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Goal Economy - Vicenza, Modena: com'è dura sopravvivere in Serie C

Bellinazzo

Il Tribunale di Vicenza ha dichiarato il fallimento del Vicenza Calcio ma nel contempo ne ha disposto l'esercizio provvisorio, che consentirà alla squadra di proseguire il proprio campionato di serie C sino a fine stagione. Il Vicenza è il secondo club arrivato al default in Serie C da inizio stagione. Il Modena lo scorso 6 novembre è stato addirittura radiato.

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Scenari che del resto si ripropongono da anni nel calcio italiano con società inizialmente in regola con i parametri della Covisoc e puntualmente sanzionate dall’organo di controllo a stagione in corso, mettendo a repentaglio la regolarità stessa del torneo. L’esclusione dal torneo è effettiva dopo quattro partite non disputate, come accaduto al Modena pochi mesi fa: l’iscrizione in extremis al campionato di Serie C non è bastata al patron Caliendo per risolvere i problemi della società, che si è vista revocare dal Comune la concessione dello stadio "Braglia" per morosità. Il fallimento è stato decretato a novembre 2017 dal Tribunale senza l’avvio dell'esercizio provvisorio, che di fatto ha portato allo smantellamento di tutta la società, incluso il vivaio. In base all'articolo 16 delle Noif, infatti, solo l'esercizio provvisorio avrebbe potuto permettere a una società radiata la prosecuzione delle attività legate al settore giovanile.


Al Modena è stato concesso l'esercizio provvisorio: la squadra potrà restare in vita fino al termine della stagione, a patto che i calciatori tornino in campo. Un po' come avvenne al Parma 2014/15


Il Modena è stato cancellato e il Vicenza sta provando a non intraprendere la stessa strada. Il Tribunale civile ha sì accolto la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura, nominando il commercialista Nerio De Bortoli quale curatore pro-tempore, ma i magistrati hanno anche chiesto che lo stesso curatore disponga l’esercizio provvisorio. Questa soluzione potrebbe anche mantenere in vita la squadra fino al termine della stagione, a patto che i calciatori tornino in campo. La società, ha fatto sapere l’Assocalciatori, "non ha corrisposto alcunché e la nuova proprietà, anche nell'ultimo incontro, non ha manifestato alcuna volontà di pagare gli stipendi. I calciatori da luglio 2017 non hanno percepito alcuna mensilità sulle quattro maturate, né hanno certezze sul proseguimento dell'attività sportiva". Tuttavia la Lega guidata da Gabriele Gravina ha a dispisizione 700mila euro di fideiussioni pro Vicenza ottenute per l’iscrizione al campionato e per il superamento del budget per ingaggi e costi operativi di 1,5 milioni del club, che secondo le regole della categoria, impone di integrare la garanzia.

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Quelli di Modena e Vicenza, però, sono solamente i casi più eclatanti di una Serie C che continua a vedere società incapaci di portare a termine una stagione senza incorrere in irregolarità. Santarcangelo, Akragas, Matera, Fidelis Andria e Arezzo, per inadempienze con la Covisoc, sono già state penalizzate (le ultime due già in due occasioni).


Como e Latina non sono nemmeno riuscite a iscriversi alla C 2017/18, altre 8 non sono state ammesse mentre Messina e Maceratese non si sono avvalse della sanatoria


Già la scorsa estate è stata caratterizzata da club che hanno riscontrato problemi nel perfezionare l’iscrizione campionato. Dopo una serie di ricorsi, il torneo è iniziato con 57 squadre ai nastri di partenza, invece delle 60 previste. Prima ancora di iniziare sono sparite due squadre: il Como per mancata iscrizione e il Latina (già fallito durante lo scorso campionato di serie B e poi retrocesso). Altre otto società hanno subito censure dall’Osservatorio Federale della Covisoc e sono state quindi escluse in prima istanza per difficoltà finanziarie (Akragas, Maceratese, Mantova e Messina, Arezzo, Fidelis Andria, Juve Stabia e lo stesso Modena). Non hanno poi utilizzato la sanatoria e quindi sono “tecnicamente” fallite Messina e Maceratese.

Per iscriversi alla Serie C i club devono documentare di avere il bilancio in ordine (rispettando il cosiddetto parametro PA, vale a dire un rapporto tra Patrimonio netto e Attivo Patrimoniale nella misura minima di 0,18), salvo coprire il gap con nuove risorse della proprietà, di aver pagato gli stipendi fino al maggio 2017 e le relative imposte, e di aver saldato i debiti con altre società contratti nella stagione precedente. Inoltre è imposta una fidejussione da 350mila euro. Per le squadre eventualmente ripescate dai Dilettanti sono richiesti per l’iscrizione il versamento di 200mila euro a fondo perduto e una fidejussione bancaria di 300mila euro.


In Serie C i costi superano strutturalmente i ricavi: nel 2015/16 la ricapitalizzazione complessiva è stata di 49,8 milioni di €; tuttavia l'incidenza del costo del lavoro sul fatturato è scesa dal 95 al 78%


Il problema di fondo però è che in Serie C i costi sostenuti dalle società continuano a superare strutturalmente i ricavi. Le proprietà sono spesso costrette a risanare i conti tramite versamenti diretti. Nella stagione 2015/2016 i soci dei club di Lega Pro hanno effettuato ricapitalizzazioni per 49,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 31,9 milioni del 2014/2015. Nella stagione 2015/2016 il risultato netto medio è negativo per 1 milione e 225 mila euro a club. Il valore della produzione medio è passato da 2,3 milioni a 2,5 milioni. Tuttavia, l’incidenza del costo del lavoro resta alta, anche se si segnala in calo dal 95 al 78% rispetto al fatturato. In altre parole, o si hanno proprietà ricche alle spalle oppure si va inevitabilmente incontro al default non appena si tenta di fare il salto nelle categorie superiori e non ci si riesce. Per questo insistere con un numero troppo alto di squadre professionistiche risulta ormai velleitario oltre che controproducente. I dati economici parlano chiaro.

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