Al momento in cui i Green Day hanno organizzato un concerto a Lima, nessuno o quasi si sarebbe atteso la partecipazione del Perú allo spareggio contro la Nuova Zelanda. Che, ironia della sorte, si giocherà 24 ore prima nello stesso stadio.
Il 14 novembre andrà infatti in scena il ritorno della gara tra la squadra di Gareca e gli oceanici; il 15, invece, la band statunitense si esibirà nella Capitale peruviana. E, almeno inizialmente, nello stesso stadio in cui è in programma la partita: l'Estadio Nacional, l'impianto dove la nazionale disputa le proprie gare casalinghe.
Un problema di concomitanza, seppur con 24 ore di distanza, emerso subito dopo la fine del match contro la Colombia che ha certificato il quinto posto del Perú nel raggruppamento sudamericano. "Noi non ci spostiamo di certo", hanno tuonato dalla Federcalcio locale. E così è stato.
I Green Day non suoneranno più all'Estadio Nacional, ma all'Estadio San Marcos, altro impianto capitolino abituato a ospitare i concerti delle più disparate band. Mentre Guerrero e compagni non dovranno dunque cambiare sede per il ritorno contro la Nuova Zelanda.
Il presidente della Repubblica Pedro Pablo Kuczynski in persona si è mosso affinché il Perú rimanesse a giocare al Nacional. E la Federazione lo ha ringraziato con un comunicato: "Questa decisione evidenzia come tutto il Paese sia unito con l'obiettivo di centrare la qualificazione al Mondiale di Russia 2018". Con buona pace dei Green Day.
