Italy v Ireland - Women International FriendlyGetty Images
Miriana Cardinale29 apr 2025
WOMEN'S FOOTBALL
S. Gama

Una donna per le donne, per tutte le battaglie in campo e fuori, grazie Sara

Capitana di mille battaglie, pioniera del calcio femminile ma soprattutto donna che ha cambiato la percezione del calcio femminile. È difficile anche trovare le parole giuste da spendere per descrivere ciò che Sara Gama è stata in questi anni. 


Forse meglio farlo con una metafora: vi è mai capitato di vederla giocare? Se la risposta è sì sappiate che combatte ogni battaglia, in campo e fuori, esattamente allo stesso modo. Con grinta, cuore e sudore che mixati insieme e usando la giusta costanza portano a grandi traguardi, proprio come quelli che ha raggiunto Sara. 


Definirla calciatrice sarebbe riduttivo, anche aggiungendoci davanti la parola  “ex calciatrice” oppure capitana. Le compagne di squadra la chiamano “Speedy” ma nessuna di loro sa spiegarne la motivazione. Nessuna però esita a rispondere quando viene chiesto chi sia la più seria nello spogliatoio dicendo sempre il nome e il cognome della numero 3. Attenzione però, chi la conosce bene ci racconta che è la regina della festa e che le migliori feste non possono iniziare senza la sua presenza. 


Una vita dedicata al calcio e a tutte le sue battaglie, ieri a 36 anni ha dato il suo addio al calcio giocato. Il suo addio alla Juventus Women di cui dal 2017 indossa la fascia da capitana e con cui ha condiviso momenti di gioia e di difficoltà. Sara ha avuto la capacità di superarne tante nel corso degli anni ma soprattutto di trarre insegnamento da ognuna di queste. 


Ha combattuto lungo tutto il suo viaggio, fuori dal campo, battaglie sempre più grandi e ambiziose. È stata in prima linea per la lotta al razzismo sollecitando pubblicamente la società ad agire con interventi punitivi per contrastarne il fenomeno. Non solo, ha lottato duramente per i diritti delle donne ed è diventata la prima vicepresidentessa donna dell’AIC (associazione italiana calciatori ndr) ed è diventata anche membro della Commissione Nazionale Atleti del Coni. Una delle più attive nella battaglia per portare il professionismo nel calcio femminile. Che probabilmente oggi è uno dei suoi maggiori motivi di orgoglio.


Nel 2018 la Mattel ha scelto di trasformarla in una Barbie, nell’ambito di una campagna in cui sono state selezionate 17 personalità all time che sono diventate fonte di ispirazione per le generazioni future.


Ecco, a proposito, grazie Sara. Grazie per aver permesso di rendere normalità il vedere delle bambine che giocano a calcio, per aver reso normalità il poter dire: “sono una femmina e gioco a calcio”, per esserti spesa in tutte queste battaglie senza mai aver paura e, se l’hai avuta il coraggio ha prevalso. Grazie per aver fatto amare al mondo il calcio femminile, per non esserti mai risparmiata sia in campo che fuori. Per gli interventi a gamba tesa, per i goal, quelli decisivi come quello di Ferrara che ha regalato alla Juventus la Coppa Italia, per le parole pubbliche, per le battaglie combattute silenziosamente, lontana dai riflettori.


Oggi il calcio femminile perde una guerriera sul campo, ma una cosa è certa: il segno sarà indelebile, nero su bianco, per sempre.