Mertens Napoli FiorentinaGetty Images

Da tappabuchi a attaccante devastante: Mertens oro di Napoli

Da tappabuchi ad attaccante devastante il passo può anche essere breve. Basta chiamarsi Dries Mertens. Uno che in carriera aveva sempre giocato da esterno, prima di mettersi a disposizione del Napoli, accentrarsi di qualche metro e vivere da punta pura la stagione più esaltante della propria carriera.

Contro la Fiorentina, all'ultima casalinga della squadra di Maurizio Sarri, l'ennesimo show del belga. Sono ora 27 i goal del piccoletto di Lovanio, che aveva iniziato la stagione come alternativa di Insigne (proprio come lo scorso anno) e che, dopo l'infortunio di Milik, si è ritrovato a essere l'uomo copertina di un Napoli nuovamente qualificato alla Champions League.

Impensabile, solo qualche mese fa, pensare a Mertens in lotta per il titolo di capocannoniere. E invece Dries è lì, a giocarsela con un centravanti puro come Edin Dzeko. Comprensibile dunque la sua stizza al momento del cambio con Pavoletti, così spiegato da Sarri: "Avevo chiesto prima della gara a quanti goal fosse Dzeko e Callejon mi aveva detto 27. Probabilmente non aveva aggiornato con il goal di oggi...".

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In attesa che venga messo nero su bianco al nuovo contratto, con tanto di clausola da una trentina di milioni valevole per l'estero, spazio dunque al campo. Contro i viola, Mertens ha fatto tutto quello che poteva fare: due goal, un assist vincente per Insigne, un palo esterno, un'altra rete fallita a porta sguarnita dopo aver saltato Tatarusanu. Ennesima prestazione mostruosa del re del 2017: 16 volte a segno, nessuno come lui.

Se in questi casi molti arrivano al traguardo in debito d'ossigeno, poi, lui no: nelle ultime tre partite ha segnato 5 reti e fornito 4 assist ai compagni, mostrandosi tirato a lucido anche dopo 9 mesi di stagione. Nessun giocatore, in questo campionato, è mai riuscito ad abbinare goal e assist per tre gare di fila: lui ce l'ha fatta.

Quanto allo score personale, a dire il vero, non è una novità assoluta che Mertens arrivi a cifre così alte: nei due anni al PSV aveva messo a segno 21 e 16 goal in Eredivisie, e anche per questo il Napoli nel 2013 aveva deciso di puntare su di lui. Ma era campionato olandese, appunto. La Serie A, almeno dal punto di vista dell'applicazione difensiva, è tutt'altra cosa.

Su di lui, pronto a firmare il rinnovo fino al 2020, si baserà dunque il futuro immediato di un Napoli che adesso va per il tutto per tutto: il gioco è consolidato da tempo, i goal arrivano che è un piacere (90, dopo ieri sera) e la Champions League, seppur partendo probabilmente dai preliminari, è realtà. È il momento di passare allo step successivo: lo scudetto. Con un Mertens così, tutto è possibile.

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