiale del 2006 insieme a loro".

  • "LA SQUALIFICA NEL 2000 UNA INGIUSTIZIA"

    "Le squalifiche? Un’ingiustizia nel 2000. Andai a fare il test con un altro compagno del Perugia e con due della Fiorentina. La provetta con l’urina fu scambiata: ci rimisi io. Nomi non ne faccio. Nel 2007 invece cì fu un errore. Ero a Crotone, lì c’era chi usava sostanze. Mi chiesero di provare una prima volta e dissi no, poi la seconda, la terza… alla quarta ho ceduto, ma solo quella volta. Dopo ho sofferto di depressione, era difficile accettare che mi fosse capitata una cosa simile. Mi sono fatto aiutare. Ripensando ad allora, oggi non mi darei nessuno schiaffo in faccia. La serenità di oggi è figlia di quegli errori. Non ero fatto per quell’ambiente. Sa quanto avrei potuto guadagnare? Quanti soldi ho buttato? Nessuno mi rimase vicino, ora ho ricominciato a vivere. Nella vita cambia tutto in fretta. Io l’ho imparato a mie spese".

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