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Conceicao JuventusGetty Images

Conceiçao sul ruolo preferito alla Juventus: "Con Tudor all'inizio non mi sentivo così a mio agio"

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La sua titolarità nel derby non è così certa, ma intanto Francisco Conceiçao attende Juventus-Torino con particolare palpitazione. Anche perché lui di derby se ne intende, anche se non nel senso di stracittadine, avendo sfidato spesso Benfica e Sporting con la maglia del Porto.

Proprio Conceiçao ha rilasciato un'intervista comparsa nell'edizione odierna di Tuttosport. Tanti gli argomenti: il derby di sabato, ma anche l'esonero di Igor Tudor e il nuovo corso bianconero targato Luciano Spalletti.

Ecco dunque le dichiarazioni più interessanti rilasciate da Conceiçao a Tuttosport.

  • "IL DERBY VALE PIÙ DI TRE PUNTI"

    "Sarà importante, dobbiamo vincere, vale più di tre punti. C’è una storia dietro questa partita. Il mio derby della vita è Porto-Benfica, io poi sono cresciuto calcisticamente nello Sporting perché quando mio padre aveva smesso di giocare siamo andati a vivere a Lisbona. Martedì mi fischiavano perché ho giocato nel Porto, che è sempre stata la squadra del mio cuore. Capisco la rivalità dei tifosi, ma non ho avuto alcun rapporto coi tifosi del Toro. Speriamo di vincere, magari con un mio goal".

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  • FBL-ITA-SERIEA-LAZIO-JUVENTUSAFP

    "LA COLPA NON ERA SOLO DI TUDOR"

    "Potevamo fare di più nella striscia di partite che non abbiamo vinto. La colpa non era solo dell’allenatore, noi avevamo tante responsabilità. Quando non vinci e sei un giocatore della Juve l’ambiente diventa pesante, ma se siamo qui dobbiamo essere pronti. Abbiamo sbagliato più cose, è una somma di tanti aspetti. Ci siamo guardati allo specchio, nello spogliatoio abbiamo parlato tanto. Noi andiamo in campo, ora dobbiamo lavorare con Spalletti". 

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  • IL SOGNO SCUDETTO

    "Spalletti ha sdoganato la parola Scudetto? Sì, certo, quando sei alla Juve devi lottare per tutto. Qui devi lottare per i titoli".

  • SU SPALLETTI

    "Sì, abbiamo parlato di come mi sento e come mi trovo. Sappiamo che è un allenatore che ha vinto, ha già dimostrato di essere bravo. Speriamo ci possa davvero aiutare. Alla Juve si lotta per vincere, sì, ma dobbiamo anche giocare bene. A me piace questo: dobbiamo avere la palla, lui ha fatto rendere di più tanti giocatori. Spero possa migliorare anche me.

    Mio padre Sergio? Era contento che fosse arrivato qui: mi ha detto che è un grande".

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  • Conceicao JuventusGetty Images

    IL RUOLO PREFERITO

    "Mi sento meglio da esterno alto a destra. Con Tudor ho giocato più centrale: all’inizio non mi sentivo così a mio agio, poi mi sono trovato meglio. Un po’ il mister mi ha cambiato in positivo: sono molto competitivo, se vuoi crescere devi adattarti anche in altre posizioni". 

  • PERCHÉ I NUOVI FATICANO

    "Hanno qualità che hanno già fatto vedere in altri campionati. Dobbiamo solo aspettarli, qui in Italia è più difficile per un attaccante. E anche per giocatori che sappiano dribblare. A me piace saltare l’uomo, ma solo con l’obiettivo di pungere gli avversari. Qui ti raddoppiano sempre, è molto complicato. Ma chi dribbla sa distinguersi".

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  • IL PADRE SERGIO

    "Io tifo sempre per mio padre, ma quel che è successo è successo. Si guarda avanti. Contro di lui non ho ancora mai giocato, nemmeno l’anno scorso che ero infortunato al flessore. Essere un suo giocatore? All’inizio era molto difficile, ma in Portogallo non parlavano mai del nostro rapporto perché in campo facevo bene. Se un giorno Sergio dovesse diventare l’allenatore della Juve? Perfetto (ride, ndr). È un grande allenatore, so quanto vale: sono arrivato in Nazionale grazie a lui. Se sono qui lo devo al percorso con lui. Era molto duro con me, soprattutto fuori dal campo: sa quanto sia importante la vita fuori. Mi aiutava a curare alimentazione e recupero, è stato un grande esempio".