Parma-Cagliari ha visto la vittoria dei padroni di casa per 2-0 ma, quello di cui ci ricorderemo in futuro, non sarà il risultato finale: gli occhi sono ancora ben fissi sulla prodezza di Gervinho, autore del raddoppio ducale che ha chiuso l'incontro.
Uno straordinario coast to coast con il pallone al piede per 70 metri, prima di scaricarlo con potenza alle spalle di Cragno e con l'aiuto del palo interno, ulteriore brivido finale di un'azione praticamente perfetta.
Intervistato da 'La Gazzetta dello Sport', l'ivoriano si è detto felice per questa impresa, ricordando anche quella celebre rete di George Weah in un Milan-Verona, che tanto assomiglia alla sua: "Avevo 9 anni: a casa mia, in Costa d'Avorio, non avevamo la tv. Era già tanto se c'era qualcosa da mangiare... Comunque quello di Weah è un capolavoro, anche se pure il mio contro il Cagliari, non è malaccio, vero?".
Non tutto è stato rose e fiori per Gervinho, soprattutto i primi anni: "Mi sono tornati in mente i miei inizi, nei campetti di Abidjan, in Costa d'Avorio. Giocavamo scalzi, le scarpe ce la davano soltanto dopo tre anni di allenamenti e se superavamo un certo numero di test. Il primo era: cinquanta colpi di testa contro il muro senza far cadere il pallone. Poi cinquanta colpi con la coscia. Poi con il piede. Prima il destro e poi il sinistro. L'accademia di Abidjan è stata la mia scuola di educazione. A sedici anni mi hanno consegnato le scarpe e la maglietta con il nome Gervinho sulla schiena. Potete immaginare come mi sentivo: sulle nuvole".
Prossima partita
Il suo calcio tutto spettacolo e fantasia è un valore aggiunto di questa nuova Serie A: "Il mio gioco è velocità e fantasia. Istinto puro. E quando ho visto la gente felice per il mio goal, per me è stato il regalo più bello. Divertire chi viene a vedermi è il mio obiettivo".