Da quel Roma-Genoa del 28 maggio 2017 sono passati ben sedici mesi ma è come se fosse ancora ieri: Francesco Totti ha detto addio al calcio davanti alla sua gente, il suo popolo, lasciando trasparire emozioni mai provate fino a quel momento, come giusto che sia.
In occasione del suo 42esimo compleanno, il 27 settembre, uscirà la sua autobiografia intitolata 'Un capitano', prodotta in collaborazione con il giornalista Paolo Condò: lì, presumibilmente, troveremo i dettagli di un Totti nascosto e privato, le sfumature meno evidenti di 25 anni di carriera che hanno lasciato il segno.
L'ex attaccante giallorosso ha concesso un'intervista a il 'Venerdì di Repubblica che uscirà interamente domani, della quale sono state pubblicate un paio di brevi anticipazioni. Spazio al calcio moderno, completamente diverso da quello che il primo Totti ebbe modo di conoscere: "Io ero come loro (i giocatori attuali, ndr), li conosco bene, conosco il linguaggio segreto fatto di occhiate, mezze parole. E cerco di rendermi utile. Adesso si parla quasi solo inglese. Se non lo sai non capisci un ca**o".
Prossima partita
In ogni rosa non sembra esserci l'empatia di un tempo che permetteva di raggiungere grandi risultati: "E si fa meno gruppo. In ritiro, rientrato dal campo, ognuno si isola in camera sua col telefonino... A navigare, a mandare messaggi". Tanta nostalgia per un mondo andato che, forse, non tornerà più.