Il dominio genoano, gli esperimenti tattici falliti e l'infortunio di Dani Alves. Questi i tre punti chiave offerti dalla Juventus nella passata stagione in casa del Grifone, fotografia impietosa di quella che è stata una delle partite più brutte della gestione Allegri. Due reti di Simeone e un'autorete di Alex Sandro per i rossoblù, sussulto ininfluente di Pjanic targato bianconeri.
Ripensando a quella partita, datata 27 novembre 2016, il tecnico toscano ha ancora gli incubi. Ecco perché, come sottolineato dal condottiero livornese alla vigilia del nuovo appuntamento in terra ligure, la Vecchia Signora dovrà profondere massima attenzione.
Il Genoa, tipico della gestione Preziosi, ha cambiato decisamente pelle. In difesa non ci sono più Burdisso e Munoz, Rincon ha assaporato il mondo Juve e ora si ritrova a difendere i colori dell'altra sponda del Po, Rigoni starebbe per salutare la Lanterna, Simeone è passato alla Fiorentina e Ocampos – dopo anche sei mesi non esaltanti al Milan – è tornato all'Olympique Marsiglia.
Insomma, tanti cambiamenti per Juric, alle prese con una squadra pressoché nuova di zecca. E proprio l'allenatore croato, compiendo un capolavoro tattico, nella scorsa annata con il suo 3-4-3 ha saputo mettere a nudo le (vecchie) debolezze bianconere, costrigendo Allegri a rivedere sensibilmente il quadro.
Ma se il Genoa ha trasformato l'assetto, anche la Juventus non scherza. Rivedendo l'undici sceso in campo nei mesi scorsi allo stadio “Luigi Ferraris”, probabilmente, balza all'occhio come la musica abbia tutt'altro suono. Il 3-5-2, infatti, a Vinovo è passato di moda.
GettyAnche perché, l'esponente illustre di questo sistema di gioco, è stato ceduto al Milan: Bonucci. Mentre Dani Alves, terminale destro di una domenica da incubo, attualmente difende i colori del Paris Saint-Germain. Per il brasiliano, in quella partita, evidenti probemi di assetto e, soprattutto, una frattura al perone della gamba sinistra.
In regia a centrocampo, a testimonianza di come si stia parlando di puro passato, ecco Hernanes. Profeta poi venduto a gennaio all'Hebei China Fortune, esperienza durata poco visto che recentemente il calciatore sudamericano è tornato in patria al San Paolo. Male, malissimo, anche Cuadrado a supporto di Mandzukic; dominati - ambedue – in lungo in largo dalla fu retroguardia rossoblù. In una parola sola: amarcord.
La realtà parla di un'altra Juventus. Allegri in vista dell'immediato futuro pensa al 4-3-2-1, ma parla ancora la lingua del 4-2-3-1. Perché, sebbene lo staff tecnico bianconero abbia deciso di esplorare nuovi moduli, i campioni d'Italia a Genova non potranno fallire l'impegno. Spazio alle certezze, all'usato garantito, ad una formazione base chiamata a non sottovalutare minimamente l'imminente sfida.
Il Genoa non vince due partite consecutive contro la Juventus dal 1991, se dovesse conquistare l'intero bottino andrebbe a sfatare il tabù. Mentre, dato curioso, i bianconeri è da febbraio che non riescono a mettere insieme due vittorie esterne in campionato.