Pep Guardiola Monaco Manchester City Champions League 15032017Getty

La disfatta di Guardiola: fuori per la prima volta agli ottavi di Champions

L'anno scorso al suo Bayern Monaco servì un goal di Thomas Muller in pieno recupero contro la Juventus per evitarlo ma stavolta il miracolo last minute a Pep Guardiola non è riuscito. Il Manchester City infatti viene eliminato agli ottavi di Champions League e per il tecnico spagnolo è la prima volta in carriera da allenatore.

Un vero e proprio fallimento su tutta la linea, insomma, se si pensa che all'andata gli inglesi avevano vinto 5-3 e quindi sarebbe bastato pareggiare o perdere con un solo goal di scarto sul campo del Monaco per accedere al turno successivo.

Il Manchester City però ha clamorosamente regalato tutto il primo tempo ai padroni di casa che hanno dominato per 45 minuti trovando due goal con Mbappè e Fabinho mentre gli inglesi per la prima volta nella moderna Champions non sono mai riusciti a tirare in porta.

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Nella ripresa la squadra di Guardiola ha cercato di rimettere a posto le cose e c'era anche riuscita con Sanè ma il colpo di testa di Bakayoko ha condannato il City alla clamorosa eliminazione.

La prima agli ottavi, come detto, per Guardiola che fino ad oggi era sempre arrivato almeno fino alle semifinali di Champions sia col Bayern Monaco che col Barcellona.

A questo punto al City non resta che concentrarsi sulla Premier League dove il ritardo dal Chelsea capolista è però già di dieci punti. Forse troppi per la squadra 'ammirata' al 'Louis II'.

Ma il tecnico, intervistato da 'Mediaset Premium' a fine gara, sottolinea: "Abbiamo fatto una grande Champions League e stiamo disputando una buona stagione, ma siamo mancati al momento giusto. Peccato, impareremo la lezione".

Infine Guardiola ammette: "In questa competizione non puoi regalare 45 minuti. Avevo detto ai miei giocatori che dovevamo avere la mentalità di andare a fare la partita, ma non l'abbiamo fatto. È per questo che siamo fuori.

Non abbiamo aggredito, forse non sono stato io capace di convincere i giocatori che fuori casa è importante dimostrare personalità".

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