Cassano

Cassano si ritira: 20 anni di show, tutte le sue 'Cassanate'

Vent'anni di grande giocate, scherzi, dichiarazioni senza freni e qualche episodio particolare di troppo che ha causato l'invenzione di un neologismo. Le Cassanate. Antonio Cassano ne ha collezionate tante, l'ultima riguardante il suo ritiro, che oggi è diventanto effettivo, dopo qualche settimana di prova all'Entella.

Le Cassanate, appunto, l'ultima è arrivata un anno fa: addio al Verona dopo pochi giorni, ritiro, conferenza per annunciarlo. Occhio, dietrofront. Una conferenza da dietrofront. I barese ha sfoggiato la prima parte della Cassanata suprema dopo alcune ore in cui si è parlato solo del suo addio al calcio e all'Hellas: "Non mi ritiro, ho già cambiato idea. Era momento di debolezza, idea di pancia, una cazz***. E ne ho già fatto tante". Appunto. Peccato che dopo una settimana sia arrivato il dietrofront del dietrofront: "Mi ritiro". Cassanata suprema parte due.

Da qualche anno la Cassanata è stata addirittura inserita nel dizionario Treccani: "Gesto, comportamento, trovata, tipici del calciatore Antonio Cassano". Prima gli scherzi  puramente goliardici fuori dal campo, dunque gli eccessi e i comportamenti a volte poco professionali durante le gare di campionato. Fino alle conferenze show, ultima delle quali, assurda nella sua verità, in quel di Verona.

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Fu Fabio Capello ai tempi della Roma ad inventare tale neologismo, che nel corso degli anni si è modificato per un altro 'bad boy' del calcio italiano: le cassanate sono diventate balotellate per Mario Balotelli, ma il padrone e possessore del termine rimane lui, Fantantonio da Bari.

Nel 1999 Cassano era semplicemete un talento dalle mille possibilità: il calcio lo scoprì nel famoso Bari-Inter che gli ha dato gloria eterna, prima che diventasse genio e sregolatezza nel corso degli anni. E' del 2001, escludendo le scorrazzate nella città pugliese senza casco o patente, la cassanata originale, prima che i suoi comportamenti si portassero dietro un vero e proprio neologismo coniato per descriverli.

Cassano Capello

Convocato nell'Italia Under 21 per la gara contro la Romania, decide di lasciare il ritiro della Nazionale azzurra in seguito alla panchina rifilatagli dall'allora commissario tecnico Gentile. Cassano è giovane, sa di avere talento e vuole divertirsi. Senza scendere a patti con nessuno.

Classe 1982, approda alla Roma nel 2001, dove resterà fino al 2006: qui Capello dovrà stringere i denti per accettare tutta la sua sregolatezza a volte completamente slegata dal talento. Viene squalificato per aver insultato pesantemente l'arbitro Pieri, mostra le corna a Rosetti dopo il rosso, decide di spezzare le regole dello spogliatoio portando il banditissimo cellulare (poi ovviamente squillante) alla cena della squadra.

Ma è nel 2003/2004 che arriva una cassanata goliardica in campo, non proprio divertente per mister Capello: promise al tecnico che in caso di goal nella sfida con la Juventus avrebbe rotto la bandierina del calcio d’angolo. 4-0, doppietta del barese e asta del corner spezzata in due. Visto il risultato, il tecnico dovrà accettare la sua promessa.

Al Real Madrid Cassano si presenta con una pelliccia che ancora turba il sonno di molti, per poi essere beccato dalle telecamere in una ilare imitazione di Capello, ritrovato in Spagna come tecnico: imitazione che non verrà per nulla accettata dall'allenatore. Tra pochissimi lampi e il soprannome di Gordito, nel 2007 si chiude la sua unica esperienza all'estero. E arriva l'opportunità di rinascere immediatamente: alla Sampdoria.

Cassano

Qui Cassano è genio e sregolatezza all'ennesima potenza: porta la Sampdoria in Champions grazie al feeling con Pazzini, ma allo stesso tempo è protagonista di sceneggiate da oscar. Salta la gara contro la Roma per diffida? Scoppia in lacrime dopo un teatrino tutto da vedere.

Viene espulso da Pierpaoli? Regala la sua interpretazione migliore: maglia al suolo, minacce ripetute all'arbitro e attesa dello stesso fuori dal tunnel degli spogliatoi. Multa e cinque giornate di stop, nonostante le sentite scuse. Alla Sampdoria rende celebre anche una cassanata positiva per lui e i suoi colleghi: mettere la mano davanti alla bocca mentre discute con l'allenatore, così da non far capire il labiale alle telecamere.

A Genova trova l'amore con l'attuale moglie Carolina, ma il suo amore con la Sampdoria si rompe: lite furibonda con il presidente Garrone e addio. Giocherà con l'Inter e col Milan, ma solo i nerazzurri li rimarranno nel cuore: "Mi ha preso in giro, promette ma poi non mantiene la parola. Faceva tanto fumo e poco arrosto" le parole contro Galliani. A proposito di cuore, ai tempi del Diavolo subì un'operazione al cuore e restò fuori dal campo per sei mesi.

All'Inter ha una dura lite con Stramaccioni, ma tra nerazzurri e rossoneri rinnegherà solo i secondi. Sbarca a Parma per una seconda giovinezza, portando la squadra in Europa League: peccato che il sogno gialloblù si spezzerà dopo poche settimane dal raggiungimento dell'obiettivo.

Cassano

Cassano chiede la messa in mora del Parma per il mancato pagamento degli stipendi arretrati, rescindendo anticipatamente il contratto: il primo di una lunga serie di addii al club emiliano. Riparte nuovamente dalla Sampdoria, dopo aver pensato al ritiro (sul serio?) con diversi kg in più e voglia di giocare altalenante: le cassanate però sono un ricordo, fino alla firma col Verona dell'11 luglio 2017 e all'addio durato poche ore il 18 luglio e comunque mai realmente ufficializzato.

Ma tra le cassanate ci sono anche le tantissime puramente goliardiche, raccontate dallo stesso barese, quasi sempre sorridente con gli avversari: "Lo scherzo più bello forse l’ho fatto a Salvatore Asmini, ex ds della Sampdoria: con un passepartout gli sono entrato nella camera d’albergo, mi sono nascosto nell’armadio e con un telecomando universale gli cambiavo i canali della tv. E’ uscito in mutande in corridoio, si cag... addosso dalla paura".

Si ama, si odia: dopo il dietrofront del mancato ritiro e l'annuncio di oggi il calcio italiano non potrà più godersi Cassano. O forse sì. O forse no.

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